SICUREZZA: SIULP, no a proroga blocco contratto e al tetto salariale che limita operatività

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Ultimo aggiornamento 08/07/2013

Dichiarazione del Segretario Generale Felice Romano

Il SIULP esprime la propria contrarietà allo schema di decreto che proroga il blocco del contratto e il tetto salariale individuale per i poliziotti e tutti gli operatori del comparto sicurezza e difesa al 2014. è questo il giudizio presentato dal SIULP nel corso dell’audizione fatta alla Camera dinanzi alle Commissioni riunite di Camera e Senato.
I Poliziotti, sottolinea Felice Romano Segretario Generale del SIULP il primo sindacato del Comparto, in aggiunta ai danni che subiscono tutti i pubblici impiegati hanno due ulteriori penalizzazioni. La prima è che per il Comparto Sicurezza il blocco è già di ben 4 anni in quanto partito dal 2009 e non dal 2010, la seconda attiene al tetto salariale, comprese le indennità accessorie effettuate nel 2010 che, proprio per la struttura salariale voluta dal Governo per incentivare l’operatività, oggi con il drastico calo di personale (ben 13.000 poliziotti in meno rispetto al 2010 per effetto dei tagli e del blocco del turn over) e l’aumento di necessità di impiego per il crescere della tensione sociale e delle manifestazioni di piazza oltre che per recrudescenza dei fenomeni criminali, non ci sarà la possibilità di garantire la sicurezza ai cittadini e l’ordine pubblico.
Ogni volta che il poliziotto lavora in strada o per le piazze ha diritto ad una indennità (6 euro lordi per il controllo del territorio e il soccorso pubblico, 13 euro lordi per l’ordine pubblico) che per effetto delle accresciute esigenze farà da blocco alla necessità di impiegare più volte lo stesso operatore proprio per effetto del blocco del tetto salariale.
Una situazione kafkiana che non può più essere tollerata solo in nome di un falso e sbagliato rigore ragionieristico.
Negli ultimi 5 anni, sottolinea Romano, il costo del lavoro e il numero dei dipendenti per il nostro comparto, come quello del pubblico impiego, è diminuito di circa l’8% mentre continua a crescere, almeno secondo le stime che ci presentano, il costo dei beni e servizi.
Ecco perché, conclude Romano, è sbaglio e devastante cercare di fare risanamento sul costo del lavoro e tagliando il diritto dei cittadini alla sicurezza mentre continuano sprechi e duplicazioni. Oggi servono riforme del modello e degli assetti ordinamentali per ottimizzare il servizio; ciò è possibile solo attraverso la revisione dei presidi, della loro dislocazione e valorizzando la risorsa umana. Il SIULP ha pronto un progetto su cui confrontarsi per aumentare la sicurezza dei cittadini creando risparmi e liberando risorse per la contrattazione e il riordino del modello. Purtroppo, nonostante lo abbiamo già inviato a tutti i gruppi parlamentari e ai rappresentanti del governo, nessuno ci risponde.
Nemmeno il Ministro Alfano che oltre a non incontrare il sindacato pare che, tra i suoi molteplici impegni, non abbia messo in agenda le questioni della sicurezza del Paese.

Roma, 28 maggio 2013

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