Agenti in Prova del 202° Corso – Criticità ricettive nelle sedi di assegnazione

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    Con l’assegnazione degli Agenti in prova del 202° Corso, effettivi ai rispettivi reparti da ieri, è stata scritta una ulteriore pagina di pessima gestione del personale. Secondo le norme dell’Ordinamento, e segnatamente del combinato disposto degli artt. 6 bis del D.P.R. 335/1982, e 49 del D.P.R. 782 del 1985, fino al completamento del quadrimestre applicativo questi neo Colleghi sono da considerare, ad ogni effetto, quali frequentatori di corso. Con la conseguenza che sono tenuti alla stessa stregua di qualunque altro frequentatore, ad alloggiare presso le strutture individuate dall’Amministrazione. Sulla quale incombe, per converso, il dovere di assicurare loro vitto e alloggio.
    La questione della inidoneità delle strutture messe a disposizione da taluni uffici territoriali è tutto tranne che inedita. Ce ne siamo occupati, da ultimo, in occasione dell’assegnazione del precedente Corso, allorquando abbiamo messo in evidenza (con nota del 23 novembre 2018) le esasperanti condizioni nelle quali si erano venuti a trovare i malcapitati Agenti in Prova assegnati alla Questura di Lucca, per i quali si era pensato bene di individuare alloggi presso il Commissariato di Lucca, distante circa 30 km dalla sede di servizio, con ogni immaginabile disagio per chi, e non erano pochi, data la giovane età non disponeva di un veicolo proprio. Non immaginavamo però che, a distanza di pochi mesi, ci saremmo dovuti confrontare con situazioni che definire indecenti è forse riduttivo.
    Alcuni degli interessati ci hanno infatti inviato immagini dei locali presso cui sono stati sistemati – si fa per dire – di fronte alle quali è impossibile non provare rabbia e indignazione. Stanze con pareti che trasudano umidità e muffa, suppellettili che paiono recuperate da discariche e controsoffitti squarciati; bagni con piatti doccia sui quali ci sono formazioni calcaree di spessore tale che si fatica ad immaginare possano essere approcciate senza un senso di comprensibile ribrezzo; toilette nei bagni comuni con porte divelte che impediscono quindi anche la minima riservatezza. In definitiva veri e propri tuguri nei quali si pretenderebbe di far soggiornare per quattro mesi ragazzi ai quali, fino a ieri, si è spiegato che, anche fuori dal servizio, sono chiamati a tenere comportamenti conformi al decoro delle funzioni. L’auspicio è che non prendano esempio da come l’Amministrazione ha inteso trattarli.
    Ma non è solo l’increscioso stato dei locali ad evidenziare l’inqualificabile disattenzione dell’Amministrazione. In alcuni contesti le strutture che ci sforziamo di definire come ricettive sono ubicate a decine di km dagli Uffici presso i quali gli Agenti in Prova devono svolgere il tirocinio, con tempi di percorrenza per gli spostamenti superiori ad un’ora, e con la mancanza di mezzi pubblici che coprano le distanze in questione.
    Siamo quindi a chiedere un urgentissimo incontro, nel corso del quale metteremo volentieri a disposizione la eloquente documentazione in nostro possesso, per individuare una soluzione che nell’immediato possa sopperire alla gravissima mancanza di sensibilità dell’Amministrazione, e che soprattutto restituisca ai Colleghi interessati la dignità violata.

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