Non ci sono parole per giudicare l’esecrabile comportamento dell’insegnante di Novara su un lutto così grave di un giovane che ha scelto di servire il Paese per garantire la sicurezza, la democrazia e la libertà a tutti i cittadini italiani.
Al collega Mario va tutto il nostro rispetto mentre ai sui familiari e all’Arma dei Carabinieri la vicinanza e il cordoglio per questa grave perdita. Quando si muore per garantire la sicurezza e la libertà degli altri, chi ha scelto di servire il Paese non si aspetta ringraziamenti.
E’ però paradossale e veramente inaccettabile che, sacrificando la propria vita per quella degli altri, si possa essere offesi in questo modo e così facilmente da chi, per mestiere, ha scelto di formare i nostri giovani e quindi il futuro del nostro Paese.
Ci chiediamo su quali valori si stanno formando i nostri giovani?
Ecco perché, non volendoci unire all’ormai consolidata prassi del tifo da stadio di chi è contro a prescindere o di chi è a favore a prescindere, non vogliamo giudicare questa insegnante. Ci aspettiamo però, considerato che non è il primo caso, che le più alte cariche istituzionali del nostro Paese intervengano immediatamente per verificare se questo caso è un fatto isolato o se, invece, occorre verificare il modello educativo che si sta attuando nelle nostre scuole e i valori alla sua base ai quali gli insegnanti, a prescindere dal proprio credo politico, dovrebbero attenersi.
E’ quanto afferma Felice Romano, Segretario Generale del Siulp, sulle tremende affermazioni fatte dall’insegnante di Novara in merito all’omicidio del vice brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello.
Ci aspettiamo un segnale forte e inequivocabile per ripristinare i valori fondanti posti alla base della nostra democrazia e ribaditi nella carta costituzionale dai padri fondatori.
Ce lo aspettiamo per evitare che questa crepa sociale non sia il seme per destabilizzare la nostra società, le sue istituzioni e di conseguenza il quieto vivere sociale.
Noi crediamo che gli italiani e le istituzioni non si rivedano in questa insegnante che non può assurgere a modello dei nostri giovani.
Roma, 28 luglio 2019