Residenza e domicilio: differenze e significato

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Ultimo aggiornamento 11/06/2021

Ritorniamo su questo argomento più volte trattato per chiarire alcune questioni spesso foriere di dubbi e incertezze.

Domicilio e residenza possono essere confusi ma esistono diverse, importanti, differenze, che in tempi Covid hanno suscitato incertezze soprattutto in merito alle regole sugli spostamenti, autocertificazioni, viaggi da motivare, ecc.

Capita spesso, inoltre, che ai fini fiscali o previdenziali ci si interroghi sulle conseguenze di avere il domicilio diverso dalla residenza, su cosa fare per dichiarare il domicilio e dove e in quali casi occorra dichiararlo.

Il domicilio, nel diritto privato italiano è disciplinato dall’articolo 43, primo comma c.c. il quale recita: “Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi”” [14 Cost., artt. 45 e 46 c.c.].

Per quanto riguarda gli interessi, questi si intendono non solo di natura economica, ma anche personale, sociale e politica. In alcuni casi possono essere eletti dei “domicili speciali” qualora si tratti di episodi singoli e isolati che poi si concludono.

La residenza, è invece disciplinata dall’art. 43, II comma c.c.) che la definisce come il luogo in cui la persona ha la dimora abituale. Quindi, non occasionale e non limitato ad alcuni periodi dell’anno, ma vi si può abitare in maniera non continua.

La residenza anagrafica non ha necessariamente a che fare con l’abitazione dichiarata come prima casa. In Italia la residenza può essere solo una e riferita a un solo Comune, ai fini dell’iscrizione alle liste elettorali e di tutti gli altri benefici fiscali e legali cui hanno diritto i residenti di una determinata località.

Questo per quanto riguarda la residenza anagrafica, per quanto concerne la residenza fiscale, questa si acquisisce se il contribuente è iscritto all’Anagrafe della popolazione residente o ha residenza o domicilio in Italia per più di 183 giorni all’anno. La residenza fiscale è importante per il calcolo delle imposte sui redditi e per la definizione dell’IVA.

Dal punto di vista giuridico, dunque, la residenza è diversa dal domicilio perché la prima ha a che fare con l’abitare e la seconda con la sede di affari e interessi. In pratica, mentre la residenza indica il luogo in cui si esplica la vita privata della persona, il domicilio è il luogo in cui si svolge la vita professionale, ma non necessariamente residenza e domicilio devono essere luoghi distinti, anche se è possibile eleggere domicilio in un luogo differente da quello di residenza. Al domicilio vengono solitamente inoltrate le comunicazioni di lavoro, si apre una tutela, si apre una successione a causa di morte, viene dichiarato il fallimento dell’imprenditore.

Nel Comune di residenza si sceglie il medico di famiglia, si vota, si effettuano le pratiche per il matrimonio e si presentano le richieste dei certificati anagrafici.

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