IMMIGRAZIONE: SIULP, ad una tragedia umana si da una risposta umanitaria oltre che investimenti per sostenerla.

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Dichiarazioni del Segretario Generale Felice ROMANO
Lo tsunami umano, come è stato definito da più parti e per ultimo dallo stesso Presidente del Consiglio, che in questi giorni si è riversato sulle nostre coste, rappresenta una vera ed epocale tragedia dell’umanità alla quale il Paese, e l’intera Comunità europea non possono sottrarsi dal dare immediate risposte umanitarie prima ancora dell’applicazione pedissequa della legge.
Ad affermarlo è Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP che, riprendendo i concetti espressi dal Ministro Maroni, dallo stesso Premier e dai vari esponenti della Comunità europea che si sono pronunciati singolarmente sulla questione, dichiara di condividere lo spirito con cui si sta affrontando l’emergenza immigrazione che in questi giorni sta interessando l’Italia quale “uscio” per l’Europa.
È da giorni che ribadiamo la necessità di intervenire sul piano umanitario in primis, continua Romano, perché alle tragedie umane la prima ed unica risposta che si deve dare, a chi richiede ripristino della propria dignità di essere umano e di avere una prospettiva per il futuro, è quella dell’accoglienza sul piano umano e, solo in seguito, dell’applicazione rigida delle norme che disciplinano l’ingresso e il soggiorno degli stranieri nel nostro territorio.
Ciò consente di raggiungere due aspetti positivi fondamentali; il primo attiene all’emersione della clandestinità e quindi di maggiori possibilità di verifica e gestione del problema, il secondo alla “decongestione” della pressione che in questi giorni si sta esercitando solo sull’Italia, e sulle Forze di polizia in particolare, per un processo che interessa l’intero occidente e la vita di tutta l’Europa.
Ciò, inoltre, consentirebbe di uscire dall’emergenza di individuare centri e luoghi, tendopoli comprese, nelle quali relegare queste persone in attesa degli accertamenti sui motivi e sulle ragioni che possono consentire la loro permanenza sul territorio europeo.
Del resto, sottolinea Romano, la libera circolazione delle persone nel territorio europeo è uno dei pilastri che ha portato alla costituzione della Comunità europea.
A fianco a questo però, conclude Romano, che va inteso come l’intervento d’urgenza e non quello risolutore, va affiancata una politica di investimento con risorse mirate ad assumere almeno 2000 unità nella Polizia di Stato al fine di garantire la necessaria vigilanza a tutti i centri, a vario titoli denominati, che serviranno per ospitare le successive migliaia di persone che arriveranno qualora non si raggiungesse un accordo con la Tunisia e gli altri Paesi del nord Africa.
È questa una conditio si ne qua non per fronteggiare adeguatamente l’impatto che scaturirà da tale migrazione epocale. Del resto, già con il varo della Bossi-Fini il Governo stanziò, tra le altre, apposite risorse che consentirono di assumere oltre mille nuovi agenti per dare concreta attuazione al dettato della norma.
In quella occasione si ebbe un epilogo positivo. Non vedo, chiosa il sindacalista, perché non ripetere le esperienze positive del passato poiché da queste misure dipendono concretamente una buona riuscita della politica di gestione e stabilizzazione del fenomeno non rinunciando alla nostra tradizione di accoglienza ma anche di fermezza nel rispetto delle leggi.

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