Di seguito riportiamo la lettera a firma congiunta del cartello
Signor Ministro,
registriamo alcune indiscrezioni circa la presunta volontà di una parte del Governo di applicare al personale delle Forze di Polizia le norme del D.L.vo n. 150 del 27 ottobre 2009 che riguardano la misurazione e la valutazione delle “performance” individuali e collettive, e, quindi, la distribuzione delle risorse destinate al trattamento accessorio, sulla base delle tre fasce previste dal citato provvedimento. Siamo, quindi, costretti a chiederle di esplicitare il Suo orientamento al riguardo, dal momento che l’applicazione della predetta normativa, oltre ad essere illegittima, determinerebbe un ingiusto danno economico ad operatori che, secondo le Sue stesse valutazioni, stanno svolgendo un ruolo importante nel garantire più elevati livelli di sicurezza ai cittadini.
Illegittima, dicevamo, sarebbe l’applicazione di quel complesso di norme perché l’art. 1 del citato Decreto fa espresso riferimento all’art. 2, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 per individuare le pubbliche amministrazioni alle quali si applica la riforma, e fa espresso riferimento all’art. 3 del predetto Decreto L.vo 165/2001 per individuare le pubbliche amministrazioni, tra le quali rientrano le Forze di Polizia, che continuano ad essere disciplinate dai rispettivi ordinamenti, ed alle quali, dunque, la riforma non si applica.
Disastrosa, dal punto di vista degli strumenti di incentivazione del merito e, quindi, dal punto di vista dei riflessi economici per il personale, sarebbe l’applicazione agli operatori delle Forze di Polizia di una norma che già prevede, in astratto, che il 25% del personale delle fasce di base è escluso da qualsiasi trattamento accessorio collegato alla performance individuale. Una norma che noi consideriamo di dubbia legittimità per i lavoratori in generale, ma assolutamente inaccettabile per funzioni, come quelle di polizia, che vengono esercitate spesso in condizioni di elevato disagio e rischio, e per certi aspetti senza soluzione di continuità, con riferimento agli obblighi connessi alla qualifica di agenti o ufficiali di polizia giudiziaria attribuita al personale di quella fascia.
È la specificità delle funzioni di polizia che verrebbe messa in discussione, signor Ministro, se attraverso ardite e improbabili interpretazioni della legge si dovesse applicare la citata normativa al comparto sicurezza. Una specificità che per ora è riconosciuta soltanto nella legge, e che verrebbe cancellata prima ancora di essere concretamente riconosciuta. Per questo ci attendiamo un’autorevole conferma delle nostre valutazioni e un Suo fattivo impegno perché nell’ambito dell’Esecutivo si scelga l’unica strada possibile di incentivazione del merito per gli operatori di polizia, quella del contemporaneo riconoscimento dell’impegno dimostrato e dei risultati raggiunti.
Distinti saluti
Roma 5 febbraio 2010