SICUREZZA: il Governo taglia i fondi obbligando la Polizia ad “arrestare” la Polizia.

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Dichiarazioni del Segretario Generale Felice ROMANO
 
La latitanza del Governo sui tagli alla sicurezza, e quindi sul taglio al diritto alla sicurezza dei cittadini, è talmente grave che siamo ormai al paradosso.
Ad affermarlo Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP che, nel sottolineare l’aspetto pubblicitario ma privo di contenuti delle dichiarazioni di alcuni esponenti del Governo in merito alle “ingenti” risorse destinate alla sicurezza e agli operatori del Comparto sicurezza e difesa, riporta un esempio emblematico di come l’azione del governo su questo terreno sta producendo danni difficilmente riparabili.
Sono orami due anni, continua Romano, che stiamo denunciando la gravità dei tagli operati sul settore della sicurezza; abbiamo indagini importanti ed attività contro la criminalità organizzata che si possono continuare solo grazie al sacrificio dei poliziotti che anticipano di tasca loro i soldi per poter portare avanti le operazioni di polizia. Nei giorni scorsi, quando i poliziotti si sono rifiutati di anticipare i soldi per effettuare gli accompagnamenti per le espulsioni di decine di immigrati, sono saltati alcuni servizi già predisposti in tal senso con il pericolo di vanificare tutta l’attività fatta di controllo e contrasto all’immigrazione clandestina.
Molti colleghi, tra cui quelli di Milano, Palermo, Caserta ed altre realtà impegnate in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata e non, avanzano oltre 200 mila ore di prestazioni straordinarie effettuate e non ancora liquidate. Molte di queste sono servite per la cattura di noti e pericolosi latitanti.
Ma il colmo l’abbiamo raggiunto l’altro giorno a Niscemi, un territorio ad alta densità mafiosa, quando per effetto di una disposizione che vieta di effettuare straordinario alle volanti in servizio di soccorso pubblico, impartita a causa dei tagli operati dal Governo, la Polizia è riuscita ad “arrestare” solo la polizia.
Infatti un equipaggio della Volante, intervenuto per disposizioni del 113 in ausilio ad una pattuglia della Polizia municipale per controllare alcuni individui sospetti, poi accertato avere molti precedenti di polizia, poiché l’intervento è stato richiesto un quarto d’ora prima della fine del turno, è stato prontamente raggiunto da un superiore gerarchico degli operatori della volante che, arrestando il loro operato per paura che potesse scattare il lavoro straordinario, ha rammentato la disposizione impartita invitando l’equipaggio a rientrare in ufficio.
È evidente, sottolinea Romano, che stando così le cose c’è il rischio che tra un po’ il personale delle Volanti, partendo da Niscemi, prima di intervenire sarà costretto, non a verificare la pericolosità o l’urgenza dell’intervento, ma soprattutto se lo stesso è richiesto a ridosso del termine del proprio turno per evitare di fare straordinari.
L’unico risultato insomma, conclude il sindacalista, che con questi presupposti, e grazie alla politica scellerata dei tagli indiscriminati operati sulla sicurezza, l’unico arresto che la Polizia potrà operare e quello della propria azione.
Se questi sono gli investimenti tanto sbandierati dai veri esponenti governativi, Dio ci salvi dai momenti di razionalizzazione
 
i lanci di agenzia
 
SICUREZZA: SIULP, STRAORDINARI “PROIBITI”, VOLANTE DEVE RIENTRARE
(AGI) – Roma, 9 apr. – Una volante della polizia interviene a supporto di una pattuglia della municipale impegnata in un controllo, ma l’equipaggio viene fatto rientrare per paura che scatti lo “straordinario”. A denunciare l'”emblematico episodio”, avvenuto a Niscemi, e’ il segretario generale del Siulp, Felice Romano, secondo cui “la latitanza del governo sui tagli alla sicurezza, e quindi sul taglio al diritto alla sicurezza dei cittadini, e’ talmente grave che siamo ormai al paradosso”. “Sono due anni – attacca Romano – che stiamo denunciando la gravita’ dei tagli operati al settore: abbiamo indagini importanti ed attivita’ contro la criminalita’ organizzata che possono continuare solo grazie al sacrificio dei poliziotti che anticipano di tasca loro i soldi. Molti colleghi, tra cui quelli di Milano, Palermo, Caserta ed altre realta’ impegnate in prima linea nel contrasto alla criminalita’ organizzata e non, lamentano oltre 200mila ore di prestazioni straordinarie effettuate e non ancora liquidate. Molte di queste sono servite per la cattura di noti e pericolosi latitanti”. “Ma il colmo – rincara la dose il segretario – l’abbiamo raggiunto l’altro giorno a Niscemi, un territorio ad alta densita’ mafiosa, quando per effetto di una disposizione che vieta di effettuare straordinario alle volanti in servizio di soccorso pubblico la polizia e’ riuscita ad… ‘arrestare’ solo la polizia. Infatti un equipaggio della volante, intervenuto per disposizioni del 113 in ausilio ad una pattuglia della polizia municipale per controllare alcuni individui sospetti, poi accertato avere molti precedenti, poiche’ l’intervento e’ stato richiesto un quarto d’ora prima della fine del turno, e’ stato prontamente raggiunto da un superiore gerarchico degli operatori che, per paura che potesse scattare il lavoro straordinario, ha rammentato la disposizione impartita e invitato l’equipaggio stesso a rientrare in ufficio”. “Il risultato – conclude il sindacalista – e’ che con questi presupposti, e grazie alla politica scellerata dei tagli indiscriminati operati sulla sicurezza, l’unico arresto che la polizia potra’ operare sara’ quello della propria azione. Se questi sono gli investimenti tanto sbandierati dai veri esponenti di governo, Dio ci salvi dai momenti di razionalizzazione”.
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