Ai diciottenni il voto per l’elezione del Senato della Repubblica

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La legge di riforma costituzionale, che parifica a quello della Camera l’elettorato attivo del Senato, dopo l’approvazione definitiva da parte del Senato (testo qui sotto allegato) è stata promulgata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella giornata di martedì 19 ottobre 2021, a tre mesi di distanza dal sì definitivo di palazzo Madama, per consentire l’eventuale richiesta di un referendum conservativo.

In Senato, la riforma della Costituzione aveva raccolto il voto favorevole di 178 senatori, mentre 5 avevano votato contro e 30 avevano preferito la via dell’astensione.

La legge costituzionale n. 1/2021 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore il 4 novembre 2021.

Bisognerà attendere tre mesi per l’entrata in vigore perché a causa di alcune assenze non si è arrivati ai due terzi”.

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L’art. 58 della Costituzione, nella sua originaria formulazione, prevede che l’elezione dei senatori avvenga a suffragio universale e diretto chiamando al voto gli elettori e le elettrici che abbiano superato il venticinquesimo anno di età. Per essere eleggibili a senatrici o senatori, il requisito anagrafico è il compimento del quarantesimo anno di età.

La riforma costituzionale va quindi a ritoccare l’art. 58 sopprimendo il requisito del superamento del 25esimo anno di età richiesto per poter votare i futuri senatori.

Rimane, invece, la possibilità di eleggere a senatori solo coloro che abbiano compiuto almeno 40 anni, nonostante in un primo momento si fosse pensato di eliminare anche questo requisito, abbassando l’età minima per essere eletti senatori a 25 anni. Ipotesi che è saltata lasciando dunque inalterato l’età minima richiesta di 40 anni.

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