Riordino: solo se è per tutti e parte dalla base; Presidi: dimagrisca il centro piuttosto che il territorio; Forestale: no a militarizzazione strisciante Sicurezza

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    Così come convenuto in precedenza una delegazione del Dipartimento della pubblica sicurezza guidata dal Vice Capo della Polizia pref. Piantedosi e composta dal Gruppo di lavoro designato, nonché dal Direttore dell’Ufficio per le relazioni sindacali, vice prefetto Ricciardi e dai Direttori centrali per gli affari generali e delle risorse umane, prefetti Truzzi e Mazza, ha incontrato ieri le organizzazioni sindacali per fare il punto dello stato di avanzamento dei lavori.

    Ci è stato assicurato che non vi saranno ripercussioni negative sul personale della Polizia di Stato interessato dalla riorganizzazione e ci è stata consegnata una bozza aggiornata del progetto che traccia le linee guida, ma non definisce gli organici, né delle modalità di inquadramento transitorie e a regime.

    Abbiamo preso atto della buona volontà riscontrata ma abbiamo ripetuto ancora una volta che prima di avviare il confronto sulla riorganizzazione dei presidi delle Forze di polizia a competenza generale sul territorio nazionale abbiamo la necessità di conoscere innanzitutto i criteri oggettivi e coordinati che Polizia di Stato ed Arma dei carabinieri intendono adottare per poi verificare in concreto l’impatto che questi avrebbero sia nel complesso che nelle singole realtà, partendo dal presupposto che per noi la filosofia di base è che deve dimagrire il centro piuttosto che il territorio.

    A maggior ragione, per ciò che attiene la riorganizzazione degli aspetti ordinamentali, per avviare un confronto costruttivo abbiamo l’assoluta necessità di conoscere i numeri che, nelle intenzioni dell’Amministrazione avrebbero in concreto ruoli e qualifiche, nonché i meccanismi di inquadramento nell’ambito di ciascuno di essi sia nella fase transitoria di prima applicazione che a regime.

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    A tal proposito abbiamo nuovamente ribadito che l’intervento ordinamentale deve basarsi su una filosofia chiara che accomuni tutti i ruoli e tutte le qualifiche, partendo comunque dal basso: a tutto personale della Polizia di Stato va riconosciuto il gap che divide le opportunità di carriera concretamente fruite nel tempo e le funzioni da ciascuna qualifica e ruolo effettivamente svolte dall’inquadramento e dalle opportunità attuali in confronto alle altre Forze di polizia.

    In altri termini dovranno migliorare in maniera analoga e simmetrica rispetto a detto gap le posizioni e le opportunità degli attuali appartenenti al ruolo degli assistenti ed agenti, a quello dei sovrintendenti, a quello degli ispettori e quello dei commissari, in questo ordine perché, se così non fosse, meglio lasciare le cose come stanno ed attuare in pieno le leggi esistenti.

    Infine abbiamo stigmatizzato l’intenzione governativa di militarizzare il personale del Corpo forestale dello Stato proseguendo sulla strada di una militarizzazione strisciante della gestione della Sicurezza riscontrabile ormai da una pluralità di segnali e che non potrà essere accettata supinamente.

    Il gruppo di lavoro del Dipartimento di pubblica sicurezza  incaricato di elaborare il testo della delega ha preso l’impegno di consegnare il testo aggiornato delle indicazioni emerse nell’attuale seduta entro le prossime due/tre settimane.

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