Prove d’esame nei corsi Allievi Agenti — proporzionalità dei quesiti e tutela della graduatoria

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Prove d’esame nei corsi Allievi Agenti — proporzionalità dei quesiti rispetto al Piano degli Studi e tutela della graduatoria unica nazionale

Riportiamo il testo della lettera inviata al Direttore dell’Ispettorato della Scuola di Polizia di Stato il 19 novembre 2025 dalla Segreteria Nazionale:

“…intendo portare alla Sua attenzione una questione che, nelle ultime settimane, è stata segnalata con insistenza a questa Segreteria Nazionale da diverse strutture territoriali, sulla base delle informazioni provenienti dalle Scuole Allievi Agenti dislocate sul territorio nazionale.

Secondo quanto rappresentato, nell’ambito dell’ultima prova d’esame teorica sostenuta dagli Allievi Agenti presso le Scuole di formazione, sarebbero stati somministrati quesiti, in particolare nell’area delle Leggi di Pubblica Sicurezza, contraddistinti da un livello di tecnicalità, dettaglio esegetico e profondità non proporzionato allo stato di avanzamento del Piano degli Studi.

Si tratterebbe, in altri termini, di domande impostate su aspetti non ancora affrontati in modo compiuto nelle lezioni, ovvero su profili interpretativi che, in questa fase iniziale del percorso formativo di primo livello, esulano da quella preparazione solida sugli snodi essenziali che il Dipartimento ha sempre indicato come obiettivo primario. A riprova di questa discrepanza, viene segnalato come la Commissione esaminatrice abbia successivamente proceduto alla neutralizzazione di taluni quesiti, riconoscendo la validità delle risposte indipendentemente dall’opzione indicata, nel tentativo di contenere gli effetti distorsivi sulla valutazione complessiva.

Pur comprendendo lo sforzo della Commissione nel salvaguardare, anche ex post, l’uniformità dei criteri valutativi, non si può ignorare che l’introduzione di quesiti non coerenti con i moduli effettivamente svolti, o formulati con un linguaggio eccessivamente tecnico e ambiguo, produca inevitabilmente ripercussioni sulla performance dei candidati: tempo sottratto alle domande perfettamente attinenti, incremento dell’incertezza interpretativa, aumento dello stress emotivo e, in definitiva, una compressione del punteggio residuo che finisce per riflettersi sul posizionamento in graduatoria.

Come Lei ben sa, la graduatoria unica nazionale di fine corso non è un mero dato amministrativo, ma il criterio che indirizza in modo diretto e immediato le scelte e l’attribuzione delle sedi di prima nomina, incidendo in maniera concreta sul successivo percorso professionale, sulle prospettive di ricongiungimento familiare e sugli equilibri organizzativi dei singoli Uffici sul territorio.

Proprio per questo, il legame tra contenuti d’esame, Piano degli Studi e proporzionalità della difficoltà riveste un significato non soltanto formale, ma sostanziale, in termini di equità e di tutela dell’affidamento legittimo delle allieve e degli allievi.

In un corso iniziale di formazione, in particolare per il ruolo degli Agenti, non può essere richiesto ai frequentatori di cimentarsi in una micro-esegetica del sistema normativo o in quesiti che presuppongano conoscenze ancora non trasmesse in aula; ciò che appare ragionevole attendersi è una preparazione solida sui nuclei fondamentali delle materie, sugli istituti che hanno immediata ricaduta sull’operatività quotidiana e su un impianto di domande formulato in linguaggio chiaro, privo di ambiguità e strettamente ancorato ai moduli didattici svolti fino alla data della prova.

Alla luce di queste considerazioni, Le chiedo cortesemente di valutare l’opportunità di un Suo autorevole intervento indirizzato alle Scuole di formazione e alla Commissione esaminatrice, affinché venga espressamente riaffermato che:

— i questionari oggetto delle prove devono essere costruiti in rigorosa coerenza con il Piano degli Studi e con lo stato di avanzamento effettivo delle lezioni;

— il livello di difficoltà dei quesiti va commisurato alla fase del corso ed alle finalità proprie della formazione di primo ingresso, evitando derive nozionistiche o interpretative non ancora coperte dalla didattica;

— ogni eventuale decisione di neutralizzazione, correzione o ricalibrazione dei quesiti venga adeguatamente verbalizzata, resa conoscibile e applicata in modo uniforme a livello nazionale, con tempestivo riversamento dei ricalcoli sulla graduatoria unica.

Ritengo, inoltre, che potrebbe essere utile, per il prosieguo, prevedere una validazione preventiva dei questionari — anche attraverso un confronto strutturato tra Direzione Centrale, Ispettorato delle Scuole, i Direttori degli Istituti di Istruzione e i referenti didattici delle singole materie — che tenga conto non solo della correttezza giuridica dei contenuti, ma anche della loro pertinenza rispetto al percorso formativo e della chiarezza lessicale, così da prevenire il ripetersi delle criticità che oggi Le rappresentiamo.

Sono convinto che un segnale chiaro in questa direzione contribuirebbe a rafforzare la fiducia delle allieve e degli allievi nel sistema valutativo, a consolidare l’autorevolezza del percorso formativo e a tutelare, allo stesso tempo, l’Amministrazione, evitando possibili contestazioni sul piano della trasparenza e della parità di trattamento tra frequentatori di diverse Scuole.

Nel ringraziarLa sin d’ora per l’attenzione e confidando nella Sua consueta sensibilità verso il benessere formativo e professionale dei giovani colleghi che si preparano ad entrare nei ruoli della Polizia di Stato, resto in attesa di un cortese riscontro ed eventualmente disponibile ad un confronto più approfondito, anche mediante la trasmissione degli ulteriori elementi raccolti dalle nostre strutture territoriali. …

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