SICUREZZA: SIULP, giù le mani dalla Polizia e dal suo Capo. Dichiarazione di Felice Romano.

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Ultimo aggiornamento 08/07/2013

In un momento estremamente delicato, di fortissima precarietà per la tenuta della coesione sociale e per la salvaguardia delle Istituzioni e della stessa democrazia del Paese, generata soprattutto dal forte debito di credibilità della politica che investe le Istituzioni primarie della nostra Repubblica, nessuno pensi di costituire scenari di avvicendamenti e di “rivoluzione” ai vertici della Polizia di Stato senza il confronto necessario con chi rappresenta i poliziotti italiani. Poliziotti che, ancora oggi e nonostante il perdurante maltrattamento ricevuto continuano a garantire sicurezza, libertà e democrazia al nostro Paese.
È quanto afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il primo sindacato della Polizia di Stato sulla scorta delle indiscrezioni apparse oggi su un importante quotidiano nazionale.
La salvaguardia dell’efficienza e dell’efficacia della Polizia di Stato e della sua azione insostituibile non può prescindere da chi è chiamato a rivestire la più alta responsabilità, quella di Capo e di Direttore Generale della P.S. che ad oggi, nonostante le funeste previsioni di qualche regista più o meno occulto è ancora in capo al Prefetto Antonio MANGANELLI, anche se momentaneamente impedito per problemi di salute.
Tralasciando ogni considerazione sull’etica e sulla morale anche istituzionale di chi si muove “sottobanco” e alle spalle di chi ha servito il Paese in modo esemplare, con totale dedizione e con grandi successi nella lotta alla criminalità, soprattutto perché non può difendersi direttamente poiché si trova in difficoltà mi auguro momentanee, continua Romano, ebbene che tutti coloro i quali sono stati protagonisti dello scenario, descritto con dovizia di particolare da parte della giornalista conosciuta per la sua serietà e attendibilità, sappiano che la scelta del Capo della Polizia va operata solo quando quello in carica è impossibilitato a continuare, direttamente o tramite il suo vicario e solo da chi ne ha piena e legittima facoltà. Giacché una scelta così importante e delicata non può essere determinata da chi è già al termine del mandato ma solo da un quadro istituzionale pienamente legittimato dalla volontà degli italiani.
Oggi, anche alla luce delle innovazioni che si sono registrate in tutti i Corpi che partecipano nella garanzia della sicurezza e della salvaguardia dell’ordine pubblico e che vedono al loro vertice un proprio appartenente, imporre, per mere logiche di parte o di interessi non meglio specificati che nulla hanno a che vedere con i poliziotti e con la sicurezza del Paese, un Capo della Polizia non poliziotto, sarebbe una scelta destabilizzante sotto il profilo organizzativo e miope dal punto di vista politico.
Nella Polizia di Stato oggi, a livello centrale e periferico vi sono eccelse e straordinarie professionalità che, qualora ve ne sarà la necessità sono perfettamente in grado, come stanno dimostrando tutti i giorni di assurgere alla massima responsabilità dell’Istituzione nel solco della continuità della Polizia di prossimità affermata per abbattere il crimine ma garantendo sicurezza e libertà.
Per questo, conclude Romano dico: giù le mani dalla polizia e dal suo Capo.

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