Ripartizione monte ore straordinario, omessa informazione sul 2012 e sui criteri 2013. Atto di diffida

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Di seguito riportiamo il testo della nota inviata, in data odierna, al direttore dell’Ufficio Relazioni sindacali

La lettera segue le precedenti note circa la ripartizione monte ore straordinario, e riguarda l’omessa informazione sul 2012 e sui criteri 2013.

Atto di diffida ad adempiere all’art. 16 Anq ed interruzione della condotta antisindacale in atto.

“Egregio Direttore, di seguito alla nota di ieri, 30 luglio, che qui si intende integralmente trascritta, le sottoscritte organizzazioni sindacali del personale della Polizia di Stato ribadiscono che l’obbligo sancito dall’art. 16, comma 5 del vigente Anq “entro il mese di febbraio di ciascun anno … si tiene un incontro … sui criteri di massima concernenti le modalità di ripartizione del monte ore di lavoro straordinario” non è stato assolto da codesta Amministrazione.

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Non sono stati forniti i dati relativi all’utilizzo delle risorse disponibili nel corso del 2012; non sono state incluse tutte le qualifiche della Polizia di Stato nei criteri per la programmazione della distribuzione 2013; né, infine, sono stati forniti i dati distinti per Direzioni ed Uffici Centrali del Dipartimento della pubblica sicurezza.

Mentre siamo ancora in attesa dell’esatto assolvimento, sia pure gravemente tardivo, di questo preciso obbligo, con una circolare il Dipartimento ha comunicato ad Uffici e Reparti di aver adottato di una nuova ripartizione del monte ore disponibile per l’anno in corso senza alcun confronto con le OO.SS. che, oltretutto, prevede tagli alle disponibilità del territorio, a cominciare da realtà sensibili come quella di Palermo per citarne solo una tra le tante.

Come per quella di ieri chiediamo l’immediato ritiro della circolare in argomento, contestandone i passaggi in cui si fa riferimenti ad inesistenti intese con le sottoscritte OO.SS. e ricordiamo invece, ancora una volta, sia la contrarietà delle sottoscritte organizzazioni sindacali “rispetto al procedere a qualsiasi tipo di taglio senza prima aver avuto conoscenza dei dati richiesti anche rispetto al numero delle ore impiegate in straordinario programmato”, sia l’impegno assunto nell’incontro del 26 giugno scorso dall’Amministrazione, che si era riservata “di rappresentare la posizione dei Sindacati al Capo della Polizia per poi darci comunicazione su quale metodo seguire per dare piena attuazione all’adempimento previsto”.

L’assenza di ulteriori determinazioni dell’Amministrazione, la scelta di emanare unilateralmente direttive sia sul taglio del monte ore del Dipartimento della P.S. per il 2014 che su quello per l’anno in corso per gli Uffici territoriali, senza alcuna intesa con le OO.SS. nonostante il formale impegno assunto nella citata riunione, sembra evidenziare in modo chiaro e preciso una preoccupante volontà d’involuzione delle relazioni sindacali rispetto al passato che, se non adeguatamente e celermente modificata, non potrà certo lasciare i sindacati indifferenti, o soccombenti.

Nel sistema delle relazioni sindacali attualmente vigente nell’ambito della Polizia di Stato l’individuazione delle esigenze funzionali ed operative è una prerogativa dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, che noi ovviamente rispettiamo esigendo però – contemporaneamente – il rispetto delle nostre prerogative che consistono nella definizione ed informazione sui criteri annualmente adottati per la suddivisione dell’intera disponibilità dell’intero monte ore di lavoro straordinario tra tutti gli Uffici e Reparti e per tutte le qualifiche “contrattualizzate”, attese anche le ricadute retributive e previdenziali sul personale che sono connesse alla gestione dello straordinario, che per questo richiedono informazione, trasparenza ed equità.

Non possiamo più esimerci dal far presente che la perdurante omissione di un adempimento previsto da specifici obblighi contrattuali e da precise intese sindacali sottoscritte dalle OO.SS. con i vertici dell’Amministrazione, violando il rispetto delle nostre prerogative di rappresentanti degli appartenenti alla Polizia di Stato costituisce, senza ombra di dubbio, uno di quei comportamenti “diretti ad impedire o limitare l’esercizio della libertà e della attività sindacale” previsti dall’art. 28 l. 300/1970.

Per questa ragione il perdurare di tale condotta da parte dell’Amministrazione, in assenza di concrete ed immediate decisioni di segno contrario ci vedrà costretti, nostro malgrado, a dover valutare in tempi rapidi di intraprendere presso le sedi competenti ogni iniziativa utile, secondo le norme vigenti, per far cessare le condotte antisindacali ripristinando il rispetto delle norme e delle corrette relazioni sindacali.

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