SICUREZZA: SIULP ‘Ecco perché i poliziotti dicono NO ai numeri identificativi’

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    Roma, 31 ott. (Adnkronos) – “In un Paese in cui le prevaricazioni e le violenze a carico di rappresentanti delle forze di Polizia sono all’ordine del giorno, come dimostrano fatti tragicamente recenti, il problema non è quello di rendere identificabili i poliziotti ai professionisti del disordine, ma semmai, quello di individuare misure per dissuadere i violenti, rendere effettive le pene e velocizzare i processi”. È quanto afferma Felice Romano, segretario generale del Siulp, nel commentare il disegno di legge proposto da forze politiche al governo del Paese.
    “Onestamente speravamo di non dover più rivivere il clima di sospetto e di ‘dagli agli untori’ già sperimentato nel passato dagli uomini e le donne in uniforme”, sottolinea Romano a giudizio del quale il disegno di legge “è l’ennesima conferma che in questo Paese vi è una parte politica che ritiene pregiudizialmente che i disordini e le violenze perpetrate a carico dei cittadini, in occasione delle manifestazioni di piazza siano nella responsabilità se non addirittura principalmente provocate da coloro che vestono l’uniforme e rappresentano lo Stato”.
    “È veramente singolare – sottolinea Romano – che queste iniziative siano intraprese da chi, essendo maggioranza di Governo, ha il dovere di tutelare il personale in uniforme che, per missione e non certo per denaro, atteso gli stipendi da fame che percepiscono, ha scelto di servire il Paese per garantire l’ordine pubblico, la sicurezza dei cittadini e la tenuta dello stato democratico”.
    “Anziché dare risposte, continua il leader del Siulp, alle aggressioni che le donne e gli uomini in uniforme subiscono ogni quattro ore da parte di delinquenti che hanno ormai fatto propria la certezza di totale impunità per le loro condotte criminali, questi partiti l’unica risposta che sanno dare è quella di criminalizzare chi serve e rappresenta lo Stato e per esso tutti i giorni è disposto a sacrificare anche la propria vita per tutti i cittadini, compresi quelli che con questa legge li vogliono criminalizzare ed intimorire”, conclude.

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