Semplificazioni: SIULP, armonizzare stipendi dirigenti PS

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(ANSA) – ROMA, 26 MAR – Il governo equipari gli stipendi dei dirigenti della Polizia a quelli di Senato, Camera, Rai e Presidenza del Consiglio.

Lo chiede il segretario del Siulp Felice Romano chiedendosi ”come sia possibile che gli stessi tecnocrati” che hanno suggerito il taglio degli stipendi ai vertici delle forze di polizia e delle forze armate ”non hanno contestualmente rappresentato qual è il dislivello, in negativo, tra i tanti dirigenti di polizia a cominciare dal questore di Roma che percepisce uno stipendio al di sotto dei 5mila euro mensili rispetto ai dirigenti della Rai, della Camera, del Senato e della stessa Presidenza del Consiglio che pur percependo stipendi di gran lunga superiori, in quanto a responsabilita’ sicuramente non si possono paragonare al Questore di Roma o ai tanti dirigenti di Commissariato e delle varie strutture della polizia che non arrivano a superare i 2.300 euro al mese”.

La politica del Governo relativa al taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici ”è sicuramente un atto necessario ed importante nel ricondurre un equilibrio tra la spesa pubblica e le responsabilita’ che questi dirigenti hanno nell’esercizio delle loro funzioni – afferma Romano – ma è opportuno che il meccanismo di livellamento che il governo ha operato sui vertici avvenga anche per tutto il resto dei dirigenti appartenenti al comparto sicurezza”.

E dunque ”se il livellamento ci deve essere che sia per tutti anche per quelli che in questo Comparto servono il Paese per pochi spiccioli rispetto ai loro omologhi, come quelli citati, che invece hanno stipendi che vanno ben oltre i 90-100 mila euro l’anno”

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SEMPLIFICAZIONI: SIULP, ora il Governo armonizzi anche gli stipendi degli altri dirigenti di Polizia.

 

La politica del Governo relativa al taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici, recepita nel decreto sulla semplificazione varato dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso e con il quale è stato fissato il limite dei 294 mila euro quale tetto massimo stipendiale, è sicuramente un atto necessario ed importante nel ricondurre un equilibrio tra la spesa pubblica e le responsabilità che questi dirigenti hanno nell’esercizio delle loro funzioni.

Anche se, almeno da quanto si apprende non si fa nessun riferimento alle diverse e più delicate responsabilità che incombono in capo ad ognuno di queste figure, quali ad esempio quella di Capo della Polizia – Direttore Generale di P.S. rispetto a tutte le altre.

Nessuna deroga è stata infatti prevista, pur in presenza di responsabilità estremamente diverse tant’è che tra quelli che si vedranno tagliare lo stipendio ci sono anche il Capo della Polizia, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Comandante Generale dei Carabinieri insieme ad altri alti dirigenti che, prima del suddetto decreto, avevano una retribuzione superiore.

Ad affermarlo Felice Romano – Segretario Generale del SIULP – il quale però, fa una sottolineatura ed un invito allo stesso Presidente Monti.

Secondo Romano, infatti, è opportuno che lo stesso meccanismo di livellamento che il Governo ha operato sui vertici, avvenisse anche per tutto il resto dei dirigenti appartenenti alla Polizia di Stato e all’intero Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.

È veramente mortificante, rincara Romano dover vedere che ancora una volta la specificità di questo Comparto viene applicata solo in negativo.

Ci domandiamo come sia possibile che gli stessi tecnocrati che hanno suggerito questo intervento al Presidente Monti non hanno, contestualmente, rappresentato qual è il dislivello, ma in negativo, tra i tanti dirigenti di Polizia, a cominciare dal Questore di Roma che percepisce uno stipendio al di sotto dei cinquemila euro mensili, rispetto ai dirigenti della Rai, della Camera, del Senato e della stessa Presidenza del Consiglio ad esempio, che pur percependo stipendi di gran lunga superiori, in quanto a responsabilità sicuramente non si possono paragonare al Questore di Roma o ai tanti dirigenti di Commissariato e delle varie strutture della Polizia di Stato che non arrivano a superare i duemilatrecento euro al mese.

Se il livellamento ci deve essere, chiosa Romano, che sia per tutti anche per quelli che in questo Comparto servono il Paese per pochi spiccioli rispetto ai loro omologhi, come quelli citati, che invece hanno stipendi che vanno ben oltre i 90-100 mila euro l’anno.

Speriamo che il “cuore dello Stato”, così come ci ha definito il Presidente Monti, diventi anche il centro delle loro decisioni in positivo, perché diversamente il solco che si è già creato si allargherà sempre di più e rischia di diventare insanabile.

 

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