Lettera del cartello al Ministro Minniti

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    Cari colleghi,

    Mala tempora currunt, è un’espressione latina per indicare che corrono brutti tempi. Infatti, come sapete, oggi, quali portatori degli interessi e dei diritti del personale della Polizia di Stato, siamo costretti ad ulteriori sforzi non per raggiungere nuovi e necessari traguardi per garantire maggiori diritti o più retribuzione per i Colleghi ma, purtroppo, per difendere quelli che abbiamo già raggiunto da tempo. Infatti, ci attende un periodo di gravoso e serrato confronto con un’Amministrazione che, purtroppo, con una svolta involutiva, soventemente, ha dimostrato di anteporre l’affermazione delle proprie scelte a tutti i costi e calpesta le legittime esigenze e la dignità professionale e umana delle donne e degli uomini che, sino ad oggi con sacrificio, abnegazione e nonostante le mille difficoltà e criticità, per mancanza di risorse e strumenti, oltre che per grave disorganizzazione, hanno comunque garantito che funzionasse nell’interesse della sicurezza dei cittadini.

    Purtroppo, su molte delle materie di stretto interesse per i lavoratori, quali, a mero titolo d’esempio, riordino delle carriere, sorveglianza sanitaria (con un meccanismo che non può condividersi fa perdere l’idoneità al servizio senza alcuna garanzia di reimpiego e con il rischio di dover transitare nei ruoli della pubblica amministrazione con un limite per la pensione che si eleverà a 67 anni), criteri per gli scrutini per merito assoluto e comparativo per le promozioni nelle varie qualifiche, chiusura dei presidi, chiusura delle squadre nautiche e relativi interventi organizzativi, decreti di riorganizzazione di parti del dipartimento – nelle parti relative ad nuovo statuto e regolamento -, partecipazione nelle commissioni premi e ricompense ecc, stiamo registrando, da parte del Dipartimento, un atteggiamento, ormai consolidato e sempre più dilagante, che “forza” costantemente regole e procedure e cerca di relegare alla mera funzione di spettatore il ruolo del sindacato.

    Pertanto, anche in vista degli innumerevoli incontri che impegneranno a breve l’azione del sindacato, come il contratto di lavoro, il nuovo ANQ, le contrattazioni decentrate, commissioni e altro, abbiamo ritenuto quanto mai necessario, nell’interesse dei Colleghi, chiarire immediatamente, con il vertice politico del Ministero dell’Interno, se vi sono ancor le condizioni di democrazia per esercitare la tutela dei diritti dei poliziotti e qual è l’effettivo ruolo del sindacato con questa Amministrazione.

    Per questo, come avete potuto leggere sia nella prima lettera al Ministro del 10 gennaio u.s. che in quest’ultima richiesta – con cui si sollecita l’incontro specificando che nelle more di questo si sospende la partecipazione del sindacato da ogni attività di confronto, per ora solo con il Dipartimento e non a tutti i livelli per non ingessare il funzionamento delle questure e degli uffici periferici – abbiamo iniziato una vertenza con l’obiettivo, attraverso questa seria iniziativa sindacale del cartello, di riportare nel giusto alveo il Dipartimento in modo da poter continuare a tutelare gli interessi dei colleghi che, diversamente, rischiano di vedersi schiacciati in nome di una sorta di machismo burocratico fine a se stesso e al proprio vertice.

    L’auspicio è che questo incontro col Ministro porti ad un chiarimento circa l’esistenza o meno della volontà politica di continuare a salvaguardare il confronto e la concertazione nel Dipartimento della P.S., alla luce anche dell’accordo sottoscritto dal Governo e dai sindacati il 30 novembre 2016, che rimette al centro dell’azione della P.A. la concertazione e il tavolo contrattuale come unico volano per ammodernare e rendere sempre più efficiente la risposta da fornire ai cittadini, ma anche la valorizzazione delle risorse umane che vi lavorano atteso che sono proprie queste ultime che dovranno dare concretezza alle scelte e alle strategie che si individueranno. Non solo, tale incontro dovrà anche confermare, come previsto dalla Costituzione, se la tutela dei poliziotti sia ancora possibile o meno attraverso la democrazia sindacale, pur nel naturale e doveroso distinguo e rispetto dei diversi ruoli e funzioni.

    Confidiamo, conoscendo il Ministro Minniti, che, attraverso il confronto, troveremo le risposte a garanzia dei diritti inalienabili dei poliziotti, e delle tutele previste dalla Costituzione anche per gli appartenenti alla Polizia di Stato, al fine di salvaguardare le corrette e più avanzate relazioni sindacali, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini, senza dover intraprendere ulteriori azioni di protesta.

    Di seguito riportiamo il testo della lettera inviata al ministro
    Al Signor Ministro dell’Interno Sen. Marco Minniti

    Sig. Ministro,
    accogliendo il Suo gentile invito teso a comporre, in via preliminare, ogni genere di conflitto prima di assumere qualsivoglia iniziativa di protesta pubblica, Le sollecitiamo il richiesto incontro, atteso il deterioramento delle relazioni sindacali con il Dipartimento di PS che rischia di vanificare qualsiasi intesa, anche quelle assunte rispetto all’apprezzabile impegno finanziario del Governo per i poliziotti e il comparto sicurezza.
    L’esigenza di un confronto urgente con la S.V., trae origine dal fatto che dal giorno del richiesto incontro ci siamo astenuti da qualsiasi iniziativa conflittuale.
    Diversamente il Dipartimento di PS ha assunto iniziative unilaterali che, oltre a violare norme specifiche sono dirette, a nostro avviso, a svilire anche il ruolo dei sindacati rispetto alle più complesse e delicate politiche delle relazioni sindacali.
    Pertanto sino alla data dell’incontro da Lei preannunciato, non parteciperemo, da domani, alle attività di confronto con il Dipartimento della PS.

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