MAFIA: SIULP, GOVERNO INTERVENGA SU GESTIONE BENI CONFISCATI – ASCOLTARE APPELLO PREFETTO CARUSO

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Roma, 5 feb. – (Adnkronos) – ”In una condizione in cui i poliziotti oltre a comprarsi l’uniforme, la carta per fare le fotocopie e per ricevere le denunce dei cittadini, a fare le collette per la benzina e aggiustare le autovetture in totale decadimento, senza contare che devono anticipare di tasca loro anche i soldi per effettuare le missioni per arrestare i latitanti mafiosi e camorristi, non ascoltare l’appello del Prefetto Caruso sulla gestione e la finalità delle centinaia di milioni che possono finire sul Fondo unico di giustizia, oltre a essere una gravissima miopia politica, rappresenta la totale resa del Governo alla mafia e alla criminalità”. Lo dichiara in una nota Felice Romano, segretario generale del Siulp.

Il segretario del Siulp condivide le dichiarazioni del direttore dell’Agenzia dei beni confiscati, e chiede a nome dei poliziotti italiani un intervento del governo affinché questi fondi siano immediatamente resi disponibili sul Fug e quindi a disposizione delle Forze dell’ordine e della giustizia. ”Ha ragione il Prefetto Caruso quando afferma che questi soldi oggi bloccati da Equitalia potrebbero essere destinati per pagare la benzina e per rinnovare il parco auto delle Forze di Polizia e quelle per la tutela dei magistrati – sottolinea Romano – oltre che incentivare l’impegno delle donne e degli uomini in uniforme che oggi si sentono totalmente abbandonati 

Per Romano ”non ascoltare anche l’appello del ministro Alfano, che ha invocato la necessita’ di un intervento per ammodernare e rafforzare il sistema sicurezza del nostro Paese, sarebbe un gravissimo errore da parte dell’esecutivo che potrebbe costringere i servitori dello Stato in uniforme, abbandonati e demotivati, a scendere in piazza per dire che la sicurezza e’ un diritto e che i diritti non si possono tagliare”.

 ”A maggior ragione quando a pagare l’incentivazione della lotta contro il crimine sono i proventi dei beni confiscati a mafiosi, camorristi e delinquenti con i ‘colletti bianchi’. Non comprendere questo e non sostenere l’azione dell’agenzia – conclude – significa assumersi la responsabilità di dichiarare la resa dello Stato e della legalità a favore della criminalità e dell’antistato”.

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