Nell’ambito delle attività del cosiddetto modello di polizia di prossimità, il decreto che ha finalmente regolarizzato l’esistenza dell’attività del personale della Fanfara della Polizia di Stato, segna un ulteriore ed importante passaggio del rafforzamento delle strategie e dei moduli del sistema di polizia di prossimità che avvicina, rendendolo protagonista e non spettatore, il cittadino al sistema sicurezza e ai suoi operatori.
Ad affermarlo è il Segretario Generale del SIULP Felice Romano, il primo sindacato di polizia del Comparto Sicurezza che da anni rivendicava con forza quest’atto normativo indispensabile a regolare l’attività di questo settore e dei suoi operatori.
Tra le tante attività della polizia di prossimità, continua Romano, quello di utilizzare la musica quale strumento di efficace penetrazione nel processo di avvicinamento dei cittadini all’Istituzione Polizia e di educazione alla legalità, in particolare dei giovani, la Fanfara della Polizia di Stato ha rappresentato un punto di riferimento importante per dare una risposta anche a quelle richieste di cittadini che, per condizioni oggettive e per difficoltà logistiche non consentivano l’impiego della banda musicale.
Quest’ultima, infatti, composta da eccellenti professionisti, come i colleghi della fanfara, che debbono però esibirsi in formazione non inferiore alle 80 unità, prevede la disponibilità di teatri o grandi spazi con un’acustica idonea affinché si possa realizzare la rappresentazione musicale agli alti livelli cui la banda ha ormai abituato i propri ascoltatori.
Ecco perché da oltre vent’anni vi era stata la scelta di individuare una formazione ristretta di musicisti che, oltre ad essere in grado di esibirsi a cavallo potessero anche eseguire altissime prestazioni di pezzi musicali in ambienti piccoli che non potevano ospitare l’intera banda.
I successi e gli alti apprezzamenti che negli anni questi colleghi, come quelli della banda musicale, hanno ottenuto sono la testimonianza di aver operato la giusta scelta.
Ecco perché, conclude Romano, era indispensabile e per questo il SIULP si è battuto per anni, che questi colleghi, come si conviene a tutti i settori della Polizia di Stato che vengono utilizzati per le diversificate finalità, vi fosse una regolamentazione per Legge sull’impiego, le finalità e le modalità con cui questo reparto doveva operare.
Un ringraziamento quindi a questi colleghi per l’educazione alla legalità e l’azione fatta per far conoscere l’istituzione Polizia a tutti i cittadini, e al prefetto Manganelli per aver accolto questa sensibilità che da anni si trascinava concretizzandola attraverso il decreto istitutivo emanato il 15 settembre.
I lanci di agenzia
SIULP, ALTRO PASSO RAFFORZAMENTO MODELLO PROSSIMITA’
(AGI) – Roma, 6 nov. – “Il decreto che ha finalmente regolarizzato l’esistenza dell’attivita’ del personale della Fanfara della Polizia di Stato segna un ulteriore ed importante passaggio del rafforzamento delle strategie e dei moduli del sistema di polizia di prossimita’ che avvicina, rendendolo protagonista e non spettatore, il cittadino al sistema sicurezza e ai suoi operatori”. Ad affermarlo e’ Felice Romano, segretario generale del Siulp, che da anni rivendicava con forza quest’atto normativo. Tra le tante attivita’ della polizia di prossimita’ – continua Romano – quello di utilizzare la musica quale strumento di efficace penetrazione nel processo di avvicinamento dei cittadini all’istituzione Polizia e di educazione alla legalita’, in particolare dei giovani, la Fanfara della Polizia di Stato ha rappresentato un punto di riferimento importante per dare una risposta anche a quelle richieste di cittadini che, per condizioni oggettive e per difficolta’ logistiche non consentivano l’impiego della banda musicale. Quest’ultima, infatti, composta da eccellenti professionisti, come i colleghi della fanfara, che debbono pero’ esibirsi in formazione non inferiore alle 80 unita’, prevede la disponibilita’ di teatri o grandi spazi con un’acustica idonea affinche’ si possa realizzare la rappresentazione musicale agli alti livelli cui la banda ha ormai abituato i propri ascoltatori”. “Ecco perche’ – continua il segretario – da oltre vent’anni vi era stata la scelta di individuare una formazione ristretta di musicisti che, oltre ad essere in grado di esibirsi a cavallo potessero anche eseguire altissime prestazioni di pezzi musicali in ambienti piccoli che non potevano ospitare l’intera banda. I successi e gli alti apprezzamenti che negli anni questi colleghi, come quelli della banda musicale, hanno ottenuto sono la testimonianza di aver operato la giusta scelta. Era indispensabile, e per questo il Siulp si e’ battuto per anni, che questi colleghi, come si conviene a tutti i settori della Polizia di Stato che vengono utilizzati per le diversificate finalita’, vi fosse una regolamentazione per legge sull’impiego, le finalita’ e le modalita’ con cui questo reparto doveva operare. Un ringraziamento quindi a questi colleghi per l’educazione alla legalita’ e l’azione fatta per far conoscere l’istituzione Polizia a tutti i cittadini, e al prefetto Manganelli per aver accolto questa sensibilita’ che da anni si trascinava concretizzandola attraverso il decreto istitutivo”.
SIULP, DECRETO FANFARA RAFFORZA CONCETTO POLIZIA DI PROSSIMITA’
Roma, 6 nov. (Adnkronos) – ”Nell’ambito delle attivita’ del cosiddetto modello di polizia di prossimita’, il decreto che ha finalmente regolarizzato l’esistenza dell’attivita’ del personale della Fanfara della Polizia di Stato, segna un ulteriore ed importante passaggio del rafforzamento delle strategie e dei moduli del sistema di polizia di prossimita’ che avvicina, rendendolo protagonista e non spettatore, il cittadino al sistema sicurezza e ai suoi operatori”. Lo sottolinea il Segretario Generale del sindacato di polizia Siulp Felice Romano, ”il primo sindacato di polizia del Comparto Sicurezza che da anni rivendicava con forza quest’atto normativo indispensabile a regolare l’attivita’ di questo settore e dei suoi operatori”. Romano rileva l’importanza, ”tra le tante attivita’ della polizia di prossimita”’, di ”utilizzare la musica quale strumento di efficace penetrazione nel processo di avvicinamento dei cittadini all’Istituzione Polizia e di educazione alla legalita’, in particolare dei giovani. La Fanfara della Polizia di Stato ha rappresentato un punto di riferimento importante per dare una risposta anche a quelle richieste di cittadini che, per condizioni oggettive e per difficolta’ logistiche non consentivano l’impiego della banda musicale”. ”Quest’ultima, infatti, composta da eccellenti professionisti, come i colleghi della fanfara, che debbono pero’ esibirsi in formazione non inferiore alle 80 unita’, prevede la disponibilita’ di teatri o grandi spazi con un’acustica idonea affinche’ si possa realizzare la rappresentazione musicale agli alti livelli cui la banda ha ormai abituato i propri ascoltatori. Ecco perche’ da oltre vent’anni vi era stata la scelta di individuare una formazione ristretta di musicisti che, oltre ad essere in grado di esibirsi a cavallo potessero anche eseguire altissime prestazioni di pezzi musicali in ambienti piccoli che non potevano ospitare l’intera banda”. Per questo a giudizio di Romano era ”indispensabile che vi fosse una regolamentazione per legge sull’impiego, le finalita’ e le modalita’ con cui questo reparto doveva operare”