In tutte le guerre, e quella contro le mafie è una guerra, ci deve essere sempre un momento per ricordare il sacrificio di tutti coloro, donne e uomini che, come il Prefetto DALLA CHIESA, la moglie e l’Agente RUSSO, sono caduti sotto la ferocia assassina dei sicari mafiosi solo perché avevano scelto di vivere da uomini liberi poiché nessun’altra vita, per loro come per noi che abbiamo giurato fedeltà alla Repubblica e alle sue Istituzioni democratiche, può essere degna di essere vissuta. Perché con le mafie non si convive, piuttosto si muore come hanno fatto, per anni poliziotti, carabinieri, magistrati prefetti e cittadini onesti.
Oggi è il momento sacro della memoria di Dalla Chiesa, della moglie e dell’agente Russo, del loro ricordo, della celebrazione ma anche della condivisione dei nostri valori di libertà e di democrazia, che sono alla base della nostra civiltà, per onorare come si conviene chi ha mantenuto la propria fede ai valori di libertà e legalità sino al sacrificio estremo.
Lo afferma Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP, che, nel ricordare la memoria del Prefetto Dalla Chiesa, di sua moglie e del collega Russo, sottolinea come la guerra alle mafie, nonostante i duri colpi inferti sinora, non è ancora definitivamente vinta e quanto sia importante rammentare la fede dei caduti perché essa, ancora oggi, anima la nostra azione e la nostra convinzione nel continuare la lotta.
Ecco perché, conclude Romano, la commemorazione di questi “eroi silenziosi” ci deve essere da monito e da insegnamento: da monito perché non dobbiamo concedere vantaggi al nemico e non dobbiamo dargli tregua, da insegnamento perché oggi, dopo tanti successi ma anche troppi sacrifici di persone oneste, ognuno di noi si deve convincere che questa guerra può essere vinta solo con un cambio culturale e non solo con la forza o con le armi. Giacché è solo grazie ad una forte e convinta consapevolezza di tutti, e non sono degli addetti ai lavori, che può generare una maggiore affermazione di legalità, giustizia e sicurezza che sono gli ingredienti imprescindibili e necessari per lo sviluppo e il benessere sociale, condizioni queste che sono i veri nemici della mentalità mafiosa.
Lanci di agenzia
Dalla Chiesa: Siulp, con le mafie non si convive
(ANSA) – ROMA, 3 SET – «In tutte le guerre, e quella contro le mafie è una guerra, ci deve essere sempre un momento per ricordare il sacrificio di tutti coloro, donne e uomini che, come il prefetto Dalla Chiesa, la moglie e l’agente Russo, sono caduti sotto la ferocia assassina dei sicari mafiosi solo perché avevano scelto di vivere da uomini liberi. Con le mafie non si convive, piuttosto si muore come hanno fatto, per anni poliziotti, carabinieri, magistrati prefetti e cittadini onesti».
Lo dice Felice Romano, segretario del sindacato di polizia Siulp, nel 33° anniversario dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
«La commemorazione di questi ‘eroi silenziosi´ – spiega Romano – ci deve essere da monito e da insegnamento: da monito perché non dobbiamo concedere vantaggi al nemico e non dobbiamo dargli tregua, da insegnamento perché oggi, dopo tanti successi ma anche troppi sacrifici di persone oneste, ognuno di noi si deve convincere che questa guerra può essere vinta solo con un cambio culturale e non solo con la forza o con le armi».