Riportiamo la nota del 9 dicembre u.s. inviata all’Ufficio Relazioni Sindacali dalla Segreteria Nazionale:
“Si fa riferimento alla nota n. 555/V-RS/, Prot.0006108 dell’11 novembre scorso, concernente l’oggetto, con la quale codesto Ufficio ha fornito elementi informativi in merito al “Documento anticorruzione” formulato da questa O.S. in data 13 settembre 2022.
Al riguardo, ed in via preliminare, questa O.S., nel richiamare quanto affermato dal Signor Ministro dell’Interno e dal Signor Capo della Polizia – Direttore Generale della P.S. nel corso della conferenza organizzata presso la Farnesina in data 5 u.sc. sulla giornata internazionale sulla corruzione, intende rimarcare con forza l’approccio costruttivo e dialogante verso l’Amministrazione che ha da sempre contraddistinto l’esercizio delle proprie prerogative sindacali e che ha informato anche la predisposizione del sopra citato “Documento anticorruzione” diretto a tutte le articolazioni dell’Amministrazione. Per questo, quantomeno singolare, è apparsa la richiamata nota di codesto Ufficio, ancorché aliena rispetto al quesito posto, considerato che la stessa è concentrata su una sola articolazione, ancorché tra quelle che, sicuramente, rientrano nelle aeree a rischio corruttivo, glissando sulle restanti come se le stesse fossero manlevate da tale rischio.
Nell’ultimo documento, infatti, Il S.I.U.L.P. ha inteso sensibilizzare l’Amministrazione non su una “zona d’ombra” specifica, quanto, invero, sulla puntuale applicazione delle misure di prevenzione della corruzione amministrativa, avendo constatato come sovente le diverse articolazioni (sia centrali che periferiche) si siano, nei fatti, discostate da una effettiva attuazione di esse, simulando adempimenti, per lo più, di mera facciata e, comunque lontani dallo spirito della normativa in materia di anticorruzione e trasparenza amministrativa.
Sul punto questa O.S. ha, dunque, richiesto un riscontro su alcuni filoni della prevenzione della corruzione, proponendo – come, a titolo esemplificativo, per la misura della c.d. “rotazione ordinaria” – un gradualismo applicativo della misura (fortemente raccomandato anche dalla stessa Autorità nazionale anticorruzione) in ispecie nelle “aree a rischio corruttivo”, fra le quali il Piano nazionale anticorruzione 2013 e quelli successivi hanno ricompreso non soltanto quella propriamente contrattuale (attualmente rientrante nella sfera di attribuzioni della Direzione Centrale dei Servizi Tecnico-Logistici e della Gestione Patrimoniale), ma anche in innumerevoli altri settori.
Alla luce di queste premesse metodologiche, appare evidente quanto la risposta fornita da codesto Ufficio sia parziale ed incompleta, oltre che, per la parte afferente l’organizzazione contrattuale, non pienamente satisfattiva.
Tanto premesso, questa O.S. ritiene doveroso, nel consueto spirito di apporto collaborativo con l’Amministrazione, formulare i seguenti rilievi che – si ribadisce – si riferiscono non solo all’area contrattuale (e, quindi, a quella di competenza della Direzione Centrale dei Servizi Tecnico-Logistici e della Gestione Patrimoniale), ma anche a tutte le aree individuate dal P.N.A. e cioè:
- area: processi di acquisizione e progressione del personale (reclutamento, progressioni di carriera, conferimento di incarichi di collaborazione);
- area: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario (tutte le tipologie di provvedimenti amministrativi vincolati e discrezionali aventi gli effetti sopra descritti);
- area: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario (tutte le tipologie di provvedimenti amministrativi vincolati e discrezionali aventi gli effetti sopra descritti).
Dalla elencazione di tali ulteriori aree a rischio corruttivo sembra, pertanto, palese che, quanto a competenze, esse rientrino, per la gran parte, in quella afferenti le politiche formative, ordinamentali ed economiche del personale.
A tal proposito, infatti e attesi i contenuti della risposta, non possiamo esimerci da rilevare che, come è noto, la formazione in generale è materia che costituisce oggetto di confronto/verifica con le OO.SS., stante quanto espressamente previsto al Titolo V dell’Accordo Nazionale Quadro. Appare, pertanto, singolare e, in ogni caso, violativo delle incomprimibili prerogative sindacali l’adozione, da parte di strutture dipartimentali, di percorsi formativi specializzanti, nel caso in specie in materia contrattuale ma anche se fosse avvenuto in altre materie, senza che il Sindacato sia stato messo a conoscenza di tali percorsi. Senza voler polemizzare sui criteri con cui i 117 operatori sono stati individuati per essere avviato al percorso formativo per la corretta applicazione del PNRR, sarebbe interessante confrontarsi sui criteri con cui è stata definita la priorità della materia formativa atteso, ad esempio, le gravi lacune che l’Amministrazione dimostra in tema di trattamento dei diritti economici dei propri dipendenti.
In merito alla “Rotazione ordinaria” appare quantomeno fantasiosa la teoria che la mancata o scarsa applicazione dell’istituto in argomento (che, giova rammentarlo, rappresenta uno dei presidi più efficaci, sul versante organizzativo, per la prevenzione della mala gestio amministrativa) o, in subordine, di quelle misure sostitutive all’uopo indicate dall’A.N.A.C. trova, nella nota di risposta in relazione all’unica articolazione analizzata (ma la prassi, purtroppo, risulta diffusa in tutte le articolazioni) una giustificazione solo parziale. Se è vero, infatti, che le procedure di interpello poste in essere dall’Amministrazione sono andate deserte per quanto concerne i posti di funzioni in determinate Direzioni Centrali riservati alla carriera dirigenziale prefettizia, è, però, altrettanto vero che l’Amministrazione, con l’”Atto ordinativo Unico”, aveva espressamente previsto l’istituto – da questa O.S., peraltro, espressamente contestato nel documento in data 12 settembre c.a. avente ad oggetto una “Richiesta di chiarimenti sulle funzioni di vice consiglieri ministeriale e consiglieri ministeriali aggiunti”, che ad ogni buon fine si allega alla presente, anche in ragione del fatto che, a tutt’oggi, non ha trovato riscontro – dell’equipollenza funzionale e temporanea fra le qualifiche dirigenziali corrispondenti della carriera prefettizia e di quella della Polizia di Stato.
Nel dettaglio, la disposizione, rubricata “Misure per sopperire alle vacanze organiche della carriera prefettizia”, che, quindi, nell’intendimento del “legislatore interno” avrebbe voluto essere una sorta di clausola aperta, in funzione evidentemente sussidiaria, prevede testualmente: “I posti di funzione attribuiti dal presente provvedimento a dirigenti della qualifica di Viceprefetto e di Viceprefetto aggiunto, se vacanti, possono essere temporaneamente assegnati, rispettivamente, a Dirigenti Superiori e a Primi Dirigenti della carriera dei funzionari della Polizia di Stato che espletano funzioni di polizia in servizio al Dipartimento, con funzioni di Consigliere Ministeriale Aggiunto o di Vice Consigliere Ministeriale”.
Questa disposizione è risultata, sul piano formale, “lettera morta”, non constando a questa O.S., nelle more del riscontro ufficiale alla precedente richiesta di chiarimenti sopra citata, l’impiego di dirigenti della Polizia di Stato con incarichi di Consigliere Ministeriale Aggiunto o di Vice Consigliere Ministeriale e, dunque, con funzioni di consulenza, studio e/o ricerca, in sostituzione temporanea delle omologhe qualifiche della carriera prefettizia.
In conclusione emerge che l’Amministrazione, rectius il Ministero dell’Interno ha creato posti di funzioni in aree a rischio corruttivo appannaggio della carriera prefettizia e, poi, temporaneamente e surrettiziamente, pur avendo emanato una norma che prevede l’incarico in sostituzione ad appartenenti al ruolo ordinario della Polizia di Stato, vi ha sì collocato alcuni colleghi della suddetta carriera ordinaria, senza però alcun riconoscimento giuridico e formale ponendoli, in tal guisa, in conflitto stridente con i loro incarichi (Consigliere Ministeriale Aggiunto o di Vice Consigliere Ministeriale) che non consentono, in punta di diritto, la sostituzione e/o la preposizione alle Aree riservate alla dirigenza prefettizia con funzione di amministrazione attiva senza un apposito provvedimento in forza del richiamato articolo 112 dell’Atto Ordinativo Unico.
Il S.I.U.L.P. si oppone ad una simile applicazione che, raggirando la norma interna richiamata, pone i dirigenti della Polizia di Stato in una situazione di illegittimità ordinamentale costringendo il Sindacato a chiedere o l’abrogazione formale della norma, ovvero al rispetto della stessa con il conseguente ritiro di ogni incarico ai medesimi considerato che, a condizioni invariate, a questi ultimi competono solo le responsabilità.
In ultimo, ma non per questo meno importante, la questione trasparenza. Quando si parla di trasparenza amministrativa, questa O.S. ricorda trattarsi di una nozione estremamente lata, che ricomprende non i soli obblighi di pubblicazione (c.d. “accesso civico semplice”), ma anche quelli concernenti le istanze di accesso civico c.d. “generalizzato”. In ogni caso, per quanto attiene agli obblighi di pubblicazione, questa O.S. ha voluto solo rappresentare quanto denunciato dai colleghi circa la omessa pubblicazione dei curricula e dei relativi provvedimenti di conferimento di incarico, considerato che questo consentirebbe, fra l’altro, una conoscenza anche dei percorsi di carriera che richiama altra tematica spinosa, sulla quale l’Amministrazione appare restia ad ogni conato di dialogo. Pertanto, pur prendendo atto di quanto affermato nella risposta di codesto Ufficio in merito ad una delle articolazioni dell’Amministrazione, si resta in attesa di analoga conferma anche per le altre articolazioni.
In conclusione, questa O.S., nelle more di una risposta esaustiva da parte di codesto Ufficio che tenga conto (e non finzionisticamente) anche dei suggerimenti forniti nella presente nota, si dichiara disponibile anche ad un confronto aperto con l’Amministrazione volto a rinvenire soluzioni organizzative concrete, oggettive e consone alla normativa in materia di anticorruzione e trasparenza, che – giova rimarcarlo – non può essere disattesa o solo simulatamente applicata da un’Amministrazione, come la nostra, che rappresenta la sentinella della legalità”.