Si è svolto il 24 luglio l’annunciato incontro al Dipartimento tra le OO.SS e l’Amministrazione, riguardante le gravi problematiche d’impiego del personale di P.S. utilizzato nei centri di prima accoglienza o di riconoscimento dello status di rifugiato politico degli extracomunitari di Crotone e di Mineo (CT).
Tale riunione è stata presieduta dal Direttore Centrale delle Risorse Umane Prefetto Raffaele Aiello, coadiuvato dal Direttore del Servizio Reparti Speciali Claudio Montana, dal Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali Castrese De Rosa e da funzionari delle direzioni centrali dell’Ordine Pubblico e Immigrazione.
Preliminarmente, giova precisare che attesa la peculiarità e la valenza delle tematiche portate oggi all’attenzione dell’Amministrazione, il relativo dibattito che ne è scaturito, per similitudine di questioni gestionali e gravame di compiti degli operatori della Polizia di Stato, ha visto coinvolte tutte le strutture a ciò preposte, sparse nell’intero territorio nazionale.
Inoltre, sempre ad apertura di dibattito, il cartello delle scriventi OO.SS., ha tenuto a precisare che tale allarmante problematica, con sconvolgenti bollettini giornalieri di decine di appartenenti alle Forze dell’Ordine feriti o contusi, era stata più volte portata all’attenzione delle massime autorità del Ministero dell’Interno e del Dipartimento della Pubblica Sicurezza le quali erano state sollecitate a intervenire, ciascuno per le loro rispettive responsabilità politiche e organizzative, poiché è apparsa sempre del tutto evidente, la loro essenziale cooperazione al fine di individuare soluzioni parificate alla complessità della situazioni oggi esistenti.
Entrando nello specifico, SIULP, SAP, UGL POLIZIA DI STATO e CONSAP hanno categoricamente ribadito l’impossibilità da parte dei poliziotti impiegati in tali centri, di poter sostenere il loro giornaliero e logorante impiego, senza adeguate misure standard di sicurezza che significano prioritariamente un adeguamento organico rispetto le attuali dotazioni e che devono essere sempre direttamente connesse ad una coerente valutazione del numero delle persone da vigilare e della logistica (spesso fatiscente e insufficiente per spazio di sussistenza) che li ospita, anche per periodi che le norme oggi in vigore autorizzano fino a 18 mesi.
Abbiamo rappresentato che l’innovazione introdotta con il D.L. n. 89 del 23 giugno 2011 che ha previsto l’elevazione del limite di trattenimento degli stranieri irregolari all’interno dei C.I.E. fino a 18 mesi, sia inutile, dannosa e dispendiosa in termini economici, poiché l’esperienza professionale sul “campo” ci ha insegnato che se lo straniero irregolare non viene identificato dalle Forze di Polizia nei primi 60 giorni dal suo ingresso nel territorio italiano, quasi sicuramente non sarà più possibile nei mesi successivi.
Pertanto, anche alla luce di queste considerazioni, abbiamo richiesto di farsi interpreti dell’esigenza di una modifica legislativa che riduca i tempi di trattenimento degli stranieri all’interno dei C.I.E..
È stata altresì rappresentata la necessità di controllare tutti i contratti vigenti stipulati con gli Enti che operano all’interno dei C.I.E. e dei C.A.R.A., per verificare se sono garantiti gli standard minimi di qualità dei servizi offerti agli immigrati trattenuti nei Centri, in quanto, molto spesso la carenza di tali servizi rappresenta motivo di rivolta all’interno degli stessi.
Parimenti, il cartello ha posto l’accento l’ulteriore beffa a danno dei poliziotti impiegati in tali strutture in O.P., i quali durante il 2013 si sono visti diminuire drasticamente i loro compensi di straordinario, pur con immutate esigenze di partecipazione, con la giustificazione dell’esaurimento delle risorse erogate con finanziamento europeo denominato “Emergenza Nord Africa”, rimandando a future contabilità speciali il pagamento dello straordinario eccedente oltre il limite delle 55 ore mensili. Ciò non è tollerabile ed è stato ribadito con fermezza, che quanto maturato con sacrificio dai colleghi deve essere pagato nel più breve tempo possibile e possibilmente insieme alle spettanze ancora non liquidate del 2012.
E’ stato anche evidenziato, l’anacronistico smembramento di nuclei dei Reparti Mobili all’interno dei siti, per utilizzare le singole unità in compiti di accompagnamento o di vigilanza che oltre a non essere previste dal precipuo regolamento d’impiego, sottraggono capacità di efficace contrasto e intervento operativo, nel caso di scontri o sommosse sempre in agguato nei centri di accoglienza e pronti ad esplodere come bombe ad orologeria.
Sono state lamentate ancora, alcune lacune circa un’adeguata assistenza sanitaria per il personale e la relativa fornitura di materiale appropriato per il contatto con gli extracomunitari ancora da visitare.
È stata, pure, sottolineata la disomogeneità di trattamento per quanto concerne la sistemazione logistica tra il personale impegnato in O.P., usualmente alloggiato in strutture dell’amministrazione che non ricalcano in nessun modo i dettami stabiliti dal recente regolamento incardinato nell’Accordo Nazionale Quadro e quello inviato in regime di missione e ospitato quasi integralmente in strutture alberghiere. Tale diversificazione di trattamento a giudizio delle scriventi OO.SS. non deve più esistere.
L’Amministrazione, preso atto di tutte le richieste formulate dal Cartello, nel ringraziare per il proficuo e franco confronto avuto con le stesse e riconoscendo la difficile e pericolosa situazione esistente, oltre ad annunciare un piano di rinforzo organico nei prossimi trasferimenti, nei luoghi ove insistono le strutture di accoglienza, ha manifestato la propria intenzione di ricercare nell’immediato ogni percorso utile a determinare soluzioni politiche, logistiche e economiche capaci di far affrontare a tutti gli operatori della Polizia di Stato, in maniera dignitosa e professionale e per le specifiche e insostituibili competenze, il dramma dell’immigrazione clandestina.