SICUREZZA: SIULP, pensioni senza specificità equivale attentare operatività Polizia e sicurezza cittadini.

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Dichiarazione del Segretario Generale Felice ROMANO

Modificare gli attuali limiti ordinamentali con l’applicazione del meccanismo di adeguamento legato alla speranza di vita significa avere poliziotti a 65, 66 e fra qualche anno anche 67 anni.

Significa cioè annullare l’operatività della Polizia nel controllo del territorio, nella lotta alla criminalità e nella gestione dell’ordine pubblico in un momento in cui le tensioni sociali stanno crescendo sempre più.

A tutto questo si aggiunge un’età media già molto avanzata che fa registrare agenti di 39 anni, sovrintendenti di 47 ed ispettori di 49 sulla quale il provvedimento, qualora dovesse passare così com’è, inciderebbe come la fatidica goccia che fa traboccare il vaso.

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I poliziotti, così come il Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, nel suo insieme svolgono una funzione che è condizione imprescindibile per la democrazia, ma anche per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.

Ecco perché ad essi sono richiesti standard di efficienza unici in tutto il pubblico impiego e requisiti psicofisici che sono inversamente proporzionali all’età anagrafica.

Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, in una nota in cui, commentando l’Audizione alle Commissioni riunite di Camera e Senato evidenzia che alle presidenze dei predetti organismi parlamentari il SIULP ha ribadito, come peraltro previsto per legge, la necessità che l’armonizzazione avvenga nel rispetto della specificità e nella salvaguardia dell’operatività di questi lavoratori, che svolgono una funzione essenziale ed insostituibile dove quotidianamente mettono in gioco anche il bene della propria vita.

Per questo, conclude Romano, il SIULP ha richiesto il rinvio dell’approvazione del provvedimento in modo da individuare specifiche forme di garanzia per salvaguardare la sicurezza dei cittadini, l’operatività della funzione di polizia, ma anche i diritti dei poliziotti, in particolare di quelli più giovani che rivendicano, dopo una vita spesa al servizio del Paese, di avere una pensione accettabile e non da barboni.

Per questo è indispensabile che non si applichi il meccanismo di adeguamento legato alla speranza di vita, alla pensione di vecchiaia e che si intervenga con un riordino delle carriere che garantisca una progressione economica in modo da far maturare una pensione accettabile.

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