Calcio: Siulp
, indignazione per protesta tifosi Aglianese
Solidarietà a famiglia Raciti
(ANSA) – ROMA, 29 OTT – La provocazione di alcuni tifosi dell’Aglianese calcio che non entreranno nello stadio “Filippo Raciti” perché contrari alla sua intitolazione all’ispettore morto a Catania nel 2007 “suscita sgomento, indignazione e anche rabbia in tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato e di tutte le Forze dell’ordine che annoverano tantissimi, troppi caduti proprio per servire lealmente e fedelmente il Paese, i cittadini e i valori democratici che la nostra Costituzione contiene”. Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del Siulp
. Romano, nel condannare l’episodio, sottolinea due aspetti importanti. Il primo riguarda il richiamo alla giustizia sportiva “affinché intervenga immediatamente sulla vicenda per censurare pesantemente queste atteggiamenti”. La seconda attiene al “silenzio assordante di tutto il tifo del mondo del calcio che, in un caso come questo, dovrebbe condannare senza se e senza ma anche un solo tifoso, figuriamoci un gruppo nutrito come quello che ha preannunciato una simile disdicevole azione, proprio per prendere le distanze da simili atteggiamenti e ridare nobiltà e credibilità a uno sport così seguito nel nostro paese e che spesso è anche di insegnamento alle giovani generazioni”. Romano esprime quindi “anche a nome di tutto il mondo in uniforme la incondizionata vicinanza e solidarietà a Marisa Raciti e a tutta la famiglia” sperando che “non solo le Istituzioni ma anche il mondo del calcio faccia lo stesso affinché lei e i suoi figli possano continuare ad avere almeno la consolazione che il sacrificio di Filippo non sia stato vano”.
CALCIO: SIULP, sgomento e indignazione per protesta tifosi Aglianese nei confronti di Filippo RACITI che, come tanti altri servitori dello stato, ha dato la vita per il Paese.
Solidarietà alla famiglia RACITI.
La provocazione di alcuni tifosi dell’Aglianese calcio secondo la quale non entreranno nello stadio “Filippo Raciti” del Quarrata Olimpia in occasione del derby di promozione, con l’intenzione di rimanere fuori dall’impianto sportivo perché contrari alla sua intitolazione a Raciti morto a Catania nel 2007 durante degli scontri con i locali tifosi, suscita sgomento, indignazione e anche rabbia in tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato e di tutte le Forze dell’ordine che annoverano tentatissimi, troppi caduti proprio per servire lealmente e fedelmente il Paese, i cittadini e i valori democratici che la nostra Costituzione contiene.
Lo afferma Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP non appena ha appreso la notizia. Romano, nel condannare l’episodio, sottolinea due aspetti importanti.
Il primo riguarda il richiamo alla giustizia sportiva affinché intervenga immediatamente sulla vicenda per censurare pesantemente queste atteggiamenti, auspicando altresì che altrettanto celere sia l’applicazione della normativa vigente relativamente ai fenomeni di violenza negli stadi poiché l’episodio in questione contiene violazioni per le quali entrambe le autorità, quella sportiva e quella giudiziaria intervengano.
La seconda, ancora più urgente, attiene al silenzio assordante di tutto il tifo del mondo del calcio che, in un caso come questo, dovrebbe condannare senza se e senza ma anche un solo tifoso, figuriamoci un gruppo nutrito come quello che ha preannunciato una simile disdicevole azione, proprio per prendere le distanze da simili atteggiamenti e ridare nobiltà e credibilità ad uno sport così seguito nel nostro paese e che spesso è anche di insegnamento alle giovani generazioni.
Concludo, sottolinea Romano, esprimendo, anche a nome di tutto il mondo in uniforme la incondizionata vicinanza e solidarietà a Marisa Raciti e a tutta la famiglia sperando che non solo le Istituzioni ma anche il mondo del calcio faccia lo stesso affinché lei e i suoi figli possano continuare ad avere almeno la consolazione che il sacrificio di Filippo non sia stato vano, anche perché diversamente, se la parte sana di questo sport non farà sentire la propria voce con forza, vorrà dire che con Filippo sono morti anche i valori essenziali della civile convivenza e quelli nobili che ogni competizione sportive dovrebbe avere.
Roma 29 ottobre 2016