Caro Antonino,
Questa mattina in questa surreale situazione cui ci sta costringendo la pandemia ho ricevuto un messaggio dall’amico Antonio Sannino. Uno di quei messaggi che non vorresti mai ricevere.Giacché i valori con i quali siamo cresciuti, e ai quali Tu spesso ci richiamavi nella nostra irruenza di giovani e appassionati apprendisti stregoni del Sindacato quando affrontavamo le problematiche, ci hanno insegnato che prima di ogni cosa, anche quando non si condivide nulla degli altri, vi è il rispetto alla persona, e il rispetto alla sacralità della vita.Antonio mi ha comunicato che Tu, purtroppo, questa mattina hai mollato la battaglia più importante, quella della vita, che stavi combattendo da tempo contro un male che, quasi mai, perdona. Una notizia tremenda, ancora più insopportabile per la situazione che non ci consente nemmeno di poterti salutare e onorare come meriti.E allora, in un lampo, mi sono venuti in mente i tanti momenti trascorsi insieme, quando ti ascoltavamo nelle tue lunghe e straordinarie relazioni con le quali usavi aprire i lavori degli Organismi del SIULP. Interventi che non erano solo un mero cronoprogramma delle progettualità e delle priorità dell’agenda del Sindacato per migliorare il servizio reso ai Cittadini e le condizioni di lavoro dei Colleghi.Esse in realtà, e oggi lo sono ancora di più, erano vere e proprie “lectio magistralis” su come non solo comprendere e innovare il nostro sistema di sicurezza, ma anche prevedere le evoluzioni che avrebbe subito e quindi ricercare le idonee soluzioni organizzative e legislative.Ricordo come se ti sentissi pronunciarle ora le parole della Tua relazione al 3° congresso nazionale a Chianciano quando, mentre tutti ci vedevano come un Paese di emigranti e chi ci governava era più intento a controllare i flussi dei nostri concittadini che emigravano verso altri Paesi del mondo, Tu con lucidità, capacità e lungimiranza, oltre che un coraggio inusuale, urlavi la necessità di organizzarci e prepararci ad affrontare la gestione di un flusso migratorio nel nostro Paese che non avrebbe avuto eguali nella storia. E, per rafforzare il tuo concetto, chiedevi a gran voce la necessità che il governo dell’epoca si adoperasse per avere un ruolo di primo piano nel processo indispensabile che si sarebbe generato perbcostruire un’Europa unica che, solo in quel modo avrebbe potuto avere una chance di affrontare e gestire la “marea di persone” che sarebbero giunte sulle nostre coste. Correva l’anno 1991. Eppure, oltre a tutti i progressi per le tutele dei Colleghi che stavi collezionando, non esitasti a lanciare quella sfida, così come quella della necessità di rivedere l’organizzazione dell’intera Polizia di Stato, in un’ottica federale e con nuovi strumenti legislativi attese le modifiche appena apportate al codice di procedura penale, coma la madre di tutte le sfide. Aggiungendo che per tutte le democrazie moderne e avanzate, se volevamo restare al passo con i tempi e non subire i processi di cambiamento che sarebbero avvenuti a livello geopolitico, era necessario trovare il coraggio di innovarci. E lo avremmo dovuto fare con una mentalità che ci apriva ad una flessibilità organizzativa che, però, doveva rimanere ben salda ed ancorata ai nostri valori storici.Poi, come era nel tuo costume, quasi ti eclissavi. Perché questa era un’altra delle Tue straordinarie doti. Assurgere a condottiero illuminato per poi confonderti con tutti gli altri, lasciando a tutti la possibilità di elaborare e partecipare ai progressi che si dovevano concretizzare.Oggi, nel rispetto del Tuo carattere e della Tua personalità, come sempre dopo essere stato uno dei più grandi Segretari Generali che il SIULP abbia mai avuto, se non il più grande come spesso ripeto io, in silenzio e in punta di piedi te ne sei andato. Ci hai lasciato senza scomodare nessuno, come spesso hai fatto anche quando eri alla guida del nostro amato SIULP.Caro Tonino, sono certo di interpretare il sentimento di tutte le amiche e tutti gli amici del SIULP nel dirti grazie dal profondo del cuore per quanto hai fatto e per tutto quello che ci hai lasciato come testamento della tua attività e del Tuo essere al servizio dei Colleghi e del SIULP.Così come sono certo che il SIULP non ti dimenticherà, mai.Io sicuramente ti terrò, come ho fatto sinora, sempre presente come esempio e guida per individuare ciò che è meglio per la sicurezza del Paese, per la Polizia e per il benessere dei Colleghi.Un abbraccio fraterno a nome di tutti.Felice