Quanto accaduto a Rimini, che è l’ennesimo episodio di aggressione alle Forze di Polizia nella convinzione ormai assoluta da parte della criminalità di una totale impunità, è la prova che se il governo non interviene immediatamente per ripristinare l’autorevolezza delle Istituzioni e dei suoi servitori, il rischio è di una anarchia totale nella quale la criminalità e i criminali la faranno sempre più da padroni.
Non vogliamo entrare nella polemica se è colpa delle leggi o della magistratura per come le interpreta nella loro applicazione, giacché quello che conta è il risultato finale.
E oggi, dopo l’ennesimo “schiaffo” dato alla collega di Rimini che, fuori dall’orario di lavoro atteso che i poliziotti sono permanentemente in servizio, ha difeso delle donne oggetto di aggressione e riscontrato il silenzio assordante anche delle Istituzioni, che invece non hanno mancato di esprimere solidarietà quando le aggredite non indossavano l’uniforme, un dato emerge con chiarezza. Se lo Stato non è in grado di tutelare se stesso, e quindi chi lo serve e lo rappresenta, a maggior ragione quando si tratta delle Forze di Polizia, vuol dire che lo Stato non è in grado di difendere i cittadini.
E’ quanto afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, in una nota che commenta la mancata carcerazione del cittadino straniero che ha aggredito e mandato in ospedale la poliziotta di Rimini, alla quale esprime vicinanza e solidarietà per quanto subito.
Far finta che tutto questo sia solo un problema dei poliziotti o delle forze dell’ordine in genere, senza intervenire con leggi che tutelano chi rappresenta lo Stato nell’esercizio delle sue funzioni, significa dare un segnale chiaro alla criminalità e ai cittadini: giacché se non si interviene con norme severe che prevedono pene certe e immediate per chi rappresenta le Istituzioni significa che la criminalità è ormai “padrona” del territorio e che i cittadini sono abbandonati a loro stessi.
Mi auguro, conclude Romano, che il governo rifletta su quanto sta avvenendo e intervenga immediatamente per fermare questo clima di anarchia che sta destrutturando, in modo irreversibile, la coesione sociale e le stesse Istituzioni.
Lanci di agenzia
Scarcerato dopo aver picchiato poliziotta; Siulp, è anarchia
Sindacato, Governo rifletta e intervenga per fermarla
(ANSA) – BOLOGNA, 2 DIC – La scarcerazione dell’aggressore di una poliziotta a Rimini è per il Siulp “la prova che se il governo non interviene immediatamente per ripristinare l’autorevolezza delle istituzioni e dei suoi servitori, il rischio è di una anarchia totale”.
Felice Romano, segretario del sindacato, solidarizza con la collega spiegando di non voler entrare nella polemica “se è colpa delle leggi o della magistratura per come le interpreta nella loro applicazione”.
Il marocchino che sabato pomeriggio aveva aggredito la poliziotta a pugni in un parco a Rimini è tornato infatti in libertà: processato per direttissima, ha chiesto i termini a difesa. Il giudice ha convalidato l’arresto ma senza la misura restrittiva in carcere e non ha disposto alcuna misura restrittiva come l’obbligo di firma. L’udienza è stata aggiornata al 19 dicembre. Romano bolla l’episodio riminese come l’ennesimo “schiaffo” a un poliziotto che fuori dall’orario di lavoro ha difeso delle donne vittime di aggressione.
“Se non si interviene con norme severe che prevedono pene certe e immediate per chi rappresenta le istituzioni significa che la criminalità è ormai ‘padrona’” spiega, invitando il governo a riflettere e a intervenire “per fermare questo clima di anarchia”.