I rischi giuridici (e patrimoniali) dei lavoratori delle Forze di Polizia Criticità nell’applicazione della normativa sulla tutela legale – Riflessioni e proposte di modifica
Introduce
- Davide Battisti – Segretario Generale Siulp Verona
- saluti delle Autorità
intervengono:
- Silvano Filippi – Segretario Nazionale Siulp
- Avvocato Andrea Pansini – Patrocinante in Cassazione
- Prefetto Carmine Belfiore – Vice Capo Vicario della Polizia di Stato
- Senatore Maurizio Gasparri – Presidente Gruppo Senatori Forza Italia
- Onorevole Wanda Ferro – Sottosegretario di Stato al Ministero dell’interno
conclusioni:
- Felice Romano – Segretario Generale Nazionale Siulp
modera:
- Mario Poli – Vicedirettore Tg Verona – Telenuovo
NB: per accreditarsi è necessario inviare mail a accrediti@siulpverona.it
La notte del 21 febbraio 2005, nella prima periferia del capoluogo scaligero, gli operatori della Squadra Volanti della Questura di Verona Davide Turazza e Giuseppe Ciniarrusti, insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Civile alla Memoria, persero la vita nell’estremo tentativo di soccorrere una giovane prostituta ferita a morte da un rapinatore armato, a sua volta deceduto nel corso dello scontro a fuoco.
Il Siulp ha ritenuto di commemorare il ventennale di quella tragedia onorando il ricordo del sacrifìcio dei valorosi colleglli mettendo a confronto giuristi, politici e vertici della Polizia di Stato per ragionare della necessità di rivedere la normativa che disciplina il rimborso delle spese legali sostenute per essere stati chiamati a rispondere in sede penale, civile o contabile delle conseguenze dell’attività di servizio.
L’attuale impianto ordinamentale si rivela infatti inadeguato sia per la restrittiva interpretazione data alle disposizioni ordinamentali che presidiano la materia in questione, sia per sia per le lunghe e defatiganti procedure che gli interessati sono costretti ad affrontare prima di poter ottenere il ristoro di quanto anzitempo corrisposto ai propri difensori. Vi sarà modo anche di discutere delle proposte di riforma dell’attuale assetto per cercare di attenuare i disagi incontrati da quanti, e sono migliaia, tra le fila delle forze dell’ordine si trovano a dover affrontare vicissitudini processuali nelle varie giurisdizioni e che, senza un effettivo sostegno economico, si vedono non di rado costretti a contrarre prestiti o alienare beni di proprietà per recuperare liquidità.
Una fragilità economica che, nel caso di iscrizione nel registro degli indagati, viene acuita da ulteriori ricadute patrimoniali. Di prassi viene infatti disposto lo spostamento dell’indagato ad altri incarichi di natura burocratica, e ciò si traduce in una perdita delle significative indennità riconosciute per impieghi con proiezione operativa, stimabili nell’ordine di qualche centinaio di euro al mese. A ciò si aggiunge il congelamento della progressione in carriera, automatismo correlato alla richiesta di rinvio a giudizio.
La ricostruzione della carriera a posteriori in caso di assoluzione, ciò che avviene in una elevata percentuale dei casi, non soddisfa la perdita di opportunità lavorative subite nelle more della definizione del processo.
Infine, non da ultimo, sarà affrontato lo spinoso, delicato tema dell’applicazione della misura cautelare dell’interdizione, che determina l’automatica sospensione dal servizio con attribuzione di un assegno alimentare inferiore alla metà dello stipendio.
Una afflizione ingiusta, ed irreparabile, nei confronti di chi poi viene assolto, e che nei pochi casi in cui l’interessato viene condannato risulta spesso essere ampiamente superiore alla pena in concreto inflitta.
In definitiva il convegno si propone di analizzare possibili rimedi per mitigare la portata delle ricadute che i processi, soprattutto quelli penali, provocano agli operatori delle forze di polizia per il solo fatto di essere assoggettati ad indagini.