Molti colleghi ci chiedono quale effettivo impatto possa avere sulla futura pensione il riscatto della laurea e se convenga effettuare questa scelta.
La convenienza o meno del riscatto dipende dalle singole disponibilità finanziarie e da fattori soggettivi, come ad esempio la situazione familiare;
– se il riscatto di un determinato periodo (ad esempio il recupero degli anni di Università) deve servire per aumentare la misura del trattamento pensionistico che si percepirà in futuro, la convenienza riguarderebbe prevalentemente soggetti con un’ampia anzianità contributiva utilizzabile per la quota di pensione calcolata con il criterio retributivo;
– se il riscatto serve per accelerare i tempi del pensionamento, occorre valutare accuratamente se l’andare in pensione qualche anno prima del previsto compensa il mancato maggior profitto derivante da un diverso impiego della somma da pagare per il riscatto (somma che, ad esempio, può essere destinata alla previdenza complementare).
Il riscatto rappresenta comunque una forma di risparmio grazie a 2 agevolazioni:
– la possibilità di pagare l’onere ratealmente in un massimo di 10 anni (senza interessi);
– la deducibilità fiscale dell’onere stesso che, abbattendo il reddito imponibile IRPEF, consente di “recuperare” parte della spesa sottoforma di risparmio di imposte..






