Scontri attivisti-Polizia alle scuole Besta a Bologna

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Scontri attivisti-Polizia alle scuole Besta a Bologna. Romano (SIULP): “La caccia al poliziotto dei Reparti Mobili deve finire. Manifestare è sacrosanto, picchiare un poliziotto no. La politica intervenga e ci consenta di lavorare”.

Ieri a Bologna l’ennesima aggressione a poliziotti dei Reparti Mobili. A seguito dell’ordinanza di lavori di restyling dell’istituto Besta, gruppi di attivisti si sono scagliati contro personale del Reparto Mobile di Polizia giunto in servizio. Dalle urla si è ben presto passati a bastoni e pietre, oltre ad ogni volgarità e oscenità immaginabili, contro i poliziotti. Il Segretario Generale del SIULP, il sindacato maggioritario del comparto Sicurezza, stigmatizza: “La solidarietà è massima nei confronti dei colleghi, oggetto, ancora una volta – sottolinea Romano – di attacchi vili e assolutamente violenti nei loro confronti. Personale del Reparto Mobile era lì per svolgere un compito preciso, e chi ha scatenato il putiferio vergognoso che ha portato ad oltre venti poliziotti feriti, sono i membri attivisti giunti sul posto per manifestare contro l’abbattimento di oltre 30 alberi. Legittimo. Anzi, lodevole, ma quando tutto sfocia in scene di violenza, viene meno l’intento giusto e profondo della manifestazione di protesta. L’ennesima dimostrazione di come ogni occasione, anche la più nobile, faccia emergere la presenza dei professionisti del disordine, i quali, hanno un unico scopo: la violenza. Delinquere, ferire, a volte quasi arrivare ad uccidere. Così come sfiorato a Padova durante una recente gara di calcio, con un poliziotto vivo per miracolo dopo aver subito una seria operazione al cuore a seguito dello scoppio di una bomba carta”.

“Di fronte a tali manifestazioni di violenza gratuita, spesso speriamo inconsapevolmente, incoraggiata da un informazione a senso unico, che individua il poliziotto come il colpevole a prescindere da ciò che e accaduto, chiediamo alla politica di decidere se toglierci lo sfollagente, che ricordiamo essere uno strumento di difesa dei poliziotti per arrestare la violenza, e non un manganello per pestare a prescindere, ma ci dica anche come fare per contenere i mestieranti della violenza che incitano le folle a delinquere e non a manifestare. Per noi – conclude Romano – una cosa è chiara: qui nessuno mette in discussione il diritto a manifestare, anche il dissenso, purchè il tutto avvenga nel rispetto delle regole e delle leggi, le quali, devono tutelare i manifestanti e tutti gli altri cittadini, a cominciare da chi indossa un uniforme. Si capisca una volta per tutte che chi usa violenza, non manifesta: delinque. E lo Stato ha il dovere di arrestare chi delinque”.

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