Tav: Romano (Siulp) attacchi eversivi. Sequestrare sito e fermare chi osanna questi atti perché colpevole o complice.
Esprimo solidarietà e vicinanza ai Colleghi e ai militari vittime dell’azione violenta con cui si è voluto colpire chi rappresenta lo Stato in Val di Susa a difesa dei cantieri TAV.
Le modalità, la premeditazione e le armi usate non lasciano più dubbi. Si tratta di atti di eversione contro lo stato democratico e chi lo rappresenta nel servirlo a difesa della sicurezza dei lavoratori e dei cantieri. Quanto accaduto ieri sera non consente più a nessuno di avere alibi. O si prendono in modo netto e chiaro le distanze da questi atti di terrorismo oppure si sarà complici, qua romeni morali, di aver dato di nuovo alla stura alla stagione di sangue come quella che ha caratterizzato gli anni di piombo nel nostro paese.
Il clima comincia a diventare lo stesso. Speriamo solo che gli errori di allora non si ripetano anche in questo caso dopo quanto si è verificato ieri sera. Occorre una risposta immediata e concreta da parte dello Stato per arginare questa deriva eversiva che caratterizza l’innalzamento del livello di bieca violenza con cui, sotto la bandiera dei No Tav, si
stanno effettuando vero e propri attacchi militari alla nostra democrazia.
Così in una nota Felice ROMANO, Segretario Generale del Siulp commenta il gravissimo e
violento attentato perpetrato, con modalità e armi militari, ieri sera contro poliziotti e militari a difesa dei cantieri in Val di Susa.
Ringrazio la Ministra Lamorgese per la sua vicinanza e per aver preannunciato un aumento del contingente a difesa dei cantieri della Tav.
Questo è importante, sottolinea Romano, ma non basta. Giacché ci troviamo di fronte a tecniche e violenza tipiche dell’eversione e agli atti terroristici si deve rispondere con mezzi legislativi urgenti e appropriati se vogliamo interrompere quella che si prefigura come una grave scia di sangue al pari di quella registrata negli anni si piombo del terrorismo degli anni 70.
Per questo, senza indugi e nel condannare chi ancora tentenna nel silenzioso dell’indecisione rispetto a quale parte condannare per quanto avvenuto, chiediamo un intervento urgente affinché chi sul proprio sito, che a nostro giudizio va immediatamente oscurato, inneggia a queste azioni eversive sia immediatamente fermato e sentito. Giacché delle due l’una: o è correo di quanto accaduto oppure è complice e sostenitore. Di fatto, in entrambi i casi riteniamo che sia obbligatoria e doverosa un’azione giudiziaria per accertare compiutamente i fatti.
Questo episodio conferma una violenza ripetuta e continua di chi, eversivamente, usa la Val di Susa come campo di battaglia per attaccare lo Stato con azioni di guerriglia con connotazioni sempre più eversive.
A questo punto, conclude il leader del Siulp, ci aspettiamo una risposta giudiziaria e legislativa chiara e concreta che colpisca chi sta alimentando questa strategia della tensione sulla pelle di poliziotti e militari in modo da riaffermare sia l’autorevolezza dello Stato democratico ma anche il principio che quando si attacca in modo frontale la democrazia lo Stato ha il dovere prima ancora del diritto di diversi difendere.
Su questo ci aspettiamo una risposta immediata e concreta.
Roma, 1° agosto 2021