Esprimo solidarietà, vicinanza e plauso ai colleghi che a Torino, grazie ad un’attenta e appropriata direzione dei servizi, hanno evitato, per alto senso di abnegazione con professionalità ed equilibrio che l’intento di centinaia di delinquenti fosse portato a compimento.
Vedere Torino sotto scacco di questi delinquenti che si sono avvalsi anche dei soliti professionisti del disordine, nella circostanza arrivati anche da oltre confine, è uno spettacolo che la città non merita e che i torinesi non avrebbero mai dovuto subire.
Ma la cosa più grave è la confusione che si sta cercando di generare intorno ad un manipolo di delinquenti che professano ed attuano risoluzioni eversive per destabilizzare lo Stato democratico. Lo sgombero dell’Asilo non è un atto che può rientrare nell’ambito della gestione dei conflitti sociali tra istituzioni e aree antagoniste. Esso è la conseguenza obbligata, a cui si è giunti a seguito di indagini di polizia giudiziaria che hanno accertato responsabilità precise di una cellula che, da quegli ambienti, ha tentato di operare veri e propri attentati per sovvertire l’ordine democratico costituito.
Ecco perché la presenza di altri soggetti, o comitati che nulla hanno a che vedere con siffatte eversive risoluzioni, non solo sono e devono rimanere estranei, ma è necessaria una loro netta e immediata presa di distanza da chi si intesta simili tentativi eversivi.
Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del Siulp, nel commentare i disordini di Torino e i gravi rischi che ne possono discendere qualora dovesse continuare, si augura in modo inconsapevole, una sottovalutazione del pericolo che questi soggetti rappresentano e che cercano connivenze per alimentare, come avvenuto negli anni di piombo, l’erronea convinzione nell’opinione pubblica che le loro azioni eversive possano contare sull’appoggio di parte della società civile.
Negli anni di piombo, sottolinea il sindacalista, fu proprio la sottovalutazione prima e la accondiscendenza poi che diedero la stura alla bieca e violenta azione criminale dei terroristi.
Mi auguro, conclude Romano, che oltre a provvedimenti normativi, che il Siulp invoca da tempo e che sono necessari per assicurare alle patrie galere chi attua la violenza come forma di protesta, la politica intervenga per espletare il proprio ruolo ed evitare che qualsiasi forma di associazionismo possa continuare a fornire, anche solo inconsapevolmente, un appoggio a chi pratica e cerca di attuare risoluzioni sovversive per destabilizzare l’ordine democratico costituito. Poiché solo così si potrà evitare che altre città possano subire violenze gratuite come quelle inferte a Torino, ed evitare che si possa rivivere la stagione dell’eversione considerato che il solo intervento delle forze di polizia e della magistratura, il più delle volte, si ha solo per reprimere queste violenze.
Ma la storia ci insegna che al Paese occorre prevenirle prima ancora che reprimerle, e ciò nell’interesse di tutti.
Roma, 10 febbraio 2019