Fondo sanitario “Poste Vita – Fondo Salute / TPA Previmedical”. Problematiche interpretative e disfunzioni gestionali relative all’applicazione della franchigia fissa di € 3.000 per evento in presenza di interventi eseguiti in rete convenzionata
Riportiamo il testo della lettera inviata al Capo della Polizia il 10 ottobre 2025, dalla Segreteria Nazionale:
“… questa Segreteria Nazionale, a seguito delle articolate segnalazioni provenienti dalle proprie strutture territoriali, che hanno trasmesso documentazione circostanziata e casi esemplificativi – ritiene necessario sottoporre alla Sua cortese attenzione le perplessità insorte relativamente all’effettivo accesso alle prestazioni che dovrebbero essere assicurate con la copertura sanitaria integrativa oggi gestita da Poste Vita – Fondo Salute, per il tramite del TPA Previmedical.
Le condizioni contrattuali da un lato, le difficoltà nell’ottenere i previsti ristori dall’altro, non offrono al personale i benefici auspicati, e rivelano un significativo peggioramento rispetto alle polizze stipulate in precedenza.
Le franchigie previste per le visite mediche specialistiche sono state infatti sostanzialmente raddoppiate e paradossalmente, per buona parte degli esami strumentali inseriti nel capitolato, risulta più conveniente rivolgersi direttamente ai centri medici privati che praticano prezzi inferiori al ticket richiesto dall’assicurazione.
E se quanto agli esami di routine si discute di poche decine di euro, ben più impegnative sono le ricadute derivanti dall’applicazione della franchigia fissa di euro 3.000 in occasione di grandi interventi chirurgici o ricoveri per gravi malattie.
Dalla lettura delle condizioni contrattuali si evince invero in modo inequivocabile che, qualora il ricovero o l’intervento siano eseguiti in struttura convenzionata e da equipe medica in rete, l’assistito beneficia della copertura integrale sino al massimale di 250.000 euro, comprensiva delle spese sostenute nei 150 giorni antecedenti e nei 150 giorni successivi all’evento principale, purché strettamente pertinenti alla medesima patologia.
Si tratta di una formulazione chiara, che definisce l’intervento come evento unitario di cura, comprensivo dell’intero percorso diagnostico-terapeutico, coerentemente con la logica assicurativa di continuità dell’assistenza.
Ebbene, secondo le segnalazioni che ci sono pervenute Previmedical, la società operativa incaricata della gestione dei rapporti con gli assistiti, sta applicando la franchigia dei 3.000 euro anche alle prestazioni propedeutiche o conseguenti – visite, accertamenti diagnostici, fisioterapia e riabilitazione – qualora queste siano state effettuate fuori rete, pur se accessorie all’intervento principale integralmente avvenuto in convenzione.
Tale prassi, oltre a introdurre una disparità di trattamento rispetto al precedente regime CASPIE, viene adottata in forza di una lettura che a nostro sommesso avviso non è aderente al testo contrattuale.
In disparte la considerazione che sostenere un intervento chirurgico significa affrontare un percorso clinico complesso e spesso urgente, nel quale non sempre è possibile scegliere con anticipo la struttura per le indagini preliminari o per i controlli post-operatori, applicare una franchigia fissa di tremila euro solo perché un esame diagnostico o una visita sono stati eseguiti presso un centro pubblico non convenzionato, ed a prescindere dall’effettivo costo di tali prestazioni, snatura la ratio di tutela propria del fondo sanitario e crea un’ingiustificata penalizzazione rispetto all’interpretazione che lo stesso contratto suggerisce.
Va inoltre sottolineato che le criticità non si limitano al livello interpretativo. Diversi nostri iscritti hanno segnalato infatti una grave inefficienza del canale di contatto Previmedical, il quale risulta, di fatto, privo di reale capacità di interlocuzione. Non sappiamo se ciò dipenda da limiti organizzativi della società che a quanto ci risulta gestisce diversi fondi assicurativi. Sappiamo però, da quanto ci è stato riferito, che non esistono canali di comunicazione con l’ufficio legale o la direzione, e che gli operatori del call center non forniscono alcun tipo di assistenza rispetto a richieste che eccedano il livello basico di informazione.
Pur con il dovuto beneficio di inventario, non avendo potuto direttamente verificare i lamentati disservizi e le cause all’origine delle richiamate controverse interpretazioni contrattuali, crediamo necessario ed indifferibile promuovere un momento di verifica con Poste Vita e/o con Previmedical, volto a chiarire in quali casi le prestazioni siano, in tutto o in parte, non coperte dalla polizza.
Ci permettiamo poi di suggerire l’opportunità di predisporre una nota esplicativa indirizzata a tutte le articolazioni della Polizia di Stato al fine di chiarire i criteri di rimborsabilità delle prestazioni pre e post intervento e le condizioni in presenza delle quali la franchigia non deve essere applicata nei casi in cui l’evento principale (ricovero o intervento) sia avvenuto in rete convenzionata.
Non meno importante appare la necessità di valutare, d’intesa con il gestore, l’attivazione di un canale di assistenza dedicato al personale della Polizia di Stato, con operatori formati sulle specificità del nostro piano sanitario, tempi di risposta garantiti e tracciabilità delle richieste, così da restituire certezza e dignità a un servizio che riguarda direttamente la salute degli operatori e delle loro famiglie.
Nella piena consapevolezza della delicatezza del tema e nella volontà di contribuire in modo costruttivo alla soluzione, restiamo a disposizione anche per fornire più specifiche indicazioni sui casi da noi conosciuti, anche se del caso per partecipare a eventuali approfondimenti tecnici che verranno ritenuti opportuni. …”