Riordino: prime schiarite sul tavolo, ma l’obiettivo ancora non può dirsi raggiunto

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    Nella giornata di ieri si è tenuto un nuovo confronto con l’Amministrazione rispetto alla delega per il riordino delle carriere. La delegazione dell’Amministrazione era guidata dal Vice Capo per il Coordinamento Prefetto Matteo PIANTEDOSI. Nel corso della riunione, è stata illustrata una nuova ipotesi basata non più sul limite di 119 milioni di euro già stanziati e disponibili ma su una disponibilità complessiva di oltre 500 milioni di euro a regime, quindi con un incremento di circa 390 milioni di euro, in linea con le richieste delle sottoscritte OO.SS., alle quali la parte pubblica ha garantito che detto incremento non andrà ad incidere sui circa 440 milioni annui attualmente utilizzati per il bonus specificità di 80 euro mensili netti.

    Abbiamo innanzitutto contestato la perdurante assenza di elementi idonei a valutare quanto accadrebbe per le qualifiche dirigenziali e il ridottissimo lasso di tempo che è stato disponibile per l’analisi del testo, per cui sarà necessario acquisire le informazioni mancanti e disporre di altro tempo per esaminare compiutamente le ipotesi prospettate. Al momento, la valutazione è per forza di cose preliminare e potrebbe essere soggetta a precisazioni e puntualizzazioni.

    Per ora possiamo con certezza affermare che nella bozza, così come avevamo richiesto, oltre alla previsione del diploma di scuola media superiore come titolo di studio necessario per l’accesso alla carriera di base, diversamente dai precedenti riordini, è contemplato un riconoscimento immediato per tutto il personale, attraverso la rideterminazione dei valori parametrali con benefici economici per tutte le qualifiche, dalla prima del ruolo di base a quella apicale.

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    Detta previsione permetterebbe, a tutti coloro che, nell’immediato o a breve termine, non potranno usufruire delle nuove procedure di avanzamento in qualifica, di avere comunque un beneficio economico.

    Ulteriore elemento positivo della ipotesi illustrata è la previsione di riduzione dei tempi di permanenza che prevederebbe una carriera unificata, per anzianità, da Ag a Sov.te Capo che si sviluppa nel corso di 24 anni in luogo dei 29 attuali. Anche per quel che concerne il percorso di carriera nel ruolo degli ispettori è previsto un tempo di percorrenza di 25 anni rispetto ai 32 attuali.

    La stessa ipotesi di riordino prevede, inoltre, che dopo 4 anni di permanenza nelle qualifiche apicali di ciascun ruolo, e dunque prima del raggiungimento del punto parametrale corrispondente a + 8 anni, è attribuito un ulteriore incremento retributivo per la valorizzazione della professionalità acquisita con l’anzianità.

    Fin qui, quindi, accolta la nostra richiesta di maturare il massimo possibile il più presto possibile per più tempo possibile, anche in previsione degli effetti pensionistici.

    Nella stessa bozza permane, tuttavia, il riferimento alla denominazione “con incarico speciale” unitamente alla previsione che agli Assistenti Capo possa essere attribuita, in modo facoltativo, dal dirigente, la qualifica di ufficiale di P.G.

    Questi punti del progetto sono stati oggetto di contestazione da parte di tutte le scriventi OO.SS. che ne hanno chiesto l’espunzione.

    Altri elementi inaccettabili del progetto dell’Amministrazione, sono individuabili nella mancata chiarezza sulla previsione di meccanismi di progressione di carriera atti a garantire la cosiddetta “carriera aperta dalla base”, sia nel passaggio tra Assistente Capo e Vice Sovrintendente, che nel passaggio dal ruolo dei Sovrintendenti al ruolo degli Ispettori. Invero, da questo punto di vista, le ipotesi prospettate non tengono conto del fatto che oltre il 50 per cento degli attuali sovrintendenti riveste la qualifica apicale.

    Inoltre, non è sfuggita la mancanza di previsione rispetto alle specificità che debbono essere riconosciute ad alcuni corsi dei Sovrintendenti (15 – 16 e 17) così come agli ispettori ante riforma di cui all’articolo 25 della 334/2000.

    In particolare, appare deprecabile che nel progetto illustrato dall’Amministrazione non si rinvengano, né nella fase transitoria né in quella a regime, soluzioni idonee a risarcire le penalizzazioni rinvenienti dalla mancata indizione dei concorsi per il Ruolo direttivo speciale, del quale è prevista una soppressione non bilanciata, come richiesto, dall’istituzione di un ruolo direttivo ordinario al quale accedere con la laurea breve, attraverso un meccanismo di alimentazione interna dal ruolo degli Ispettori.

    Al riguardo, appare insufficiente la previsione di un ruolo direttivo ad esaurimento di 1300 posti per accedere al quale, anche gli Ispettori destinatari dei primi concorsi del vecchio ruolo direttivo speciale, oggi circa 2400, debbono sostenere un concorso a distanza di 15 anni, con gravi ed irreparabili danni sulla carriera.

    Proprio la mancata previsione di meccanismi atti a ricollocare tutti gli Ispettori che avevano diritto per primi a partecipare ai concorsi per il ruolo direttivo speciale, frustra e pregiudica il funzionamento del cosiddetto sistema dei vasi comunicanti che la stessa Amministrazione aveva ritenuto la base di un riordino della carriere serio ed equilibrato.

    Invero, proprio perché si prevede l’accesso al ruolo degli Ispettori con diploma e previo corso di formazione di tre anni, alla fine del quale si consegue la laurea breve, occorre a fortiori prevedere uno sbocco di carriera per il ruolo degli ispettori che, altrimenti, costituirebbe un tappo per la progressione in carriera di tutti gli altri ruoli Agenti, Assistenti e Sovrintendenti.

    Altrettanto grave è la previsione di una dirigenzializzazione dei funzionari che esclude i commissari Capo ed è completamente reticente in ordine alla contrattualizzazione della dirigenza.

    Nello stigmatizzare la quasi totale mancanza di informazioni al riguardo, si è rimarcata la necessità di comprendere la reale portata dell’intero progetto (ancora del tutto oscuro) che si vorrebbe adottare per il personale del Ruolo tecnico-scientifico e professionale, compresi gli orchestrali, per il quale, ci è stato confermato, sarà a breve predisposto un specifico incontro/confronto tra l’Amministrazione e le OO.SS..

    In estrema sintesi, quindi, si è ribadita la ferma necessità di uno sforzo maggiore nella c.d. fase transitoria, che è, poi, quella che deve prevedere la più ampia riqualificazione possibile del personale oggi operante.

    La riunione si è, dunque, conclusa con un aggiornamento dei lavori, attesa anche l’imminente presentazione, da parte del Governo, del disegno di legge di stabilità, dal quale si avrà una maggiore contezza sulle effettive risorse destinate per il riordino delle carriere del personale del Comparto Sicurezza e Difesa.

    Le Sottoscritte OO.SS. hanno ribadito la volontà di continuare il confronto sottolineando gli aspetti positivi del nuovo progetto, ma rimarcando, altresì, il fatto che, al momento, sussistono ancora troppi ostacoli da superare per raggiungere una soluzione soddisfacente e accettabile sia per le aspettative del personale che per  la funzionalità dell’Amministrazione.

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