Ha ragione il Prefetto Gabrielli quando afferma che in un Paese civile non si può chiedere ai poliziotti di lavorare 10/12 ore al giorno per garantire maggiore sicurezza nelle fasce serali e notturne, attesa la cronica carenza di organico determinato dal blocco del turn-over che i governi hanno sentenziato negli ultimi 10 anni, offrendo loro in contro partita circa 4 euro all’ora. In sostanza meno dell’ora ordinaria di lavoro.
Se non fossimo in Italia, in una democrazia avanzata che tutti indicano come il Paese che ha una delle migliori polizie al mondo, visto il modo in cui i poliziotti vengono retribuiti, la mente ci porterebbe immediatamente a scenari di oltre oceano dove in passato, quelli che venivano costretti a lavorare nelle medesime condizioni, erano paragonati agli schiavi.
Ecco perché, non solo plaudiamo al coraggio ed alla responsabilità del Capo della Polizia che ha denunciato questo stato di cose, aggiungendosi alle denunce che il Siulp fa ormai da anni, ma sosteniamo questa sua rivendicazione richiamando l’attenzione del premier e del governo nel suo insieme affinché si trovi una soluzione per rendere quanto meno accettabile ciò che oggi è lungi dall’essere dignitoso.
Per questo rivendichiamo uno stanziamento ad hoc, nel pieno rispetto della specificità del Comparto Sicurezza, preannunciando che se così non sarà ci sarà la naturale e obbligata risposta con una protesta eclatante.
E’ quanto afferma Felice Romano, Segretario Generale del Siulp, in merito alla denuncia fatta dal Prefetto Gabrielli rispetto all’esiguità con cui viene remunerata la prestazione straordinaria dei poliziotti.
Auspichiamo, conclude Romano, che il governo prenda coscienza di questa intollerabile situazione ponendovi un rimedio. Giacché è veramente intollerabile ed inammissibile che chi per mission istituzionale è deputato al contrasto del lavoro nero né è la prima vittima.
Stendiamo un velo pietoso sui tempi con cui viene pagato questo “lavoro nero”
Rimini, 16 dicembre 2019.