comunicato stampa
L’ennesima rivolta nel C.A.R.A. di Mineo, che ha fatto registrare un ulteriore tributo degli appartenenti alle forze di polizia, in termini di feriti su un problema che nulla avrebbe a che fare con l’Ordine e la Sicurezza pubblica (diritto ad asilo politico…) e che invece si scarica esclusivamente sugli addetti del comparto sicurezza, è l’ennesima testimonianza che lo Stato non agisce in maniera univoca e unitaria sul fenomeno.
Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP che, nell’esprimere solidarietà ai finanzieri e ai poliziotti feriti nel corso dell’ultima rivolta di Mineo, sottolinea la necessità che il Governo, e se del caso lo stesso Parlamento, intervengano per fare chiarezza sulle normative che prevedono l’accoglienza, il contrasto e la gestione dell’immigrazione nel nostro Paese.
E’ veramente singolare, continua Romano, assistere quotidianamente alle passarelle dei rappresentanti istituzionali di turno che si fregiano di attenzione, di sensibilità e di capacità di investimento nella gestione dell’immigrazione quando, nei fatti, si assiste invece a tagli di risorse, abbandono totale delle forze di polizia e in primis dell’autorità di Pubblica Sicurezza.
Oltre questo si aggiungono gli esasperati cultori del diritto che, anziché cercare di dare applicazione alle norme nell’alveo dell’indirizzo pratico e politico che il Paese traccia, si cimentano nelle interpretazioni più capziose delle stesse a livello letterario col fine precipuo di individuare ogni scappatoia possibile per rendere vane le norme e non per gestire il fenomeno.
Mentre i responsabili governativi tagliano, mentre i fini giuristi si impegnano nella ricerca forsennata di un dolo nell’applicazione delle norme, fosse anche eventuale purché si dimostri che lo “sbirro” è aguzzino e non la norma che è fallace, intanto le costole e le teste degli appartenenti alle forze di polizia fanno da scudo a questo desolante scenario di rappresentanti dei poteri dello Stato.
Nell’esprimere condanna a siffatte condotte e solidarietà ai colleghi feriti, conclude Romano, chiediamo l’intervento del Governo per avere risorse, umane, economiche e strumentali, per affrontare l’emergenza immigrazione ma anche regole di ingaggio chiare e univoche rispetto alle modalità, alle procedure e alle norme che occorrono per gestire questa emergenza epocale nel rispetto dei diritti dei singoli, ma anche delle norme emanate a tutela degli interessi generali del Paese.