Il Vademecum illustrato circa i rischi di esposizione a contagio da malattie infettive, preannunciato dal neo Direttore Centrale del Servizio Sanitario della Polizia di Stato Roberto SANTORSA è l’intervento che, auspicato più volte dal Siulp insieme ad una profilassi, oggi già iniziata in maniera strutturata, potrà finalmente dare la necessaria serenità agli operatori delle Forze di Polizia che, quotidianamente sono impegnati nella delicata e defatigante opera di accoglienza degli immigrati che giornalmente arrivano a migliaia sulle nostre coste.
È quanto afferma Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP, nel commentare l’annuncio del Viminale relativo al l’imminente uscita del Vademecum sui rischi da contagio e come comportarsi nei casi di contatti con persone a rischio.
La preoccupazione di contrarre qualche elemento patogeno di malattie infettive, legittima e sacrosanta dei poliziotti impegnati in questo esodo epocale che vede circa 100mila stranieri giungere da luoghi ritenuti a rischio, richiedeva un intervento del Dipartimento della P.S. proprio nella direzione di fornire uno strumento pratico e preciso sui rischi e le modalità operative da porre in essere in situazioni border line.
Ecco perché il vademecum, insieme alla profilassi, è la giusta e urgente risposta che ci si attendeva.
Certo la cosa migliore sarebbe la certezza di essere completamente immuni da questo rischio. Purtroppo, però procedure che annullino completamente il rischio di contagio in situazioni come quella che si sta affrontando non esistono; ecco perché avere il perimetro reale del rischio aiuta tutti a lavorare con serenità e meglio evitando allarmismi che, per quanto animati di buone intenzioni finiscono per procurare più danni che aiuti.
Ecco perché, conclude ROMANO noi siamo per interventi concreti e mirati, che aiutino concretamente ad evitare ogni rischio di contagio, piuttosto che limitarci a gridare solo al lupo al lupo per finalità che, almeno in apparenza non sempre, sembra, hanno attinenza con la reale tutela dei poliziotti.
IMMIGRATI: SIULP, BENE VADEMECUM INFORMATIVO SU MALATTIE INFETTIVE = ‘AI POLIZIOTTI OCCORRONO SERENITA’ E CERTEZZE PER FAR BENE IL PROPRIO LAVORO’
Roma, 8 ago. (Adnkronos) – “Il vademecum illustrato circa i rischi di esposizione a contagio da malattie infettive, preannunciato dal neo direttore centrale del servizio sanitario della Polizia di Stato, Roberto Santorsa, è l’intervento che, auspicato più volte dal Siulp insieme ad una profilassi, oggi già iniziata in maniera strutturata, potrà finalmente dare la necessaria serenità agli operatori delle forze di polizia che, quotidianamente sono impegnati nella delicata e defatigante opera di accoglienza degli immigrati che giornalmente arrivano a migliaia sulle nostre coste”. Lo ha dichiarato Felice Romano, segretario generale del Siulp (Sindacato italiano dei lavoratori della Polizia di Stato) nel commentare l’annuncio del Viminale relativo al vademecum sui rischi da contagio e come comportarsi nei casi di contatti con persone a rischio.
“La preoccupazione di contrarre qualche elemento patogeno di malattie infettive – sottolinea Romano – legittima e sacrosanta dei poliziotti impegnati in questo esodo epocale che vede circa 100mila stranieri giungere da luoghi ritenuti a rischio, richiedeva un intervento del dipartimento della polizia di stato proprio nella direzione di fornire uno strumento pratico e preciso sui rischi e le modalità operative da porre in essere in situazioni border line”.
“Ecco perché – afferma – il vademecum, insieme alla profilassi, è la giusta e urgente risposta che ci si attendeva”.”Certo la cosa migliore – rimarca il segretario generale – sarebbe la certezza di essere completamente immuni da questo rischio”
“Purtroppo – rileva Romano – procedure che annullino completamente il rischio di contagio in situazioni come quella che si sta affrontando non esistono”.
“Ecco perché – spiega Romano – avere il perimetro reale del rischio aiuta tutti a lavorare con serenità e meglio evitando allarmismi che, per quanto animati di buone intenzioni finiscono per procurare più danni che aiuti”.
“Noi siamo per interventi concreti e mirati – conclude – che aiutino concretamente ad evitare ogni rischio di contagio, piuttosto che limitarci a gridare solo al lupo al lupo per finalità che, almeno in apparenza non sempre, sembra, hanno attinenza con la reale tutela dei poliziotti”