CDM: SIULP, Governo non dimostri avversione a Forze polizia che innesca protesta.

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Ultimo aggiornamento 19/01/2022

CDM: SIULP, Governo non dimostri avversione a Forze polizia che innesca protesta. Segua esempio Veneto per tutela legale e sanitaria.

Abbiamo appreso con sconcerto è forte preoccupazione, accompagnata da un senso profondo di abbandono e frustrazione, la notizia che il Consiglio dei Ministri vuole impugnare la Legge di Stabilità della Regione Veneto per l’anno 2016 perché istituisce un “Fondo Regionale per il Patrocinio Legale gratuito e per il sostegno alle spese mediche degli addetti alle Forze di Polizia e alle Polizie locali”. L’impugnativa sarebbe attivata sostenendo che tale iniziativa, che a giudizio del SIULP anziché avversata andrebbe mutuata da tutte le Regioni del nostro Paese o dallo stesso Governo, costituirebbe “una invasione nell’ambito assegnato dalla Costituzione al potere legislativo dello Stato in materia di ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e, pertanto vi sarebbe un travalicamento dei limiti della potestà legislativa regionale”.

Se ciò dovesse avvenire, le donne e gli uomini in uniforme non potranno che prendere atto di una volontà avversa nei loro confronti da parte dell’esecutivo e iniziare un protesta.

Lo afferma in una nota il Segretario Generale del SIULP Felice ROMANO.

Oggi, premette il leader del SIULP, abbiamo centinaia, forse migliaia di appartenenti alle Forze di Polizia e alla Polizia locale che, per “non essersi girati dall’altra parte” e aver fatto il loro dovere per difendere i cittadini e far rispettare la legge, si trovano indebitati in maniera pesantissima, con gravissime ripercussioni anche sulle proprie famiglie che in molti casi si distruggono proprio per il pesantissimo onere economico, per affrontare lunghi ed estenuanti processi che, come dimostrano i dati, li vedono poi assolti in quasi tutti i casi.

Così come abbiamo migliaia di colleghi che ogni giorno, per aver svolto il loro dovere ed aver ottemperato agli ordini legittimi che gli vengono impartiti per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica o per la difesa dei cittadini, sono vittime di gravissimi incidenti che in molti casi gli procurano ferite o persino handicap permanenti, mentre altre volte, purtroppo, li riducono addirittura in paraplegici. Il tutto con il benservito di appena qualche migliaia di euro da parte dello Stato e il peso di affrontare tali situazioni totalmente in solitudine con la propria famiglia.

Oggi, tuona ROMANO, il costo di questi percorsi, sia della tutela legale, che vede l’intervento dello Stato solo per 2.500 euro di anticipo – e che nel 70% delle volte, per pastoie burocratiche senza logica, frapposte da brontotecnocrati che non hanno nemmeno lontanamente il senso del significato di servire il Paese e i cittadini – non è seguito da nessun altro rimborso nonostante siano risorse stanziate con il contratto e quindi detratte dall’aumento dello stipendio, sia delle spese mediche, a cominciare dal ticket del pronto soccorso, per finire alle costose e lunghissime cure fisioterapiche senza le quali si rischia persino di perdere i requisiti psicofisici e quindi di perdere il lavoro, sono completamente a carico delle donne e degli uomini in divisa.

Una vera vergogna per uno Stato civile, ed in particolare per il nostro che, mentre costringe chi rischia la propria vita per la difesa delll’ordine e della sicurezza pubblica o per la salvaguardia dei cittadini e delle Istituzioni democratiche, prevede, almeno da quanto si legge nei vari reportage, polizze sanitarie per la tutela della salute dei parlamentari che, peraltro, sono estensibili anche ai loro familiari.

Ecco perché, conclude ROMANO, atteso che la misura è ormai colma, vogliamo dire al Governo con chiarezza che, se è vero che l’annuncio di voler impugnare la legge di stabilità del Veneto è solo un fatto di tecnicismo e non di sostanza, ebbene ci aspettiamo che lo stesso esecutivo faccia propria l’iniziativa del Veneto e seguendo quell’esempio faccia una norma propria con cui garantire in tutto il Paese tali sostegni. Se così non sarà, invece, beh allora sarà evidente per tutte le donne e gli uomini in uniforme che il governo pone in essere una chiara azione avversa a loro e non per tecnicismi. Così come sarà chiaro per tutti i cittadini il rischio che, forse, qualcuno di questi operatori, soprattutto se già in difficoltà economiche per proprie ragioni atteso ioli stipendi bassi e il contratto scaduto ormai da sei anni, ci pensi più di una volta prima di mettere a rischio la propria vita o anche la sola incolumità atteso che l’eventuale costo economico di quella scelta sarà totalmente a carico suo e della sua famiglia.

Lanci di agenzia

Agenpress

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