Ritardi ed omissioni nell’aggiornamento del foglio matricolare. Ricadute nelle procedure concorsuali. Indifferibilità di una soluzione alle problematiche
Si riporta il testo della nota inviata dalla Segreteria Nazionale il 31 agosto 2021 al Capo della Polizia Pref. Lamberto Giannini:
“”il 9 settembre 2020, in occasione di un incontro su una serie di tematiche afferenti alla gestione delleRisorse Umane che si è tenuto con il Suo predecessore, coadiuvato dallo staff dei più stretti collaboratori, avevamo segnalato, tra l’altro, le rilevanti criticità registrate nell’aggiornamento dei fogli matricolari del personale. Le nostre strutture territoriali ci avevano infatti restituito una desolante serie di problematiche che, in buona sostanza, traevano origine dagli eccessivi margini interpretativi consentiti dalle perfettibili disposizioni ordinamentali che regolano la materia, contenute essenzialmente nella risalente circolare del 18 novembre 2008 dell’allora Direzione Centrale per le Risorse Umane.
A margine della lamentata genericità delle fonti di riferimento avevamo anche introdotto una riflessione sulla mancanza di certezza in ordine ai tempi di registrazione delle annotazioni.
In altri termini avevamo evidenziato come la combinazione tra le disomogeneità applicative e la non definita tempistica dell’aggiornamento del foglio matricolare fossero produttive di disarmonie destinate a condizionare l’esito nella progressione della carriera del personale, atteso che il momento della valutazione dei titoli era quello che maggiormente condizionava gli scrutini delle procedure concorsuali.
In parallelo, e proprio per la stretta dipendenza tra la materia matricolare e quella concorsuale, oltre ad aver sollecitato l’adozione di linee guida aggiornate, tese a limitare la discrezionalità nelle annotazioni sulle schede del personale, avevamo anche posto in rilievo le non meno perniciose disutilità prodotte dalla rigidità dei criteri stabiliti dalle Commissioni concorsuali, circa le quali non abbiamo mancato di stigmatizzare l’eccessiva dilatazione dei tempi di elaborazione delle graduatorie che si accompagnava ad una discontinuità nei paradigmi di valutazione. Di talché, al variare della composizione delle Commissioni, cambiava anche la lista dei titoli messi in valutazione, con una inevitabile conseguente instabilità degli assetti nelle graduatorie, atteso che una variazione minima, anche di pochi decimali, nel punteggio complessivo comportava lo slittamento anche di centinaia di posizioni.
Come vuole la nostra cultura sindacale non ci eravamo limitati alla denuncia, ma avevamo anche portato al tavolo del confronto una serie di proposte che, a nostro modo di vedere, ove messe in pratica avrebbero potuto sanare, o comunque attenuare, i perversi effetti dianzi censiti. L’informatizzazione del foglio matricolare da un lato, e la individuazione di un nucleo di funzionari dedicati in via esclusiva alle attività concorsuali avrebbero, secondo noi, drasticamente ridotto le disarmonie che finivano per incidere sulle graduatorie dei vincitori dei concorsi interni.
Già nel corso di quella riunione, come poi effettivamente è stato confermato da una nota formale della – coeva – Direzione Centrale per le Risorse Umane di pochi giorni dopo (15 settembre del 2020), ci era stato anticipato essere in avanzata fase di studio la realizzazione di una banca dati centralizzata per la gestione dello stato matricolare.
Invero, preso atto della sensibilità dell’Amministrazione, e pur con la consapevolezza che l’informatizzazione del sistema matricolare del personale della Polizia di Stato richiede tempistiche di medio termine, ad oggi non abbiamo riscontrato l’adozione di alcun intervento finalizzato ad attenuare la perversa alea che continua a condizionare le progressioni di carriera.
Non solo, infatti, l’autonomia decisionale degli enti matricolari territoriali non trova un momento centrale di sintesi che favorisca una uniformità applicativa.
Ma pure l’operato delle Commissioni concorsuali risente di una eccessiva, e non di rado inspiegabile, rigida adesione ai criteri di valutazione che, lungi dall’assicurare il rispetto delle pari condizioni tra i candidati, finisce per penalizzare chi si vede ingiustamente negare il riconoscimento di titoli posseduti, ma non conteggiati perché non trascritti nel foglio matricolare.
Fattore comune a pressoché tutte le vicissitudini dei colleghi che abbiamo avuto modo di prendere in esame è la limitazione, prevista dai criteri standardizzati di valutazione dei titoli, del conteggio dei soli titoli annotati nello stato matricolare alla data di scadenza del termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso.
Vengono quindi escluse dalla valutazione tutte le tardive, o omesse, annotazioni matricolari che dipendono dall’ente chiamato ad aggiornarle, attività che – circostanza di non poco conto – non sono in alcun modo controllabili dall’interessato.
In altre parole, accade che anche qualora l’interessato dichiari di possedere un titolo che non risulti,e non per sua colpa, annotato a matricola, la Commissione lo esclude dalla valutazione.
Crediamo utile, per facilitare la comprensione dell’entità della questione, riportare l’emblematica vicenda di un collega che ha presentato domanda di partecipazione al concorso per 1000 posti da Sostituto Commissario – riservato agli Ispettori Superiori, ancora in corso di scrutinio – al quale la Commissione ha negato il conteggio dei punti previsti per il possesso del diploma di scuola media superiore, in quanto questo non risultava annotato a matricola.
A nulla è valsa l’eccezione dell’interessato che, con istanza di autotutela, ha significato come quel diploma era stato conseguito già nel 1985, quindi ancora prima di essere assunto nei ruoli della Polizia di Stato. Titolo di studio il cui possesso era stato indicato nella domanda di partecipazione al concorso medesimo, era stato altresì da sempre indicato nella parte del rapporto informativo riservata alla compilazione del dipendente, ed aveva persino consentito di partecipare a più concorsi per l’accesso all’allora corso quadriennale da Funzionario.
Dunque, la colpa, si fa per dire, di questo operatore, è quella di non aver mai avuto occasione di consultare il proprio stato matricolare constatando l’erronea annotazione operata dalla Scuola Allievi Agenti presso cui aveva frequentato il corso di formazione iniziale.
Quella appena illustrato non è che una delle innumerevoli vicissitudini che richiamano alla memoria kafkiane angosce. E che, duole doverlo rilevare, vengono con regolarità censurate dalle corti amministrative, in filigrana alle cui sentenze si avverte un senso di incredulità dei giudicanti per parossistiche mancanze di flessibilità che finiscono per inficiare la legittimità, ma soprattutto la credibilità, dell’operato delle Commissioni.
Tra i vari arresti presenti nei repertori crediamo valga la pena menzionare la recentissima pronuncia del TAR Roma, n. 9384/2021, pubblicata giusto il 24 agosto scorso, nella quale oggetto della controversia era il concorso da 614 posti da Vice Ispettore riservato ai Sovrintendenti, bandito il 31 dicembre 2018. Sebbene il ricorrente avesse dichiarato una anzianità nella qualifica di Sovrintendente Capo conforme a quanto previsto dal D. L.vo 126 del 2018, entrato in vigore anteriormente alla pubblicazione del bando di concorso, la Commissione aveva invece tenuto conto della diversa, meno favorevole, decorrenza giuridica annotata nel foglio matricolare alla data della scadenza del termine di presentazione delle domande di partecipazione.
Alla tesi sostenuta in causa dalla difesa erariale, che insisteva per l’apprezzamento della corretta attività della Commissione, l’adito TAR Roma ha, con motivazione tranciante, replicato che incombe sull’Amministrazione l’obbligo di aggiornare con diligenza e tempestività i dati dello stato matricolare “non potendo ricadere sul ricorrente la responsabilità del mancato aggiornamento da parte dell’Amministrazione”.
È il caso di ricordare che questa tormentata procedura concorsuale aveva visto la pubblicazione di una prima graduatoria, poi annullata in via di autotutela per l’emersione di erronee valutazioni. E proprio nelle more della pubblicazione della nuova graduatoria, preso atto del fragoroso errore nel conteggio dei titoli di anzianità di qualche centinaio di concorrenti,i quali vantavano le medesime ragioni azionate in causa nel ricorso testé richiamato, avevamo cercato di interloquire con l’Amministrazione per cercare di far valere lo stesso principio poi declamato dal TAR di Roma, radicato nel buon senso prima ancora che nel diritto. Un tentativo risultato evidentemente dolorosamente vano.
Ma quel che più duole è dover prendere atto di come, nonostante i tutt’altro che isolati precedenti giurisprudenziali che si sono espressi nei medesimi termini, e nonostante ogni nuova procedura concorsuale dia origine ad ulteriore omologo contenzioso, non si colgono segnali che possano far presagire un mutamento di rotta per adeguare alle sferzanti critiche dei giudici amministrativi l’operato delle Commissioni concorsuali. Le quali, imperterrite, in virtù di una malintesa autonomia valutativa, continuano a riproporre questi schemi la cui illegittimità dovrebbe a questo punto non essere più revocabile in dubbio.Il che, a nostro sommesso avviso, oltre a provocare ripercussioni sulla durata delle procedure concorsuali, non pare affatto corrispondere ai precetti che presidiano il buon agire della pubblica amministrazione.
E visto che siamo a parlare di attività interne al Dipartimento della P.S., che della correttezza e dell’imparzialità dovrebbe essere uno dei più pugnaci garanti, non vediamo come si possa ancora tergiversare di fronte all’evidenza di simili inquietanti aberrazioni.
Ciò premesso, conoscendo la Sua sensibilità quando si parla di problematiche che attengono al personale, siamo a richiedere un Suo autorevole e risolutivo intervento affinché le procedure di annotazione e tenuta dei fogli matricolari siano aggiornate e uniformi in tutti i nostri uffici.
Certi di un Suo personale interessamento alla vicenda evidenziata, l’occasione è propizia per inviare cordiali saluti e sensi di rinnovata stima”.