Ferrovieri, addetti alla manutenzione dei mezzi pubblici, impiegati di supermercati e negozi d’abbigliamento. Al netto degli operatori sanitari, sono queste le principali categorie di lavoratori che, contratto il coronavirus, hanno chiesto il riconoscimento dell’infortunio all’Inail.
Alcuni hanno già ottenuto il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro. A uno di loro, in particolare, sono stati corrisposti 17 mila euro per le complicanze vascolari e i danni permanenti causati dalla polmonite bilaterale interstiziale. Ulteriori 40 ferrovieri sono in attesa che venga loro riconosciuto l’infortunio su lavoro.
La stessa istanza è stata presentata da altri lavoratori che hanno contratto il Covid-19 e si sono già rivolti all’ente assistenziale per ottenere il riconoscimento dell’infortunio professionale. Si tratta in gran parte di lavoratori che si occupano della manutenzione dei mezzi pubblici e che sono costretti a operare in gruppo, ma vi sono anche commessi dei supermercati e impiegati dei negozi di abbigliamento che inevitabilmente sono a contatto con i clienti.
Inoltre, in attesa del riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, ci sono circa trenta lavoratori della Scala (fra coristi e tecnici) anche loro colpiti dal coronavirus.
Per i dieci anni successivi alla data del contagio, se dovessero insorgere danni fisici riconducibili al Covid-19, si potrà richiedere la tutela all’Inail.
Appare logico prevedere che le richieste aumenteranno anche perché numerosi lavoratori sono stati costretti a prestare servizio quando i rischi di contrarre il virus erano altissimi”.
Le determinazioni dell’INAIL sono di particolare importanza poiché rappresentano un precedente importante per tutti i lavoratori delle cosiddette professioni sociali, la cui attività non può essere svolta isolatamente e comporta necessariamente il contatto col pubblico.