In una lettera al Ministro dell’interno il Segretario generale Felice Romano ha manifestato vivo apprezzamento per la posizione da questi assunta durante l’elaborazione dell’oramai prossimo pacchetto sicurezza: rinunciare agli espedienti (le ronde, l’inasprimento delle pene, l’introduzione di nuovi reati) e puntare invece sul ripristino degli organici delle Forze di polizia e sulla valorizzazione della professionalità dei poliziotti sono i meriti del Ministro, che imprime così una svolta epocale della politica sulla sicurezza, segnando un punto di non ritorno: si comprende finalmente che l’emergenza è strutturale e che i provvedimenti tampone, come ad esempio l’uso dell’Esercito in funzioni di polizia, sono destinati al fallimento.
È ora il caso di pensare seriamente al ripristino dei concorsi pubblici per far fronte al vuoto d’organico delle Forze di polizia.
Il meccanismo, introdotto da qualche anno, che prevede obbligatoriamente un servizio di alcuni anni nell’Esercito per poter accedere alla Polizia di Stato o all’Arma dei carabinieri, non ha dato gli esiti sperati: c’è un problema di adattamento degli ex militari al contesto della Polizia di Stato, si rallentano i tempi di formazione e si creano problemi di precariato, perché capita che alla fine del servizio manca la possibilità di essere assunti.
Si assumano pertanto subito le migliaia di “precari” per far fronte al vuoto d’organico e si ripristini poi il concorso pubblico.
[attachments template=template_1]