Articolo pubblicato su sikilynews.it in merito al convegno organizzato dal Siulp e dalla Fondazione Sicurezza e Libertà il 13 e 14 marzo a Letojanni.
Mezzi tanto utili quanto rischiosi, importanti per comunicare e scambiare informazioni, ma pieni di insidie e potenziali cause di dipendenze e vere e proprie patologie. I social network e i dispositivi elettronici che utilizziamo ogni istante della nostra vita sono stati al centro del convegno “Uso insano dei social: un meraviglioso mondo sconosciuto”, che per due giorni ha visto a Letojanni affrontare le tematiche legate al mondo social, alla modernizzazione dei mezzi di comunicazione e alle relazione interpersonali, totalmente stravolte dall’introduzione dei diversi device (pc, smartphone e tablet) e dai social network (Facebook, Twitter, Instagram, Telegram solo per citarne alcuni), di cui non sempre si fa un buon uso. A dare una risposta, facendo una disamina a largo raggio, sono stati numerosi e qualificati relatori che si sono succeduti al Polifunzionale. Un convegno organizzato dal Siulp, Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, con il patrocinio del Comune, valido anche come evento formativo accreditato dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e dall’ordine degli Avvocati di Messina. In platea, oltre a giornalisti e avvocati, numerosi esponenti delle Forze dell’ordine e anche amministratori locali.
Dopo i saluti del sindaco Alessandro Costa, il primo a intervenire è stato Felice Romano, segretario nazionale del Siulp, che ha messo in evidenza i pericoli che si corrono per un uso non appropriato della rete, sottolineando l’impegno del sindacato nel combattere il fenomeno. Sforzo, quello delle Forze dell’ordine, ribadito dal prefetto Vittorio Rizzi, capo della Direzione Centrale Anticrimine, il quale ha messo in rilievo come siano cambiati i metodi di investigazione per l’individuazione dei reati compiuti sui social: “Recentemente, grazie ai social network, sono stati arrestati cinque latitanti a Santo Domingo, perché la rete lascia molte scie – ha evidenziato – e i nostri investigatori lavorano per seguirle. Un sovrintendente della Polizia di Stato di Pordenone, grazie al suo lavoro, ha permesso la cattura di 80 ricercati e siamo inoltre molto soddisfatti della crescita dei consensi che otteniamo sui social dai cittadini, che seguono le nostre dirette e interagiscono con noi”. A moderare i lavori della prima giornata è stata la giornalista Francesca Gullotta. Un mondo, quello dei social, “dove non sempre è facile stabilire una linea di demarcazione fra illecito e l’illecito”, ha detto l’avvocato Antonino Centorrino, presidente dell’Asspe ’93, mentre Armando Angelucci, dirigente superiore medico della Polizia e la psicologa Claudia Bartalucci hanno parlato della fobia (8 utenti su 10 del web) che aggredisce tutti, ossia quella di rimanere senza il proprio smartphone e dei social come autentica “ragnatela” che attrae ogni cosa, sottolineando il rischio della dipendenza (più preoccupante fra i giovani), della solitudine che producono e delle immancabili patologie, sfociando in un uso sconsiderato dei social che porta spesso a fenomeni come cyberbullismo e stalking. Il giornalista Francesco Triolo ha invece parlato dello sguardo del giornalista sui social e ha spiegato i cambiamenti portati dai social network alla professione giornalistica e della “galassia informativa” che ne è nata. Del ruolo della scuola, degli insegnanti e dei genitori hanno relazionato Donatella la Maestra e Monica Mangano.
La seconda giornata si è incentrata principalmente sugli aspetti legali e ha visto gli interventi di Felice Romano su “Uso dei social e legalità”, mentre Smeralda Passari, commissario capo tecnico e psicologo della Polizia, ha discusso con la platea di “Limiti, pericoli e potenzialità dei social nelle relazioni d’aiuto”. L’avvocato Centorrino ha relazionato sugli aspetti legislativi e legali relativi all’utilizzo dei social, mentre il magistrato Carmelo Blatti della Corte d’appello di Messina e il capitano Alberto Bazzoffi, comandante della Guardia di Finanza di Taormina, hanno evidenziato l’utilità dei social come strumento di aiuto nelle indagini. Alessandro D’Angelo, dirigente medico dell’ospedale di Taormina, è intervenuto sul tema “I social nelle relazioni d’aiuto e nelle emergenze”, portando come esempio l’ arricchimento umano e spirituale che può derivare dal volontariato in ogni sua forma ed ha mostrato come esempio il lavoro che portano avanti le giovani G.eMMe, con il servizio e il contatto umano, con lo sguardo rivolto all’altro e non con gli occhi sul cellulare. Infine si è tornato a parlare di scuola e social network con la dirigente Antonella Lupo e la docente Rosa Pavone. A moderare i lavori è stato l’avvocato Ettore Fleres.