nota al Capo della Polizia dal Segretario Generale:
“Questa O.S. intende porre alla Sua attenzione una tematica che, a parere di scrive, risulta essere stata trascurata dall’Amministrazione, pur essendo, di converso, di rilevanza centrale nell’ambito di una efficace organizzazione amministrativa, in quanto volta a garantire il rispetto dei principi costituzionali di legalità, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa. Non ultimo, altro aspetto di non poca rilevanza, la corretta applicazione della norma che qui interessa, tutela la dignità e l’integrità di tutti i colleghi chiamati ad assolvere, ai vari livelli, i compiti istituzionali di cui all’articolo 24 della legge di riforma del 1981.
Ci riferiamo alla tematica della prevenzione della corruzione amministrativa e della trasparenza, sulla quale il Siulp, da tempo, rappresenta che troppo poco si è fatto ovvero si sta facendo, in specie in due “macro-settori a rischio”, ossia l’area concorsuale, in tutti i segmenti e quella contrattuale (espressamente individuate come tali, per tutte le PP.AA., dal Piano nazionale anticorruzione del 2013).-
In questi settori di indubbio impatto strategico per l’Amministrazione, ci viene segnalato che:
- la quasi totale assenza di formazione ed aggiornamento: poche sono le articolazioni che risultano aver curato, con sensibilità e precisione, i predetti adempimenti informativi nei confronti di dirigenti e di tutto il personale (sul punto, le adduciamo un esempio recente: come è noto, un istituto-chiave per la prevenzione della corruzione pubblica è, pacificamente, costituito dal c.d. “whistleblower”, ridisegnato, dal legislatore, nel 2017, con la riscrittura dell’articolo 54-bis del d.lgs. n. 165/2001 e dall’A.N.A.C., nel 2021, con le nuove Linee-guida n. 469. Ci consta che su questo fondamentale aspetto della normativa anticorruzione non sia stato tenuto alcun briefing di aggiornamento, malgrado la delicatezza del tema, omettendo così di consentire ai colleghi il ricorso a questo importante strumento e, eventualmente, alle OO.SS. di intervenire in fase successiva);
- la mancata applicazione della c.d. “rotazione ordinaria” in tutte o quasi le aree a rischio corruzione: nonostante questa misura, introdotta, nel 2010, dalla “legge Severino” e riaffermata dall’A.N.A.C. nel P.N.A. del 2019, sia assurta a vero e proprio principio organizzativo, appare evidente una scarsa applicazione in concreto da parte dell’Amministrazione (sia nella composizione delle commissioni di concorso, che di quelle di gara, oltre che nell’attribuzione, nell’ambito di queste ultime procedure, dei delicati incarichi di componenti di commissioni di collaudo, di responsabile unico del procedimento e di direttore dell’esecuzione del contratto. Ci viene, altresì, segnalata una applicazione pressoché nulla del principio di rotazione e, in ogni caso anche se richiesta, non viene fornita alcuna motivazione, nell’atto iniziale della procedura, circa la sua mancata applicazione). Giova, inoltre, rammentare che l’A.N.A.C., ha espressamente indicato alle Amministrazioni pubbliche una serie di misure alternative alla rotazione ordinaria, quali best practices da seguire per impedire il verificarsi di fenomeni corruttivi, fra le quali anche la c.d. “rotazione funzionale”, consistente nella “modifica periodica di compiti e responsabilità,, anche con una diversa attribuzione delle pratiche secondo un criterio di causalità”, misure che, almeno per quanto ci risulta, sono, ad oggi, in toto disapplicate dall’Amministrazione;
- la trasparenza amministrativa: quale misura fondamentale dell’intera normativa in materia di contrasto della corruzione pubblica, essa ha trovato, nella nostra Amministrazione, un’applicazione esclusivamente formale, senza contare la omessa pubblicazione dei curricula dei dirigenti.
In conclusione, pur consapevoli che molte procedure nella nostra Amministrazione sono tuttora, purtroppo, ancorate al famigerato principio “si è fatto sempre così”, l’attuale esposizione, a carattere personale e con il proprio patrimonio, per eventuali rilievi che dovessero essere contestati, fa emergere l’esigenza, soprattutto dei colleghi interessati alla mancata rotazione, di una corretta applicazione dei principi e delle direttive emanate in merito dall’ANAC, anche a seguito degli aggiornamenti normativi che si sono susseguiti, e di linee guida chiare e trasparenti che tutelino i singoli che ricoprono gli incarichi nei vari settori.
Per questo, signor Capo della Polizia, ci rivolgiamo a Lei confidando, conoscendo la sensibilità e l’attenzione che pone per il benessere e la tutela dei propri dipendenti nell’ambito delle attività di servizio che gli stessi svolgono, in un intervento concreto e fattivo volto a risolvere le problematiche sopra sunteggiate al fine di ridare serenità a chi opera nei richiamati settori e anche per evitare che, l’A.N.A.C., d’iniziativa o perché sollecitata in merito, possa assumere determinazioni, anche sanzionatorie, di diretta competenza