COSPITO: Arginare violenza potenziando gli strumenti giuridici, per pene certe e immediate.

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COSPITO: Romano (SIULP), bene potenziamento organico ma vera svolta per arginare violenza è, al netto dei dibattiti irrispettosi, il potenziamento degli strumenti giuridici per pene certe e immediate.

Gli scontri di Milano, che hanno sfregiato la città meneghina per la violenza gratuita con cui si è consumata e che non ha avuto epiloghi ancora più gravi solo grazie all’elevata professionalità delle Forze di polizia, al senso di abnegazione ed equilibrio di ogni singolo operatore ai quali va il nostro ringraziamento e plauso – soprattutto ai Colleghi feriti cui va tutta la nostra vicinanza e anche l’augurio di una pronta guarigione – nonché all’oculata regia della Questura nel gestirla, era un copione ormai scontato. Ma oltre ad essere prevedibile, perché alimentato da un dibattito fuorviante e foriero di simili scenari in quanto non ha interessato il diritto alla salute del detenuto Cospito giacché ha dibattuto la valenza e la permanenza dell’istituto del carcere duro previsto dal 41bis quale strumento insostituibile nella lotta alla ferocia assassina della criminalità organizzata e di ogni forma di eversione che ha insanguinato le strade del nostro Paese, è stato anche, in alcuni frangenti, estremamente oltraggioso. Perché irrispettoso del dolore delle famiglie delle tante, troppe vittime cadute sotto la bieca violenza di questi criminali a carico dei quali la giustizia ha emesso sentenze definitive di condanna.

Così Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, interviene in esito agli scontri di Milano e in merito alle possibili soluzioni per evitare che si possano ripetere situazioni analoghe.

Il 41bis, sottolinea il sindacalista, è applicato a tutti coloro i quali, per colpe accertate e con condanne definitive, sono ritenuti organizzatori, ispiratori o autori di efferati crimini che hanno mietuto troppe vittime tra persone, innocenti e incolpevoli, come giornalisti, professori, esponenti politici e della società civile, magistrati e appartenenti alle Forze di polizia che hanno pagato con la loro vita il credere nei valori della nostra Costituzione, delle nostre Istituzioni e delle leggi che nel tempo esse hanno emanato a tutela della democrazia, dell’ordine e della sicurezza pubblica. Vittime che, se venisse meno il senso per le quali si sono sacrificate, sarebbero ulteriormente violentate visto che non hanno arretrato di un solo millimetro nel fare il loro dovere, senza nemmeno un attimo di tentennamento pur di fronte alla morte inferta dalla ferocia assassina di chi pensava di sostituirsi allo stato. Uno stato che ha sempre combattuto questa guerra ad armi impari rispetto alla violenza criminale o eversiva che affrontava, spesso, con risorse inadeguate e insufficienti.

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Ecco perché, ribadisce Romano, plaudiamo alla iniziativa del Ministro Piantedosi e preannunciata dal Sottosegretario Molteni di assumere nuove leve per rimpiazzare il gravissimo e opprimente vuoto di organico che si creerà da qui al 2030, anno in cui lasceranno il servizio oltre 40mila appartenenti alla sola Polizia di Stato. Ma questo non basta ad arginare l’ondata di violenza che si sta manifestando, foriera di periodi ancora più complessi e destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza pubblica se non si interviene anche sul potenziamento degli strumenti giuridici, giacché ciò che più l’alimenta è proprio l’erronea convinzione di una totale impunità vista l’assenza di un sistema che garantisca pene certe ed immediate a chi commette queste violenze.

Non siamo tra chi invoca leggi speciali, siamo però convinti che le Istituzioni devono recuperare il debito di credibilità che hanno maturato per effetto di un sistema che oggi non riesce più a punire, in modo immediato e certo, chi devasta le nostre città e fa ostaggio i cittadini con azioni violente.
Abbiamo già richiesto un tavolo specifico per avanzare proposte concrete che rendano effettive ed immediate le pene per chi saccheggia e devasta le nostre città senza dare adito a chi, spesso strumentalmente, gridando a restringimenti di spazi di democrazia e di libertà, si rende, anche inconsapevolmente sostenitore di questi violenti.

Roma, 13 febbraio 2023

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