Contratto Area Dirigenziale: verso la definizione

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Nel pomeriggio del 7 luglio 2025, si è tenuta, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica (Ufficio Relazioni Sindacali) presieduta dal Dr. Eugenio GALLOZZI, la seconda riunione tecnica avente ad oggetto la stipula del primo contratto dei Dirigenti della Polizia di Stato e riferentesi, in particolare, al triennio 2018-2020.

In siffatta sede si è addivenuti, dopo che il SIULP ha rappresentato l’esiguità delle risorse relativamente ai trienni 2018-2020 e 2021-2023, alla necessità di addivenire ad una soluzione che consenta una celere chiusura, al fine di strutturare risorse per il terzo triennio 2024-2026 che possano consentire l’individuazione di precisi istituti per la valorizzazione della funzione dirigenziale dei Dirigenti della Polizia di Stato.

In tale ambito, qualora non si voglia arrivare ad una rottura delle trattative con una manifestazione per denunciare l’esiguità delle risorse dei primi due trienni contrattuali l’unica strada percorribile rimane l’attribuzione di una cifra “una tantum” che, senza entrare in specifici istituti contrattuali, comunque valorizzi la funzione dirigenziale svolta dai Colleghi.

Il tutto con l’impegno della Parte pubblica ad aprire il confronto per il triennio 2024-2026 entro il mese di settembre prossimo avendo a disposizione 54 milioni di euro strutturali per cominciare a disegnare un’architettura retributiva della parte accessoria che tenga conto in modo specifico delle alte funzioni e responsabilità che i nostri Dirigenti quotidianamente si assumono nell’espletamento del proprio servizio.

E ciò, con particolare riferimento alle responsabilità legale alla funzione di Autorità di Pubblica Sicurezza e di direzione di servizio di ordine pubblico, non solo sul versante penale, ma anche su quello civilistico ed erariale.

La Parte pubblica, preso atto delle rivendicazioni del SIULP e degli obiettivi indicati nella sua esposizione ha convenuto su una possibile soluzione rapida inerente ai due trienni 2018-2020 e 2021-2023 anche attraverso l’attribuzione di una “una tantum” che andasse a sancire la suddetta valorizzazione della funzione dirigenziale, per poi entrare nel merito dei singoli istituti a partire dal mese di settembre sul tavolo inerente al terzo triennio 2024-2026, avendo per quel triennio la possibilità di utilizzare le suddette risorse strutturali pari a circa 54 milioni di euro.

A tal proposito si evidenzia che la contrattazione riguarderà gli istituti ex art. 46, comma 2, del d.lgs. n. 95 del 2017, ossia, come noto, a) il trattamento accessorio; b) le misure per incentivare l’efficienza del servizio; c) il congedo ordinario, il congedo straordinario o le licenze; d) l’aspettativa per motivi di salute e di famiglia o l’aspettativa per infermità e per motivi privati; e) i permessi brevi per esigenze personali; f) le aspettative i distacchi e i permessi sindacali; g) il trattamento

di missione e di trasferimento; h) i criteri di massima per la formazione e l’aggiornamento professionale; i) i criteri di massima per la gestione degli enti di assistenza del personale.

Il Siulp ha, inoltre, richiesto di avere una tabella analitica delle risorse destinate all’attribuzione dell’”una tantum”, nonché di chiarire come effettuare la contrattazione degli istituti che sulla contrattazione dell’area non dirigenziale insistono sul secondo livello di contrattazione (FESI), quale, ad esempio, la reperibilità, atteso che è prioritario, prima ancora della individuazione degli altri istituti, perequare quelle voci che insistono sul FESI ,ovvero che vanno adeguate per effetto dell’ultimo contratto sottoscritto il 18 dicembre dello scorso anno per l’area non dirigenziale (es., indennità oraria di missione).

La parte pubblica ha detto che convocherà, pertanto, le parti a stretto giro non appena il MEF avrà definito le su citate tabelle.

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