Nel corso della mattinata di ieri, 17 giugno 2020, si è tenuto il previsto incontro specificamente dedicato alla tematica dello scorrimento delle graduatorie dei vari concorsi in atto, presieduto dal Direttore delle Risorse Umane Prefetto Scandone, affiancato, tra gli altri, dal Dirigente Generale Maurizio Ianniccari e dal Dirigente Superiore Francesco Famiglietti.
In apertura dei lavori è stata intanto data indicazione sulla modalità dell’esame orale che interessa i candidati che hanno superato la prova scritta per il concorso da 263 Vice Ispettori, prova che dovrebbe svolgersi con modalità telematiche dopo l’estate. Per ciascuna materia sarà predisposta una banca dati con 150 domande, banca che sarà resa nota ai candidati con congruo anticipo prima dell’effettuazione della prova, e ciascun candidato all’inizio della verifica dovrà comunicare quali sono le due materie sulle quali intende sostenere l’esame. Le prove, che si svolgeranno presso le Questure capoluogo di regione, dovrebbero durare, almeno questa è la stima comunicata, circa un mese e mezzo.
Per quanto riguarda le modalità con cui si procederà all’inizio delle procedure, è stato comunicato che in relazione all’emergenza sanitaria, e quindi al rischio epidemiologico, sarà estratta la lettera della prima regione in cui si procederà alla prova e, a seguire, quella delle altre che man mano seguiranno. Nell’ambito della prima regione individuata sarà estratta anche la lettera del cognome di coloro che inizieranno per primi la verifica. La lettera estratta sarà la medesima anche per le regioni che seguiranno.
Sono poi state passate in rassegna le varie procedure concorsuali che, in linea di principio, erano interessate dalle ipotesi di scorrimento. La delegazione ministeriale, nel confermare la disponibilità del vertice dipartimentale ad intraprendere un ragionamento finalizzato alla valutazione sulla possibilità di dare concreta attuazione alle istanze provenienti dalle rappresentanze del personale, ha evidenziato le criticità che, allo stato, impediscono, o quantomeno si pongono come ostacoli di non scarso momento all’eventuale ampliamento della platea dei vincitori. Si tratta in buona sostanza di vincoli sia di natura economica che normativa, per superare i quali non è sufficiente una mera volontà dell’Amministrazione, e che richiedono un intervento legislativo di rango primario, quindi il coinvolgimento del legislatore.
È stato spiegato che questo vale, in particolare, per le graduatorie dei concorsi interni da Vice Ispettore, disciplinati da una rigida ripartizione delle attribuzioni dei posti vacanti nel ruolo, che discende dalla norma generale valida per tutto il pubblico impiego – replicata nel nostro ordinamento – giusta la quale almeno il 50% dei posti disponibili deve essere messo a concorso pubblico. E questo quando, tra l’altro, deve essere salvaguardata non solo l’aspettativa giuridicamente tutelata degli “esterni”, ma anche quella degli interni che, laddove per lo scorrimento si andasse ad attingere ai posti ancora disponibili per i futuri concorsi della fase transitoria, si vedrebbero precludere opportunità di carriera e potrebbero, parimenti, azionare le loro legittime aspirazioni in sede giurisdizionale. Altrettanto complicato risulterebbe, sempre tenendo ferma l’attuale cornice normativa, dichiarare vincitori tutti gli idonei del concorso interno da Vice Commissario, che sono circa 782, atteso che questa possibilità, oltre a comportare una ricaduta in termini di spesa, andrebbe a rompere l’equilibrio delle consistenze organiche del ruolo dei funzionari in contrasto con la previsione della cospicua contrazione numerica che dovrà essere assicurata a regime, e cioè entro il 2027.
Il Siulp ha svolto una serie di osservazioni su ciascuno dei temi in discussione, partendo dalle irrisolte vicissitudini dei concorsi per gli Allievi Agenti. Nel cui merito ha segnalato come il pur apprezzabile impegno assunto da importanti gruppi parlamentari, che hanno predisposto un emendamento per l’immediata assunzione dei 455 ricorrenti la cui posizione è stata rimessa al vaglio della Corte Costituzionale, risolva solo in parte i problemi originati dal corposo contenzioso giacente presso la giurisdizione amministrativa. Ha quindi chiesto all’Amministrazione di rendersi parte attiva nella ricerca delle soluzioni normative utili a sanare tutte le altre situazioni pendenti, quindi sia quella dei circa 5000 ricorrenti idonei alle prove scritte che, in attesa della pronuncia del Tar adito, ancora non sono stati sottoposti alle visite psico attitudinali – e per i quali, date le statistiche di riferimento, si può stimare intorno ai 2000 circa il numero dei potenziali idonei – sia di quanti – parliamo di poche decine – pur avendo superato le prove dei precedenti concorsi, ed essendo quindi risultati idonei, sono rimasti esclusi dalle graduatorie dei vincitori in ragione dell’eccedenza rispetto ai numeri previsti dai bandi di concorso. Vero è, si è detto, che una eventuale assunzione in blocco degli idonei non vincitori richiederebbe un notevole impegno di spesa. Ma è in pari tempo vero che ove non venisse adottata una soluzione politica l’eventuale accoglimento delle ragioni dei ricorrenti da parte della Corte costituzionale provocherebbe contraccolpi drammatici, che rischierebbero persino di mettere in discussione la posizione dei controinteressati assunti in forza di un bando di concorso dichiarato in parte illegittimo.
L’analisi si è poi concentrata sullo scorrimento delle graduatorie dei concorsi da Vice Ispettore. Pur prendendo atto dell’oggettiva incidenza dei limiti normativi, il Siulp ha replicato osservando che molto dipende dalla posizione che intenderà assumere l’Amministrazione. Se cioè anche il vertice del Dipartimento condividerà l’impostazione proposta dal Siulp, secondo la quale ampliare il numero dei vincitori consentirebbe di offrire una tardiva compensazione della frustrante stasi concorsuale che, per circa 15 anni, ha di fatto pregiudicato le aspettative di carriera di migliaia di operatori, per molti dei quali invero già sarà impossibile maturare anzianità utili ad assicurare il raggiungimento di posizioni retributive più vantaggiose di quelle oggi conseguite, le soluzioni normative sono sicuramente approcciabili. Sarebbe infatti sufficiente attingere momentaneamente alle migliaia di posizioni riservate ai concorsi pubblici attraverso un “prestito d’onore” prevedendone con riassorbimento la restituzione in corso d’opera e a seguito dei pensionamenti che si verificheranno (circa 20.000 unità entro il 2023). Per scongiurare eventuali contenziosi da parte di chi rivendicasse la perdita di chance basterebbe bandire, come peraltro già è previsto, in parallelo anche un concorso pubblico per Vice Ispettore, di modo da consentire ad ogni potenziale interessato la partecipazione alla procedura selettiva, rimuovendo in nuce ogni possibile contestazione. Il che, a ben vedere, nei fatti è il medesimo percorso utilizzato per ampliare i posti messi a concorso nella prima procedura post riordino, e non è quindi revocabile in dubbio la astratta legittimità di una simile opzione. Siccome poi nei prossimi due anni saranno almeno 5000 gli ispettori che andranno in quiescenza, la restituzione dei posti eccedenti la riserva per gli interni sarebbe praticamente immediata, e non si creerebbe nessun conflitto, nemmeno potenziale, con gli eventuali concorrenti esterni.
L’invocato scorrimento, attraverso il “prestito d’onore” che non ostacolerebbe le procedure concorsuali previste dal riordino, è una soluzione obbligata anche in ragione del disarmante stato della forza effettiva del ruolo degli Ispettori, inferiore alle 14 mila unità, quindi ben lontano dal poter raggiungere gli oltre 23 mila operatori previsti. Un riscontro che dimostra come i concorsi straordinari indetti in forza del Riordino non siano stati affatto sufficienti a colmare la drammatica carenza nel ruolo di cerniera dell’assetto ordinamentale della Polizia di Stato, che se da un lato mette seriamente a rischio le potenzialità dell’apparato, dall’altro accresce quel divario più volte denunciato esistente tra le retribuzioni medie della Polizia di Stato e quelle delle altre forze di Polizia. Un divario che, oltre alla mancata copertura di migliaia di posizioni retributive intermedie, si traduce anche in una penalizzante contrazione degli stanziamenti in sede di rinnovo contrattuale, posto che, per l’appunto, la retribuzione media di amministrazione è il criterio utilizzato per ripartire i fondi appostati a tal fine.
In ultimo ha richiesto lo scorrimento, almeno per la fase transitoria, della graduatoria del concorso per 436 Vice Commissari riservati ex R.E.- Sul punto è stato fatto notare che tale richiesta nasce per un riconoscimento morale nei confronti di questi colleghi che da anni, in realtà, già svolgono le funzioni da direttivi e anche con grandi risultati. A supporto di tale tesi, e nonostante la previsione del correttivo che ha eliminato la dicitura ruolo ad esaurimento pur mantenendo l’obbligo che detto ruolo si esaurisca con la cessazione dal servizio delle unità previste, è stata rappresentata la possibilità di far leva sul fatto che non vi sarebbe nessun aggravio economico, anzi in molti casi addirittura una siffatta soluzione porterebbe dei risparmi sul costo dello straordinario e del trattamento di fine servizio, e che stiamo attraversando una straordinaria emergenza che non consentirebbe allo stato attuale bandire i concorsi per vice Commissari in tempi ragionevoli rispetto alle esigenze di funzionamento che l’Amministrazione richiede.
Al termine dell’incontro il Prefetto Scandone, nel riconfermare la disponibilità dell’Amministrazione nel voler ricercare ogni possibile soluzione che possa garantire l’Istituzione, il suo funzionamento e la sua efficacia, ma anche andare incontro alle legittime aspettative dei Colleghi, si è riservato di fare uno studio approfondito circa la fattibilità delle proposte avanzate nel corso della conferenza riservandosi di far conoscere quanto prima la posizione dell’Amministrazione e come poter procedere.