Spending review: SIULP, governo, ad oggi liquidatore coatto della sicurezza.

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Dichiarazioni del Segretario Generale Felice ROMANO

 

Con l’approvazione definitiva del provvedimento sulla spending review il Governo, e con esso tutti coloro che avendone la responsabilità istituzionale non hanno evitato che si verificasse, è divenuto il liquidatore coatto della sicurezza del Paese.

Lo afferma, dopo un’attenta analisi del provvedimento che ha trasformato in legge la spending review voluta pervicacemente dall’esecutivo, il Segretario Generale del SIULP Felice Romano che non usa mezzi termini per sottolineare il danno che il provvedimento arrecherà alla sicurezza.

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Lo avevamo anticipato in tutte le lingue ma il Governo ha fatto orecchie da mercante, continua il sindacalista, oggi i cittadini e l’economia del Paese, se non si corre ai ripari, ne pagheranno le conseguenze. Giacchè l’impostazione contenuta nel provvedimento prevede oltre alla chiusura di quasi la metà delle questure, tra cui sedi ad alta densità mafiosa, e di centinaia di uffici distaccati (Commissariati, Distaccamenti e Stazioni dei Carabinieri) in zone dove, sino ad oggi, sono stati l’unico presidio di sicurezza e legalità su cui i cittadini potevano contare.

Purtroppo, continua Romano, la cosa più grave è che nemmeno questo governo ha compreso che tra gli asset fondamentali e indispensabili per il rilancio della nostra economia vi è, come afferma la stessa Commissione europea, la sicurezza. Perchè la sicurezza è uno dei fattori di contesto necessari per gli investitori che cercano aree sicure dove investire i loro soldi. Non è un caso, infatti che una recente ricerca ha fatto emergere come la mancanza di sicurezza in Italia costituisce una riduzione di investimenti stranieri pari ad un percentuale che va oltre il 12%. Trascurare la sicurezza quindi significa rinunciare a circa un quinto degli investimenti stranieri.

Mi auguro, conclude Romano, che nel decreto che si sta approntando per il rilancio dell’economia il governo ripari ai tagli lineari operati sul personale e sui capitoli di funzionamento della sicurezza, magari anche attraverso l’utilizzo dei circa 2000 milioni di euro che ci sono sul F.U.G. (fondo unico di giustizia) come peraltro hanno evidenziato ordini del giorno presentati proprio in sede di approvazione della spending review, per ripristinare i livelli minimi essenziali per il suo funzionamento perché, diversamente, l’esecutivo, suo malgrado, si confermerà liquidatore coatto della sicurezza e azionista di maggioranza dell’avanzare della criminalità e del mercato illegale.

 

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