Ieri pomeriggio, presso il Dipartimento della P.S. si è tenuta la prima riunione periodica, richiesta dalle scriventi OO.SS. tra una delegazione dell’Amministrazione, guidata dal Vice Capo della Polizia con funzioni Vicarie Prefetto Alessandro MARANGONI e i Segretari Generali di tutti i sindacati relativamente alle attività che il Dipartimento sta ponendo in essere e che riguarda il personale e l’assetto organizzativo dell’Amministrazione.
Il Prefetto Marangoni, ha comunicato che il gruppo di lavoro relativo all’individuazione dei protocolli operativi e le modalità con cui i poliziotti devono intervenire in determinate circostanze sta per terminare. Detta ipotesi di definizione, verrà sottoposta al confronto con i Sindacati, confronto che si terrà, quasi sicuramente, nel giro di qualche mese. Il Vice Capo ha affermato che l’obiettivo dell’Amministrazione è quello di poter far approvare il relativo DPR nel quale tali norme comportamentali saranno fissate entro l’estate per poi poterle rendere operative su tutto il territorio entro il prossimo mese di settembre.
Successivamente ha affermato che è intenzione del Dipartimento di aprire un tavolo di confronto con il quale verificare l’attualità del regolamento di disciplina, o se invece lo stesso necessita di modifiche, nonché di fare una seria riflessione sulla norma che disciplina la compilazione dei rapporti informativi poiché, a giudizio dell’Amministrazione gli stessi sono giunti ad un punto tale che, di fatto, non hanno alcuna valenza rispetto alla necessità per cui sono stati istituiti. In sostanza il Vice Capo Vicario ha ribadito che poiché quasi tutto il personale ha ottenuto il massimo punteggio, oggi i rapporti informativi fanno la differenza solo per i punteggi aggiuntivi che, a giudizio dell’Amministrazione non consentono più di fare un filtro rispetto alle procedure nelle quali gli stessi vengono utilizzati ai fini della valutazione delle posizioni dei singoli dipendenti.
Per ultimo il Prefetto Marangoni ha comunicato che l’Amministrazione sta ultimando uno studio per la revisione dei presidi e degli uffici della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale in funzione del fatto che la conclamata carenza degli organici, oggi assestata a circa 95.000 unità e che in previsione si prospetta con profili di criticità sempre più accentuati per il mancato ingresso di nuove unità rispetto al turnover programmato, ha reso necessaria un’articolata razionalizzazione delle risorse e dei presidi in considerazione dell’attuale disponibilità di personale che non aumenterà in futuro.
Il progetto è stato sviluppato attraverso due direttrici fondamentali: una, a carattere interno alla Polizia di Stato, diretta, sostanzialmente, ad una razionalizzazione dei presidi delle quattro specialità Stradale, Ferroviaria, Postale e Frontiera, un’altra, concertata con il Comando Generale dei Carabinieri, finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei Commissariati di P.S., delle Compagnie dei Carabinieri e dei reparti speciali, a carattere sussidiario concentrate in alcune sedi e non razionalmente distribuite.
Dall’esposizione fatta dal Prefetto Marangoni è emersa una volontà, di fatto già preordinata e definitiva dell’Amministrazione di voler stravolgere alcuni settori delle Specialità, attraverso una chiusura irrazionale di alcuni Compartimenti e dei presidi oggi esistenti, tant’è che per alcuni segmenti quali, ad esempio, le Squadre Nautiche si prevede la soppressione di tutte quelle oggi esistenti, per le Scuole l’Amministrazione avrebbe ragionato su un’ipotesi di appena 3 maxi poli per la formazione di base, mentre nulla si è detto per le specializzazioni, oltre che la chiusura e accorpamenti anche di numerosi Commissariati distaccati che genererà una mobilità del personale interessato interessando migliaia di unità. Per la Postale si vuole, invece, mantenere le sole sedi presenti presso le Corti d’Appello.
A precise domande circa il mantenimento delle attuali 19 Direzioni centrali rispetto ad un organico che si dovrà assestare a circa 22.000 unità in meno, il Prefetto Marangoni rispondeva che nulla era stato ancora deciso.
L’esposizione si è conclusa con la precisazione che il Dipartimento stava chiedendo il prescritto parere alle Autorità provinciali di P.S., Prefetti e Questori prima di inviare l’intero progetto al Sindacato per il confronto.
Le scriventi OO.SS., in modo unanime e fermo hanno condannato, sia nel metodo che nel merito, tale ipotesi di chiusura selvaggia dei presidi con relativo trasferimento dei colleghi.
Nel metodo, perché il Sindacato è stato reso edotto di tale volontà solo dopo che era già stata predisposta una “blindata” volontà di procedere, senza alcun confronto preventivo con chi rappresenta i Poliziotti circa i criteri, gli obiettivi e il nuovo modello di sicurezza che si intende realizzare, con questa chiusura selvaggia di centinaia di presidi. Nel merito per quattro ragioni fondamentali: la prima perché le modalità con cui sono stati richiesti i pareri alle Autorità di P.S. sono tali che le stesse sono praticamente obbligate ad accettare la proposta piovuta “dall’alto”, pena l’assunzione di responsabilità di far “saltare” l’intero progetto fatto nelle stanze segrete del Dipartimento, affermando una chiara volontà del “centro” di schiacciare le stesse Autorità in modo da esautorarle di ogni loro potestà, ma lasciandogli in capo solo le eventuali responsabilità; la seconda perché il progetto non fa alcun riferimento a come poter garantire il territorio e la sicurezza dei cittadini in quei luoghi (che sono tanti) nei quali verranno soppressi i presidi; la terza perché tale progetto non tiene assolutamente conto delle esigenze e delle aspettative del personale interessato; la quarta perché non esiste alcuna strategia o volontà di chiarire come e a favore di chi verranno utilizzate le centinaia di milioni di euro di risparmio che questo taglio selvaggio produrrà a differenza di quanto, invece fatto dagli Stati maggiori delle Forze armate con lo strumento militare che ha dirottato sul personale, attraverso la previsione del cosiddetto scivolo d’oro per favorire i prepensionamenti a 55 anni con l’85% dell’ultimo stipendio, un mini riordino per i sergenti e la possibilità di riscattare l’alloggio di servizio in godimento attraverso uno sconto del 35% sul valore del demanio (e non su quello di mercato…) con il finanziamento dell’80% del costo attraverso i fondi che si avranno con l’istituzione di una cassa mutua alimentata da tutto il personale in servizio.
Attesa la brevità della riunione, per ulteriori impegni del Vice Capo Vicario, le scriventi OO.SS. hanno richiesto un aggiornamento dell’incontro preannunciando, da subito, la loro netta e decisa contrarietà a discutere un così delicato progetto senza avere tutti gli elementi in merito ai criteri, alla modalità applicativa e a come riutilizzare i risparmi che deriveranno da tale intervento. Per tale motivo tutte le Organizzazioni Sindacali della Polizia di Stato affermano con fermezza e in maniera irrinunciabile: giù le mani dalla sicurezza dei cittadini e dai diritti dei poliziotti.
Lanci di agenzia
Sicurezza: allarme sindacati, Dipartimento taglia presidi
Soppresse squadre nautiche, accorpamento scuole e commissariati
(ANSA) – ROMA, 20 FEB – Chiusura di una dozzina di commissariati; cancellazione delle squadre nautiche, di una ventina di presidi della Stradale e di una trentina di quelli della Polfer; polizia postale solo dove sono presenti le Corti d’Appello, solo tre maxi poli per la formazione degli agenti di polizia: E’ il piano di “razionalizzazione”, secondo quanto riferiscono diverse fonti sindacali, che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza dovrebbe chiudere entro l’estate. Critici i sindacati, che hanno già annunciato proteste.
Il piano è stato illustrato alle organizzazioni sindacali dal vice capo vicario della Polizia, Alessandro Marangoni il quale ha parlato di uno “studio per la revisione dei presidi e degli uffici della polizia di Stato su tutto il territorio nazionale” in funzione, dicono i sindacati, del fatto che la carenza di organico ha reso necessaria una “articolata razionalizzazione delle risorse e dei presidi”. In una nota, firmata da Siulp, Sap, Siap, Anfp, Silp-Cgil, Ugl Pds, Coisp, Consap e Uil Polizia, i sindacati non indicano i numeri dei tagli previsti ma sottolineano che si procederà seguendo due direttrici: una riguarda la sola Polizia e prevede una “razionalizzazione dei presidi delle quattro specialità , Stradale, Ferroviaria, Postale e di Frontiera”; l’altra invece, “concertata con il comando generale dei Carabinieri, finalizzata ad una rivisitazione sul territorio della dislocazione dei commissariati di Ps, delle compagnie dei carabinieri e dei reparti speciali”. Secondo i sindacati si arriverebbe da una “chiusura irrazionale” di alcuni Compartimenti e dei presidi esistenti, nonché alla cancellazione delle squadre nautiche. Ci sarebbero poi soltanto 3 maxi poli per la formazione di base e la chiusura di una serie di commissariati distaccati “che genererà una mobilità del personale interessando migliaia di unità “. “C’è una volontà di fatto già preordinata e definitiva dell’Amministrazione – dicono i sindacati – di voler stravolgere alcuni settori delle Specialità ” e dunque il piano non può che ricevere una “condanna unanime e ferma”, sia per il metodo sia per il merito. “Il sindacato – affermano – è stato informato solo dopo che era già stata predisposta una blindata volontà di procedere” ad una “chiusura selvaggia dei presidi”. Ed inoltre il progetto “non fa alcun riferimento a come poter garantire il territorio e la sicurezza dei cittadini in quei luoghi (e sono tanti) nei quali verranno soppressi i presidi; non tiene conto delle aspettative del personale; non esiste una volontà di chiarire come e a favore di chi verranno utilizzate le centinaia di milioni di euro di risparmio”.
Sicurezza: piano taglia uffici ps, sindacati insorgono – Presentato da vicecapo polizia;via commissariati, scuole,presidi
(ANSA) – ROMA, 20 FEB – Il Dipartimento di Pubblica sicurezza la chiama razionalizzazione dei presidi sul territorio, i sindacati di polizia traducono con “chiusura selvaggia di centinaia di uffici”. Il piano che rivisita la presenza delle forze dell’ordine e’ stato presentato dal vicecapo della polizia, Alessandro Marangoni, alle organizzazioni di categoria: si parla della chiusura di una dozzina di commissariati; della cancellazione delle squadre nautiche (circa 500 unita’ di personale), di una ventina di presidi della Stradale e di una trentina di quelli della Polfer; via anche la maggior parte delle sezioni della polizia postale, per lasciare aperte solo quelle dove sono presenti le Corti d’Appello; sforbiciata anche alle scuole per lasciare soltanto tre maxi poli dedicati alla formazione di base degli agenti.
Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, l’aveva detto un paio di mesi fa: in pochi anni i poliziotti sono diminuiti di 15mila unita’ (sono 95mila in totale) e dunque “attraverso meccanismi di ottimizzazione delle risorse ed efficientamento della macchina organizzativa cercheremo di rendere meno basso il livello di sicurezza”. La parola chiave e’ razionalizzazione: promuovendo sinergie tra i presidi territoriali delle diverse forze di polizia si punta a sfruttare al meglio le risorse presenti, evitando duplicazioni: ad esempio, si può chiudere il commissariato di polizia in un territorio dove è già presente una compagnia di carabinieri. Due le direttrici: una interna alla polizia di Stato che prevede una revisione dei presidi delle quattro specialità (Stradale, Ferroviaria, Postale e Frontiera), l’altra è concertata con il Comando generale dei carabinieri e porta ad una rivisitazione dei presidi sul territorio. Il progetto e’ stato inviato a questori e prefetti che dovranno dare un parere entro la prima meta’ di marzo.
I sindacati non hanno gradito e si sono messi sul piede di guerra, al grido “giù le mani dalla sicurezza dei cittadini e dai diritti dei poliziotti”. “Siamo stati informati – lamentano in una nota congiunta Siulp, Sap, Siap, Anfp, Silp-Cgil, Ugl Pds, Coisp, Consap e Uil Polizia – solo dopo che era già stata predisposta una blindata volontà di procedere” ad una “chiusura selvaggia dei presidi”. Ed il progetto “non fa alcun riferimento a come poter garantire il territorio e la sicurezza dei cittadini in quei luoghi (e sono tanti) nei quali verranno soppressi i presidi; non tiene conto delle aspettative del personale; non esiste una volonta’ di chiarire come e a favore di chi verranno utilizzate le centinaia di milioni di euro di risparmio”. La ‘grana’ attende ora sulla scrivania del nuovo ministro dell’Interno.
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