Indennità servizi polizia postale e delle telecomunicazioni – sollecito all’immediata emanazione e richiesta salvaguardia risorse

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Di seguito riportiamo la nota, a firma congiunta del cartello sindacale, inviata al Direttore dell’Ufficio relazioni sindacali

Gentile Direttore,

nel ringraziarLa per averci inviato, in data odierna ed in esito alla specifica richiesta formulata nel corso dell’incontro del 18 novembre scorso, copia della nota pari oggetto n. 24965, inviata il 31 ottobre scorso dal Capo di Gabinetto del Ministero dell’economia e finanze al suo omologo presso codesto Dicastero, siamo a ribadirLe la posizione unitariamente espressa in quella circostanza, chiedendoLe di sollecitare al massimo l’emissione del decreto interministeriale al fine di consentire l’immediata liquidazione delle spettanze a personale che le attende da ben ventotto mesi.

 Cio non di meno ribadiamo le considerazioni negative già espresse sulla non legittimità del “tetto” che il citato Mef intenderebbe applicare «alla misura dell’indennità con l’indicazione della somma massima erogabile pro-capite che, ai sensi dell’art.9, comma l, del D.L. 78/2010».

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 Riteniamo l’applicazione del “tetto” sulla distribuzione delle risorse erogate da Poste Italiane S.p.A. a favore del personale dell’Amministrazione della pubblica sicurezza non fondata in punto di diritto perché non si tratta di denaro pubblico, mentre il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 come noto reca «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica» ed, in particolare, l’articolo 9 è rubricato «Contenimento delle spese in materia di pubblico impiego».

 Se già appare di per sé evidente come le indennità previste dalla Convenzione in argomento non attingano alla Finanza pubblica e non le cagionino spese di sorta, la lettura del testo del comma 1, art. 9, d.l. cit. chiarisce ogni ulteriore ipotetico dubbio, facendo testualmente riferimento al «trattamento economico previsto dai rispettivi ordinamenti delle amministrazioni pubbliche», ambito in cui non può certo esser fatta rientrare l’“indennità postale”.

 La preghiamo, pertanto, di promuovere un approfondimento delle argomentazioni appena esposte da parte di codesto Ministero al fine di rappresentarle nelle sedi competenti per evitare che anche solo una minima parte delle risorse destinate dalla ripetuta Convenzione al personale possa essere sottratta a quest’ultimo per andare “in economia”, perché ciò non sarebbe solo extra legem, bensì contra legem e noi, naturalmente, non potremmo consentirlo.

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