Flussi migratori. Gestione di carattere sanitario

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N 850/A- 9753

L’incremento degli sbarchi che presumibilmente si presenterà nelle prossime settimane richiede particolare attenzione per la tutela della salute degli operatori della Polizia di Stato impiegati nei servizi di accoglienza, con particolare riferimento alla possibile trasmissione di malattie infettive ed alla necessità di interventi di primo soccorso nei confronti del personale impiegato in tali ambiti.

In tal senso si raccomanda, ognuno per quanto di propria competenza, la rigorosa adesione ai protocolli emanati, che potranno subire modifiche e integrazioni in base all’evolvere della situazione. Da tal punto di vista, si precisa come le misure di contenimento dell’infezione da SARS-CoV-2, in atto su tutto il territorio nazionale, garantiscano piena efficacia anche per la profilassi delle malattie infettive talvolta osservate nei migranti (scabbia, TBC, ecc.), che comunque, negli anni passati, non hanno dato vita a focolai nel personale della Polizia di Stato.

Il controllo dello stato di salute dei migranti viene in prima battuta garantito dagli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (USMAF) del Ministero della Salute: alla gestione sanitaria dei flussi migratori collabora poi, in regime di convenzione con detto Ministero, la Croce Rossa Italiana (CRI). Personale sanitario dell’USMAF e della CRI esegue i controlli, già all’approdo della nave in banchina, con un primo triage a bordo e con l’esecuzione di tamponi per la ricerca del SARS-CoV-2. Successivamente i migranti sono posti in regime di quarantena e, al termine del periodo previsto, sono nuovamente sottoposti al tampone.

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Questa Direzione, in stretto raccordo con la Direzione centrale per l’immigrazione e polizia delle frontiere, provvede ai contatti diretti con il Ministero della Salute, l’USMAF ed ogni altro ente utile, al fine di essere portata tempestivamente a conoscenza dell’arrivo di migranti, del loro presumibile stato di salute e di ogni altra notizia utile per ulteriori ed eventuali provvedimenti e misure di profilassi da attuarsi per il personale della Polizia di Stato. I medici in servizio nei Reparti e negli Uffici di provenienza del personale impiegato nelle sedi degli sbarchi e negli hotspot avranno cura di reiterare l’opera di informazione e formazione sui rischi biologici e sul primo soccorso, secondo le consuete
modalità.

La Direzione centrale di sanità coordinerà la distribuzione dei Dispositivi di Protezione Individuale e di ogni altro presidio utile, assegnandoli agli uffici sanitari della Polizia di Stato.

I Coordinatori sanitari competenti per le regioni interessate dagli sbarchi (Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), in stretto contatto con il Servizio affari generali di sanità, provvederanno al puntuale raccordo con il territorio, individuando, laddove necessario, anche funzionari medici referenti di area, con l’incarico di seguire in maniera continuativa il fenomeno, segnalare tempestivamente ogni criticità e fornire ogni necessario supporto per i casi emergenziali.

Gli stessi Coordinatori sanitari avranno cura di verificare la funzionalità dei piani di primo soccorso e di trasferimento per il personale della Polizia di Stato che dovesse averne necessità per motivi di salute, in raccordo con le autorità sanitarie, regionali e provinciali, competenti. Qualora vi sia necessità di interventi diagnostici e terapeutici, collettivi ed estemporanei (esecuzione di tamponi, vaccinazioni, terapie di profilassi, ecc.), potranno altresì coinvolgere il personale sanitario della propria area di competenza o, in caso di necessità, richiedere il supporto del Servizio affari generali di sanità.
In caso di particolari attività di soccorso che comportino condizioni di stress emotivo, presenza in scenari drammatici, e di ogni altra situazione a possibile contenuto psicotraumatico, si potrà far riferimento alla figura degli psicologi della Polizia di Stato per le attività immediate di competenza.

Periodicamente, a cura dei medici degli uffici sanitari competenti per territorio e di quelli eventualmente individuati quali referenti per il fenomeno in esame, dovranno essere effettuati sopralluoghi nei siti ove è impiegato il personale, al fine di verificare la corretta adozione dei protocolli di profilassi da parte degli operatori di polizia, le condizioni igieniche delle aree di lavoro, con particolare riferimento ai luoghi dove hanno stazionato i migranti, la disponibilità ed il corretto utilizzo dei DPI ed ogni altro utile
elemento atto a minimizzare il rischio biologico.

Particolare attenzione dovrà essere posta nella verifica del rispetto dei protocolli di profilassi in tutti quei servizi che comportino contatto diretto/ravvicinato con i migranti (fotosegnalamento, trasporto all’interno di automezzi, interventi in caso di disordini/sommosse), predisponendo, laddove necessario, la sanificazione e l’igienizzazione degli ambienti, nonché il tracciamento dei contatti e la successiva
sorveglianza sanitaria, qualora ne ricorra l’indicazione, per il personale interessato. A tal fine si rimanda alle precedenti direttive emanate da questa Direzione centrale, con particolare riferimento alla circolare n. 850/A.P1-3255 dell’8 maggio 2020.

Ogni comunicazione di carattere sanitario, ordinaria e/o d’urgenza, oltre agli usuali canali, dovrà essere inviata a questa Direzione all’indirizzo di posta elettronica dipps.dirsan.rimpatri@pecps.interno.it.

 

PDF circolare

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