La Consob ha segnalato l’aumento di siti web che offrono servizi finanziari abusivi, sempre più spesso legati al mondo delle cripto valute.
Al riguardo, l’organo di controllo del mercato finanziario italiano ha più volte disposto l’inibizione dell’accesso dall’Italia ai siti web che propongono servizi finanziari non autorizzati, come previsto dal Decreto Crescita del 2019.
La modalità per raggiungere il potenziale investitore implica quasi sempre tecniche di marketing aggressive come mail, chat, social network e telefonate. La Consob ha richiamato l’attenzione dei risparmiatori sull’importanza di effettuare in piena consapevolezza le scelte di investimento, attraverso comportamenti sensati che possano salvaguardare i risparmi attraverso la preventiva verifica che l’operatore tramite cui si investe sia autorizzato e che le offerte di prodotti finanziari siano corredate da prospetto informativo.
I soggetti abusivi sono spesso società fittizie che dichiarano sede in paesi extra‐europei o di fatto irreperibili. Spesso gli operatori dichiarano di essere autorizzati da Autorità europee senza fornire alcuna prova. Le attività proposte abusivamente riguardano spesso servizi di trading su piattaforme web e strumenti finanziari come derivati con sottostanti valute, indici di borsa, materie prime e cripto valute. I prodotti offerti abusivamente sono sempre più collegati al mondo delle cripto-attività.
Per gli investitori digitali, infatti, i rischi inerenti alle criptovalute sono legati soprattutto alla volatilità delle quotazioni così come all’assenza di tutele legali e soprattutto all’apparente azzeramento delle commissioni.
Occorre, al riguardo, ricordare che attualmente la pubblicità è soggetta alle verifiche Consob solo nei casi di offerta abusiva di prodotti finanziari. Tra gli strumenti oggi a disposizione in Italia per la tutela dei consumatori attraverso la deflazione del contenzioso giudiziario, ricordiamo anche l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ABF), che nel 2021 ha registrato un record di risarcimenti riconosciuti ai risparmiatori pari a 35,88 milioni di euro.