Romano (SIULP), dolore e cordoglio, per la scomparsa di Marini. Fu convinto sostenitore del sindacato dei poliziotti e della legge di riforma che ha portato alla democratizzazione della funzione di polizia.
Esprimo vicinanza alla famiglia e profondo cordoglio per la scomparsa di Franco Marini, uno dei padri fondatori della CISL e convinto sostenitore del sindacalismo in polizia e della democratizzazione della funzione di polizia che ha, in modo innovativo, riformato la gestione della sicurezza nel nostro paese in un momento in cui le istituzioni, sotto l’attacco feroce e sanguinario del terrorismo e delle mafie, erano incerte nel trovare la giusta ed immediata risposta per contrastare l’eversione dello stato democratico.
Il suo essere pragmatico, accompagnato sempre dalla sua storia di uomo di cultura cattolica popolare con alto senso delle Istituzione, come quando ha ricoperto la carica di Presidente del Senato, lo hanno reso un baluardo a presidio della democrazia e dei processi riformisti del nostro paese oltre che una garanzia per tutti i lavoratori, soprattutto per i più deboli, atteso il suo essere sindacalista autorevole e saggio.
È quanto dichiara, in una nota, il Segretario Generale del SIULP Felice Romano.
La sua grande umanità e la sua straordinaria personalità, sottolinea il leader del SIULP, insieme alle sue doti di umanità, trasfuse anche nella passione dimostrata nel suo impegno politico al servizio della collettività, lo hanno reso un punto di riferimento saldo e costante per il giovane sindacato di polizia. Proprio negli anni bui in cui muoveva i suoi primi passi e che, grazie al costante sostegno della CISL e del sindacato confederale in generale, ha reso possibile una riforma epocale dando corpo ad un servizio essenziale per il paese e per i cittadini, nella salvaguardia del binomio inscindibile sicurezza e libertà che, in uno spirito indissolubilmente democratico, ha contribuito a decapitare il terrorismo e ad infliggere colpi durissimi alle associazioni mafiose, grazie all’arresto di centinaia di pericolosissimi latitanti rei di efferati delitti e stragi che hanno insanguinato il nostro paese, ma anche per porre le basi per gestire, senza più scontri, tutte le tensioni sociali che quei fenomeni e la crisi economica avevano generato.
Oggi, conclude Romano, nell’inevitabile e profondo dolore generato dalla sua scomparsa, custodiremo gelosamente la sua grande eredità morale, culturale e sociale che ci ha lasciato riferendoci ad essa come il faro che dovrà guidarci nelle nuove sfide future per costruire un mondo sempre più giusto, più equo e più sicuro.
Roma, 9 febbraio 2021