Spending: Siulp, terzietà poliziotti come per magistrati Governo rivaluti trattamento economico Forze polizia

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    Dichiarazione del Segretario Generale Felice Romano

    Hanno ragione i magistrati quando affermano che tagliare i loro stipendi vuol dire incidere psicologicamente e concretamente sull’indipendenza e la professionalità dei giudici.

    Ma hanno ancora più ragione i poliziotti e tutti gli appartenenti alle Forze di polizia a gridare che i loro attuali stipendi, senza nemmeno attendere la scure dei tagli, hanno già quasi completamente distrutto la terzietà della loro funzione e della loro professione che, oltre ad essere garanzia per uno stato democratico affinché la funzione di polizia sia espletata a difesa delle leggi, della tutela delle istituzioni e a garanzia dei diritti e della libertà dei cittadini, è elemento imprescindibile affinché vi siano arresti o denunce che richiedono l’intervento dei giudici.

    Lo afferma Felice Romano, segretario generale del SIULP in una nota con cui interviene in relazione alle proteste che si stanno registrando in merito ai tagli agli stipendi dei pubblici dipendenti disposti dal CDM nel provvedimento sulla concessione degli 80 euro.

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    Oggi, continua il leader del SIULP oltre il 60% dei poliziotti sono sotto la soglia di povertà stabilità dall’Istat, secondo la quale si è poveri se in un nucleo familiare non entrano almeno 1800 euro mensili, atteso che guadagnano 1300 euro al mese e che, per effetto della mobilità a cui sono sottoposti, sono quasi tutti monoreddito. Come si può essere terzi nell’esercizio della delicata e irrinunciabile funzione dello Stato a garanzia delle leggi e dei diritti e della libertà dei cittadini, si domanda Romano se non si è nemmeno autosufficienti per vivere dignitosamente la propria vita e si è costantemente esposti a tentazioni per effetto del proprio ruolo?

    Ecco perché, conclude il sindacalista è necessario ed urgente, prima di ascoltare chi percepisce stipendi più che adeguati alle funzioni svolte, che il Governo metta mano alle retribuzioni dei poliziotti, sbloccando immediatamente il tetto salariale, aprendo il tavolo contrattuale che ridisegni un nuovo modello delle carriere le quali, partendo dal reclutamento per abbassare l’età media ormai più consona ad un “pronto soccorso” piuttosto che alla pubblica sicurezza, definisca prospettive di avanzamenti per ridare motivazione e professionalità a chi, per quattro soldi gli viene chiesto di rischiare la propria vita ogni giorno in ogni angolo del Paese.

    Senza questo intervento sarà complicato, per non dire difficile continuare a pretendere che i poliziotti continuino con motivazione a svolgere la loro delicata funzione di contrasto al crimine o di gestione delle piazze che, in autunno si preannunciano molto ma molto infuocate.

    (ANSA) – ROMA, 24 APR – Il Segretario Generale del Siulp Felice Romano in una nota interviene in relazione sulle proteste che si stanno registrando in merito ai tagli agli stipendi dei pubblici dipendenti. “Hanno ragione i magistrati quando affermano che tagliare i loro stipendi vuol dire incidere sull’ indipendenza e la professionalità dei giudici. Ma hanno ancora più ragione tutti gli appartenenti alle Forze di polizia a gridare che i loro attuali stipendi, senza nemmeno attendere la scure dei tagli, hanno già quasi completamente distrutto la terzietà della loro funzione e della loro professione”.
    “Come si può essere terzi nell’esercizio della delicata e irrinunciabile funzione dello Stato a garanzia delle leggi e dei diritti e della libertà dei cittadini – aggiunge – se non si è nemmeno autosufficienti per vivere dignitosamente la propria vita e si è costantemente esposti a tentazioni per effetto del proprio ruolo?” “Ecco perché – prosegue Romano – è necessario e urgente, prima di ascoltare chi percepisce stipendi più che adeguati alle funzioni svolte, che il Governo metta mano alle retribuzioni dei poliziotti, sbloccando immediatamente il tetto salariale, aprendo il tavolo contrattuale che ridisegni un nuovo modello delle carriere le quali, partendo dal reclutamento per abbassare l’età media ormai più consona ad un ‘pronto soccorso’ piuttosto che alla pubblica sicurezza, definisca prospettive di avanzamenti per ridare motivazione e professionalità a chi, per quattro soldi rischia la propria vita ogni giorno in ogni angolo del Paese”. “Senza questo intervento sarà complicato, per non dire difficile continuare a pretendere che i poliziotti continuino con motivazione a svolgere la loro delicata funzione di contrasto al crimine o di gestione delle piazze”, conclude Romano.

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